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Cronaca

Avvocati in sciopero: "100% di adesioni, risultato straordinario"

Questo è il risultato raggiunto nella prima giornata di astensione dalle udienze proclamata per tutta la settimana

Il 100% delle adesioni per gli avvocati di Forlì e Cesena. Questo è il risultato raggiunto nella prima giornata di astensione dalle udienze proclamata per tutta la settimana contro una riorganizzazione interna alla Procura della Repubblica che impedisce, secondo la loro protesta, di svolgere il loro ruolo di difesa in modo tempestivo. Da tempo, infatti, in Procura è in funzione una porta che si apre solo dopo aver citofonato ed essersi palesati. Questo permette maggiore sicurezza dei magistrati, ma anche dei fascicoli della Procura, che sono generalmente coperti da segreto istruttorio.

"Una massiccia risposta alla protesta da parte dei difensori - evidenzia il consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Forlì Cesena -. Dal settembre di quest’anno, con atto unilaterale del procuratore della Repubblica di Forlì, veniva interdetto agli avvocati ogni accesso, se non espressamente autorizzato e con appuntamento predefinito, ai locali che ospitano i pubblici ministeri ed il personale amministrativo dipendente. Gli avvocati ritengono ingiusta tale proibizione, perché in contrasto, soprattutto, con gli interessi dei cittadini che loro difendono in Tribunale".

"Nonostante le serrate trattative, il titolare dell’Ufficio non ha voluto arretrare di un passo. Gli avvocati sono stati costretti a confermare la protesta, rifiutandosi di partecipare alle udienze nel Tribunale di Forlì - continuano i legali -. Disagi, questa giusta battaglia, può aver provocato anche ai cittadini, e di ciò ce ne scusiamo. Ma quando le ragioni sono di principio occorre fare sentire forte la propria voce". Proseguono gli avvocati: "Il Procuratore parla di accesso ‘indiscriminato’ da evitare: sarebbe interessante sapere quando è accaduto, prima e dopo il Suo arrivo a Forlì, che un tale accesso si sia verificato. Mai Il Procuratore sostiene ragioni di segretezza: sono forse gli Avvocati ad aver violato tali doveri di segretezza? Da altre fonti, tante volte, sono giunte alla stampa e all’esterno indebite notizie e violazioni di segreti, non certo dalla categoria forense che protegge i propri assistiti".

"Anche la sicurezza delle indagini è citata tra le ragioni della ‘serrata’ della Procura forlivese: quali fascicoli o atti sono mai spariti dalle stanze dei pubblici ministeri o del personale di cancelleria? Si dicano i numeri - attaccano ancora -. Nessuno. Né prima né dopo l’avvento del procuratore Sergio Sottani. Perciò, visto che per lo stesso dirigente la riapertura della zona interdetta non consisterebbe in un "baluardo" posto a difesa di un’invalicabile "linea del Piave", la soluzione è semplice: si revochi la chiusura totale e l’astensione non avrà più ragion d’essere. E questo, senza bisogno di disturbare Ministeri e/o CSM per risolvere ‘beghe’ che – per fortuna – riguardano solo la piccola realtà del Tribunale di Forlì-Cesena".

Da parte sua il Procuratore Sottani ha ribadito, in una lettera al Presidente della Corte d'Appello di Bologna, al Procuratore Generale presso la Corte d'Appello e al Presidente del Tribunale di Forlì le ragioni del suo provvedimento, che riguardano in primis una necessità di razionalizzazione degli uffici aperti al pubblico per una grave carenza di organico, con la creazione di un front-office per l'utenza qualificata dei legali, con un apposito Ufficio Copie. Inoltre si ricorda che il sistema di chiusura della Procura non è assoluto ma solo regolamentato con l'obbligo di citofonare e presentarsi.Nella sua lunga relazione il Procuratore s"conferma la sua totale disponibilità ad evitare quasiasi compressione del diritto di difesa ipoteticamente cagionato dal provvedimento".

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