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Cronaca

Nuovo sciopero del clima, si mobilitano anche il mondo cattolico e diverse associazioni: "E' sempre più un tema dell'oggi e non del futuro"

Torna venerdì lo Sciopero globale per il clima dei Fridays for Future. Anche nella città di Forlì i giovani scenderanno in piazza

Torna venerdì lo Sciopero globale per il clima dei Fridays for Future. Anche nella città di Forlì i giovani scenderanno in piazza, a partire dalle 9 di mattina di venerdì 23 settembre in piazza della Vittoria per un corteo verso corso della Repubblica, per poi passare in piazza Morgagni (tagliando fuori piazza Saffi, dove c'è il mercato), e poi viale II Giugno e il parco della Resistenza, con ingesso da viale Spazzoli. Nella sosta finale al parco, la novità, si terranno workshop tematici e un pranzo eco-sostenibile. Una coda di eventi e intrattenimento aggiunta al termine della manifestazione perché, come spiega il coordinatore dei Fridays For Future forlivesi “non vogliamo che sia solo un momento di protesta e di manifestazione, che sono assolutamente importanti verso l'opinione pubblica e la politica, ma vogliamo che ai partecipanti rimanga qualcosa di concreto”.

Nessuna interferenza con le elezioni, ma neanche indifferenza verso di esse: “Lo sciopero è stato deciso in tutto il mondo ben prima che venissero fissate le elezioni e in Italia l'evento coincide per puro caso elezioni. - sempre Zattini - Ma è un'opportunità perché ci interroga sul collegamento tra i due appuntamenti, concentrandoci su due temi: la partecipazione attiva al voto, perché molti giovani non partecipi è una tragedia che va affrontata. Il secondo tema è che queste devono essere 'elezioni climatiche': dopo l'ennesima estate da record, stretta tra siccità e piogge che arrivano tutte assieme provocando tragedie come nelle Marche, ma anche le inondazioni in Pakistan squilibri in Africa, emerge che non è una battaglia generazionale, ma intergenerazionale. Senza dare indicazioni di voto ad un singolo partito, vogliamo spingere tutti i politici a mettere l'ambiente come punto nevralgico del programma e non in un punto in giro per il programma, in contrasto con altri punti”. 

I Fridays per Future di Forlì, con il nuovo sciopero, hanno completato anche un salto organizzativo, che rende il loro blocco con maggiore forza d'urto. Da movimento essenzialmente giovanile e studentesco, sostenuto dall'associazionismo ecologista, con questo sciopero manda in onda l'alleanza con altri mondi della cultura e soprattutto con l'attivismo cattolico dell'Azione cattolica, degli scout e della Pastorale sociale. Analizza Zattini dei FFF: “Il nostro movimento si evolve, era partito 3-4 anni fa, ed ora siamo più 'adulti' anche noi in termini di consapevolezza, aumenta l'efficacia da un movimento prettamente giovanili. D'altra parte ora la tematica viene sempre più vista come 'vicina alle persone'. I primi scioperi erano 'per il clima e per il futuro', per il mondo di domani che sarebbe arrivato ai giovani, ora è più chiaro che non parliamo di futuro, ma di presente coi cambiamenti già in atto. Prima al mondo adulto dicevamo 'Fatelo per i vostri figli', oggi diciamo 'Fatelo per voi stessi, per l'oggi'”. 

Tra i sostenitori dei Fridays for Future in questo sciopero si annoverano realtà di diversa estrazione culturale, dalla Pastorale Sociale della diocesi, rappresentata da Luciano Ravaioli, la cooperativa Paolo Babini con Nicola Proscia (“La nostra cooperativa lavora sul disagio e l'accoglienza, ma agire sui servizi e non lavorare sulle cause di fragilità è sterile, e il cambiamento climatico è tra queste”). Ed ancora l'Azione Cattolica e il Centro per la Pace di Forlì, rappresentato da Raffaele Barbiero: “Pare che la politica non capisca la connessione tra clima e pace”.

Presente anche una nutrita rappresentanza studentesca (Rete degli Studenti Medi, Masci. Unione Universitari) e  ambientalista (Legambiente, Tavolo delle Associazioni Ambientaliste, Emilia-Romagna Meteo). Spiega Gabriele Fratto, in rappresentanza di Emilia-Romagna Meteo: “La nostra realtà ha una presenza importante sui social network, anche noi ci teniamo far passare il concetto che al clima bisogna guardarci come qualcosa di anomalo e urgente”. Chiude Roberto Camporesi di Nuova Civiltà delle Macchine, una realtà culturale della città: “ Aderiamo allo sciopero climatico, perché dal 1987 operiamo per la promozione della cultura scientifica. Nel 2015 il disaccordo del mondo scientifico sul cambiamento climatico era al 30%, ora al 2% grazie ad una nuova ondata di studi, perché se c'è divisione nella comunità scientifica si agisce così: si approfondisce di più”. Completano il quadro Slow Food, Parents for Future, Walk & Talk.

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