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100 e maturi

Sabrina ha conciliato Liceo e lavoro nell'ultimo anno: il diploma è da 100, "ho vissuto la scuola con passione"

"Il liceo Classico è stata una delle tante parti della mia vita che mi ha insegnato a vivere", racconta Sabrina

Non solo studio, ma anche lavoro. E' stato un ultimo anno intenso per Sabrina Rocchi, liceale del Classico che ha chiuso il ciclo delle superiori da centista. Raccontando di se, si definisce "una persona solare e assai riflessiva, e anche molto sportiva. Ho praticato ginnastica ritmica a livello agonistico per otto anni, fino alla fine della prima superiore. Poi ho iniziato danza moderna. Quest'ultimo anno per un periodo ho tenuto un corso di avviamento alla danza e la domenica ho lavorato in un ristorante, in cui proseguirò quest'estate. Di per sé non è semplice conciliare Liceo e lavoro, ma organizzandosi bene tutto è possibile".

Cinque anni al Classico coronati dal massimo risultato. Se lo aspettava?
Ho sempre cercato di fare del mio meglio ogni anno scolastico, quindi arrivata in quinta il pensiero del voto di uscita ha iniziato a concretizzarsi; ma di per sé ciò che mi ha spinto a impegnarmi tanto è lungi dal voto: è stata la passione fantastica che nutro per ciò che studio e il vivere l'ambiente scolastico come un grande privilegio. Ricorderò per sempre il periodo di preparazione all'esame come uno dei più densi e vitali che ho vissuto; sicuramente faticoso, ma quale cosa bella non costa fatica?

Che insegnamento le ha dato il "Morgagni", oltre a quello scolastico?
Il liceo Classico è stata una delle tante parti della mia vita che mi ha insegnato a vivere, per i professori che ho avuto, per le materie che ho studiato, per gli incontri che ho fatto. E forse, anche vivere un ambiente che per sua natura è tutt'altro che perfetto e idilliaco, ma anzi a volte anche ingiusto e, di nuovo, assai faticoso, inevitabilmente fortifica e fa crescere. 

Materie preferite?
In assoluto letteratura italiana e latina, ma anche la matematica ha il suo grandissimo fascino.

Cosa le ha tolto l'epidemia in questi ultimi due anni?
Mi ha tolto un contatto diretto e sincero con gli insegnanti. Purtroppo la scuola si era ridotta a mero studio e i professori e i compagni semplici bollini su Google meet. È stato sicuramente un grande scoglio da superare, che ha lasciato le sue cicatrici, ma l'importante è andare avanti.

Cosa ha provato quando per l'ultima volta è entrata al Classico?
Una grandissima nostalgia, ma allo stesso tempo sapere di andare via avendo lasciato qualcosa e soprattutto con un preziosissimo bagaglio sulle spalle è una gioia immensa. "Tra la partenza e il traguardo in mezzo c'è tutto il resto..." ( Cit. Costruire - Niccolò Fabi).

Ha un ricordo particolare di questi cinque anni?
La Notte dei Classici di quest'anno. Ho tenuto una piccola conferenza con una mia compagna (Aurora Dozio) ed è stato bello vedere il pubblico emozionato. Mi ha fatto capire in che direzione voglio orientare il mio futuro. 

Cosa rimpiangerà?
Sicuramente rimpiangerò la routine, il fatto di arrivare a scuola e trovare un "luogo sicuro e abitudinario", e il contatto con i professori che all'università è più difficile costruire.

Il domani ormai è presente. Cosa farà nei prossimi mesi?
Prima di tutto un viaggio a Palma di Maiorca con le amiche, poi lavorerò al mare. A Settembre mi aspetta l'università, lettere classiche a Bologna. 

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