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Cronaca

Via ai saldi anche a Forlì, si spenderanno in media oltre 200 euro

Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media per l'acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo 230 euro

Prenderanno il via sabato anche a Forlì i saldi di fine stagione. Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media per l'acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo 230 euro. “I saldi - commentano da Confcommercio Forlì - continuano a conservare un'attrazione sempre forte per i consumatori, e ci auguriamo che una spinta ai consumi delle famiglie possa arrivare anche dall’arrivo, tanto agognato, dell’estate. Infatti oltre alle difficoltà economiche delle famiglie forlivesi, anche le condizioni climatiche hanno negativamente inciso sulle vendite dei prodotti estivi. I nostri negozi offrono proposte di acquisto interessanti per qualità, convenienza, e varietà dell’offerta. Il valore aggiunto degli esercizi commerciali tradizionali è proprio la qualità del servizio e l’attenzione alla clientela".

Viene inoltre sottolineato che "già da qualche anno gli esercizi tradizionali offrono alla loro clientela prodotti di stagioni a prezzi scontati ancor prima dell’avvio del periodo dei saldi. Con una frequenza sempre maggiore gli imprenditori invogliano la  propria clientela fidelizzata con proposte di acquisto personalizzate: mediante l’utilizzo di sms, mail o tramite i social network vengono proposti sconti allettanti sugli articoli di stagione ancora invenduti. Non solo. Certamente anche  a causa delle difficoltà dovute al rallentamento dei consumi, sono inoltre tanti gli esercizi commerciali che, per ridurre lo stock delle merci in giacenza, anticipano i “saldi di fine stagione” con una vendita promozionale”.

Confcommercio Forlì ha presentato un vademecum per il corretto acquisto degli articoli in saldo. Per quanto concerne i "cambi", "la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto".

Prova dei capi: Confcommercio ricorda che "non c'è obbligo. E' rimesso alla discrezionalità del negoziante". Capitolo pagamenti: "le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione". Prodotti in vendita: "i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso". Infine occhio all'indicazione del prezzo: "obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale". 

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