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Cronaca

Fridays for future e mondo della scuola in sciopero: "Clima e guerra, due problemi con la stessa radice: i combustibili fossili"

Liberarsi delle fonti fossili di energia, come gas e petrolio “per liberarsi della crisi climatica e dei ricatti di un dittatore guerrafondaio come Putin”

Liberarsi delle fonti fossili di energia, come gas e petrolio “per liberarsi della crisi climatica e dei ricatti di un dittatore guerrafondaio come Putin”, come viene spiegato da Agnese Casadei, referente forlivese dei Fridays for Future. Il tema del clima si intreccia con quello della pace per il prossimo sciopero per il clima che si tiene in tutto il mondo il 25 marzo. Forlì sarà una delle piazze che si mobiliterà, con inizio corteo alle 9 da piazzale della Vittoria, per poi attraversare il centro e giungere infine nel parco del campus universitario.  

“L'Italia paga in gas alla Russia circa 80 milioni di euro al giorno, andando a finanziare la guerra in Ucraina, che la Russia senza la vendita di combustibili, che rappresenta più di un terzo del budget dello stato russo, non potrebbe mai permettersi”, ragiona Casadei. Da qui l'esigenza ambientale, ma anche geopolitica, di rendersi più che mai indipendenti dal punto di vista energetico. “Si sono persi 10-20 anni per le fonti rinnovabili in Italia, ma non è troppo tardi. In pochi anni con le rinnovabili potremmo essere molto meno dipendenti dal gas della Russia”. E soprattutto ne gioverebbe l'ambiente, con l'eliminazione dei gas che stanno alterando il clima. “L'Italia è ricca di sole, vento ed energia idroelettrica. E non riteniamo che possa essere una soluzione la ripresa della estrazioni di gas italiano, che se estratto tutto basterebbe a coprire il fabbisogno di appena per un anno, con notevoli danni ambientali”, aggiunge Nadine Finke, rappresentante dei 'Parents for future'. Più apertura, invece, per il nucleare di ultima generazione. Lo spiega Giacomo Zattini: “Discutiamone senza preconcetti, ma non è una soluzione per l'Italia, dato che se partissimo ora ci vorrebbero almeno 15 anni per mandarlo a regime, e non abbiamo questo tempo”.

La manifestazione

Il ritrovo è alle 9 in Piazzale della Vittoria, punto di partenza per il corteo che si svilupperà lungo le strade del centro per arrivare al Campus, dove nelle vicinanze della mensa dalle 11 interverranno diversi relatori. L’intento è quello di collegare i puntini, evidenziando i collegamenti esistenti fra temi come quello della transizione energetica, dei combustibili fossili, dell’attuale guerra in Ucraina, della giustizia sociale e climatica e dei cambiamenti climatici. Prenderanno la parola esperti di rilievo come la professoressa Giuliana Laschi (Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bologna, esperta in studi europei) e la professoressa Margherita Venturi (Dipartimento di Scienze biologiche e ambientali dell’Università di Bologna). Inoltre, interverranno i rappresentanti del Centro per la Pace di Forlì e del comparto scuola, istruzione e ricerca della Flc-Cgil che per la prima volta ha proclamato sciopero per l’intera giornata accanto a quello dei Fridays for Future.

Le ragioni della protesta

Recita l'annuncio della manifestazione: “Non c’è un momento più opportuno per annunciare lo sciopero globale per il clima e chiedere con ancora più urgenza un mondo totalmente libero dalle fonti fossili: per questo il 25 marzo ritorniamo in piazza in tutto il mondo per chiedere un mondo a zero emissioni basato sulla giustizia climatica. Fare una seria transizione ecologica ed energetica, con rinnovabili e risparmio energetico, permette di tagliare velocemente le emissioni, ma è anche l’arma più efficace per non finanziare guerrafondai e dittatori, smettere di dipendere da loro e ridurre la bolletta energetica delle nostre famiglie alla fine del mese. Con i prezzi del gas che salgono alle stelle e i tubi che sono controllati da Putin, la nostra sicurezza energetica è a rischio. Serve la transizione ecologica, e serve ora”.

Ed ancora: “Le maggiori aziende italiane dell’energia elettrica hanno dichiarato di essere già ora in grado di mettere a terra 60GW di rinnovabili in Italia entro i prossimi 3 anni. Nel 2021 ne abbiamo installato solo 1 GW, mentre siamo sempre più alle dipendenze del gas russo. Infatti, il 40% del gas importato in Europa proviene dalla Russia,, e solo l’Italia spende ottanta milioni di euro al giorno che vanno a finanziare la macchina della guerra di Putin. Con quel denaro potremmo invece avviare una vera e rapida riconversione energetica. Basta volerlo”.

Anche il cittadino deve fare la sua parte, spiega Giacomo Zattini: “Perché la politica lo voglia, deve avere consenso e non essere punita per aver avviato una svolta epocale per l'energia. Ed è qui che entriamo in gioco noi cittadini. Il momento migliore per ascoltare la scienza e avere un piano per uscire dalle fonti fossili era vent'anni fa, il secondo momento migliore è adesso. Ci sono alcuni momenti nella storia in cui agire è più importante che in altri. Siamo esattamente in uno di quei momenti. Negli ultimi tre anni, la nostra mente è stata messa a dura prova da diverse minacce esistenziali: si è iniziato a parlare seriamente di crisi climatica, abbiamo vissuto una pandemia globale e ora una guerra è scoppiata ai confini europei. Tutto ciò rischia di essere davvero troppo per la nostra salute mentale, se non troviamo un modo sano per gestirlo. In questo difficile momento della nostra storia, sentiamo il bisogno di qualcuno che trasformi la nostra depressione in azione, la nostra ansia in speranza e la nostra paura in coraggio. Quel qualcuno possiamo essere noi stessi”.

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