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Cronaca

Teatro Diego Fabbri gremito per Samantha Cristoforetti: "Pronta per una nuova missione nello spazio"

Gli oltre settecento posti del Teatro Diego Fabbri sono andati esauriti in pochi minuti. C'era grande curiosità in platea per il racconto di “Astrosamantha”, ospite della 25esima edizione degli "Incontri con l'autore"

E' un sogno che accomuna grandi e piccini. Superare quel confine tra il cielo e lo spazio e magari fare una carezza alla Luna. Un confine che Samantha Cristoforetti ha varcato il 24 novembre del 2014, diventando come lei stesso ha scritto nel libro “Diario di un'apprendista astronauta” a tutti gli effetti un'astronauta, la prima donna italiana a riuscirci. Un mestiere particolare, di cui forse sin da piccoli si fanno delle idee un po' strane. E che alla fine rende l'eccezionale qualcosa di ordinario. 

VIDEO - SAMANTHA SI RACCONTA - VITA DA ASTRONAUTA, LE CURIOSITA'

Gli oltre settecento posti del Teatro Diego Fabbri sono andati esauriti in pochi minuti. C'era grande curiosità in platea per il racconto di “Astrosamantha”, ospite della 25esima edizione degli "Incontri con l'autore", il ciclo di appuntamenti organizzati dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Già un'ora prima dell'evento in Corso Diaz si è formata una lunga coda, tra studenti e gente comune, tutti pronti ad indossare virtualmente la tuta d'astronauta attraverso la voce di Samantha.

Samantha Cristoforetti al Teatro Diego Fabbri

“Abbiamo cercato lo spazio più grande di Forlì per consentire al maggior numero di persone di assistere a questo incontro - ha spiegato il moderatore Paolo Rambelli, scusandosi con chi non è potuto entrare per questioni di sicurezza -, ma a quanto pare nemmeno lo spostamento dall'Auditorium al Teatro Diego Fabbri non è stato sufficiente”. Grazie alla presenza dei Vigili del Fuoco qualcuno ha comunque potuto assistere all'appuntamento in piedi, senza ostruire le vie di fuga.

Un sogno durato oltre un'ora, intervallato da ben quindici applausi. Ad introdurre Cristoforetti il video del lancio nello spazio. “Un groviglio d'emozioni”, ha esordito nel rivedere le immagini, spiegando che “in questo momento più che provare nostalgia per quella missione sono più proiettata verso il futuro”, pronta per una nuova missione nello spazio. “Sono felice di vivere una sorta di conto alla rovescia, anche se non so esattamente quando sarà. Spero che sia entro la fine del 2022”.

Si tratta, ha spiegato, “di una nuova missione nella stazione spaziale internazionale, simile a quella che feci tra il 2014 e il 2015. Sarà un po' un ritorno nella mia seconda casa”. Dalla Terra allo spazio, l'immagine dell'astronauta in orbita è quella di leggerezza. Cristoforetti ne dà un'interpretazione più simbolica ed astratta: “La leggerezza è il godersi i frutti del lavoro che è stato fatto. L'essersi addestrato bene permette di vivere con serenità questo tipo di avventura”. 

Quello dell'astronauta, ha evidenziato, “è un lavoro di manualità. Un momento si ripara un guasto, un altro si installa un esperimento. E tutto questo è organizzato da terra in modo dettagliato, perchè il tempo astronauta è paradossalmente la risorsa più scarsa. C'è uno sforzo di pianificazione enorme per organizzare la giornata nel modo più efficiente possibile. Non è facile integrare tutto ciò che si è imparato durante l'addestramento”. 

Biologia, fisica dei fluidi, scienza dei materiali sono tra le attività svolte a livello sperimentale. Ma anche gli astronauti stessi sono oggetti di esperimenti: “E' la parte più faticosa - ha confessato Samantha -. A volte sono invasivi nella quotidianità. Ma fa parte del lavoro. La stazione spaziale è un laboratorio, dove si lavora in un ambiente di microgravità”. Un condominio nello spazio: “E' molto grande, più di ottanta metri. Poi ci sono dei moduli laterali. Le differenze culturali tra astronauti non sono rilevanti. Prevalgono le cose in comune e il sentimento di comunità”.

Cristoforetti ha quindi raccontato aneddoti relativi alla preparazione, dai momenti più difficili a quelli più divertenti durante la missione, come quando ha cantato Imagine di John Lennon per una campagna mondiale Unicef. Un esempio di forza e tenacia, soprattutto per i giovani: “Ogni persona ha la consapevolezza di avere i suoi limiti e difetti. Tutti siamo essere umani. Ho difficoltà quando mi si chiede di dare dei consigli. Non sono il Papa (sorride, ndr)”.

Tante le curiosità attorno alla persona Samantha. Sulla cultura: "Non sono una scrittrice, ma avevo una storia da raccontare. Sono una lettrice completamente indisciplinata; ho trenta libri iniziati e vorrei entro l'anno concluderli. Consiglio Antoine de Saint-Exupéry, famoso per "Il Piccolo Principe", ma che ha scritto tanti libri meravigliosi sulla sua esperienza da pilota e nello spazio ho portato con me "Pilota di guerra". Sul comodino ora ho "Massa e Potere" di Elias Canetti, che permette di capire tante cose della società".

Cosa le è mancato di più? "Fare una doccia". E il cibo: "Ho apprezzato non dover andare a fare la spesa. Quando sono tornata avevo voglia di freschezza, un'insalatona con pomodorini, mozzarella e olio". Dallo spazio alla Terra: "Si ha una percezione sfasata del peso. E' tutta una questione neurologica, perchè i muscoli non spariscono. E' il cervello che deve riabituarsi. Servono un paio di giorni. Anche il senso oggettivo dell'equilibrio all'inizio è sballato e si deve riabituare il sistema cardiovascolare. All'inizio dormivo anche 12 ore al giorno".

Paura? “E' un sentimento razionale. Non l'ho mai vissuta sul mio lavoro da astronauta. Ero felice perchè era la prima missione. Era tutto perfetto. Mi sentivo ad agio con la mia preparazione. Ero al posto giusto nel momento giusto e mi sentivo di appartenere a quel luogo. C'è stata tanta gioia al momento della partenza, che alla fine non ho sentito tensione". Finale con stoccata ironica ai Terrapiattisti: "Visto che tu ci sei stata e l'hai vista da fuori, ci puoi assicurare che la Terra non è piatta?" Sorriso ed apoteosi. "Diario di un’apprendista astronauta" è la lettura ideale per chi, riconoscendo i propri limiti, vuole oltrepassarli. Ma non tra le stelle, ma tra i terrestri. 

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