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Cronaca

Sant'Antonio da Padova? No, da Forlì: uno dei santi più famosi al mondo partì da qui a predicare 800 anni fa

A raccontarci della prima predica svolta da Fra' Antonio probabilmente a San Mercuriale o vicino alla Cattedrale (dove al tempo c'era una pieve) di Forlì, è Gabriele Zelli

Forse non tutti sanno che Sant'Antonio, uno dei santi più venerati al mondo insieme a San Francesco e a Santa Chiara, divenne famoso proprio a Forlì. Da qui, precisamente 800 anni fa, partì la sua fama mondiale che lo portò a diventare un predicatore profondo e molto apprezzato in tutto il nord Italia e parte della Francia. A raccontarci della prima predica svolta da Fra' Antonio probabilmente a San Mercuriale o vicino alla Cattedrale (dove al tempo c'era una pieve) di Forlì, è Gabriele Zelli, cultore di storia locale, nonchè ex sindaco di Dovadola.

"Fernando Martines del Bulhàes (il futuro Sant'Antonio), nato a Lisbona il 5 agosto 1195 - arrivò a Montepaolo di Dovadola  precisamente nel giugno del 1221 - spiega Zelli - La situazione che lo portò ad arrivare e restare per un po' nel forlivese vale la pena di essere raccontata perché fa comprendere come fu proprio nella nostra terra che il frate ebbe modo di essere apprezzato e valorizzato per poi diventare quello che è diventato. Fernando de Bulhòes proveniva da una famiglia aristocratica ma alla spada e alla violenza preferì preghiere e verità e scelse di formarsi intellettualmente nella scuola della Cattedrale di Lisbona dal 1202 al 1210. Nel 1210 entrò in un monastero agostiniano nei pressi di Lisbona, due anni dopo chiese il trasferimento a Coimbra, uno dei luoghi più colti e prestigiosi del periodo, e qui rimase circa otto anni".

Sempre Zelli: "Entrò nell’ordine del Santo d’Assisi nel settembre del 1220, cambiò il suo nome di battesimo in Antonio e partì come missionario in Marocco. Ma giunto in Africa contrasse probabilmente una malattia tropicale che gli impedì di fermarsi poco più di qualche mese. Ripartì alla volta della Spagna, ma anche in questo caso una tempesta e il conseguente naufragio della sua imbarcazione, lo fecero approdare in Sicilia. Da qui, dopo essere stato curato e guarito, decise di risalire la penisola a piedi per partecipare al Capitolo delle Stuoie che si tenne nel maggio 1221 ad Assisi, dove  accorsero circa 5000 frati. Il raduno era stato voluto da Francesco d'Assisi in quanto si doveva discutere il testo di una Regola. Quando ormai il Capitolo si era concluso e tutti i frati facevano ritorno ai loro luoghi di provenienza, Antonio venne notato per la sua straordinaria umiltà e spiritualità e venne assegnato ad un piccolo romitorio, quello di Montepaolo di Dovadola, dove già vivevano sei frati. Qui si recò per celebrare la Messa per i suoi confratelli non sacerdoti".

"Vi giunse, come detto, nel giugno 1221 vi rimase per più di un anno, fino al settembre 1222. Nella solitudine dell’eremo, visse una straordinaria esperienza di preghiera, penitenza e contemplazione. I confratelli - prosegue Zelli - non si resero subito conto delle capacità e della profonda cultura biblica di frate Antonio, ma questa poté emergere nel corso delle sue prediche ai frati e fu così che essi suggerirono che, in occasione di un’ordinazione sacerdotale tenutasi a Forlì, fosse proprio Antonio a introdurre il rito con una predica appropriata, dal momento che il sacerdote che se ne sarebbe dovuto occupare non si presentò. Il provinciale dei frati francescani, Fra Graziano, saputo della predica e della grande partecipazione ed ammirazione che aveva suscitato, assegnò ad Antonio l’incarico di predicare".

Ma allora perchè si parla in tutto il mondo di Sant'Antonio da Padova? "Possimo dire che il caso ha voluto che arrivasse a Padova e morisse a Padova, dove l'anno dopo, sull'onda della sua grande fama e la santità, fu costruita una Chiesa in suo onore - spiega Zelli - Ma a conferma di quanto detto su Forlì, esiste a Lisbona, in cattedrale, una lapide che lo ricorda come Sant'Antonio da Forlì e non da Padova".

Quindi si può parlare di scippo? "No, non è uno scippo, è che, nonostante per diversi decenni e per lungo tempo si sia parlato di Sant'Antonio da Forlì, alla fine il fatto di essere morto a Padova e di essere stati più bravi a realizzare subito una chiesa in suo onore, ha fatto sì che venisse ricordato come il santo di Padova e non di Forlì. Quello che dobbiamo fare è ricordare quanto sia stato importante e fondamentale il passaggio nelle nostre terre". E per ricordare questo paternità forlivese, di primaria importanza nella vita di Sant'Antonio, si stanno già organizzando le celebrazioni per gli 800 anni dalla sua prima predica in pubblico. E' stato formato il comitato organizzativo e il vescovo ha già molte idee da realizzare. Sarà bello ricordare come la nostra terra sia stata per un frate, acculturato e sensibile come Antonio, il trampolino di lancio affinchè diventasse uno dei santi più amati e venerati al mondo. 

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