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Cronaca

Presidio davanti alla Prefettura del personale della vigilanza privata: "Vogliamo uno stipendio degno"

Giovedì si è svolta la prima delle due giornate di sciopero proclamate da Cgil, Cisl e Uil per il "mancato rinnovo del contratto di lavoro delle guardie giurate particolari, scaduto da ormai 32 mesi".

"La vostra sicurezza non assicura le nostre vite. Vogliamo uno stipendio degno". E' quanto esposto in uno dei cartelli in occasione del presidio del personale della vigilanza privata in Piazza Ordelaffi davanti alla sede della Prefettura di Forlì-Cesena. Giovedì si è svolta la prima delle due giornate di sciopero proclamate da Cgil, Cisl e Uil per il "mancato rinnovo del contratto di lavoro delle guardie giurate particolari, scaduto da ormai 43 mesi". L’adesione allo sciopero, viene comunicato, "ha avuto una partecipazione media superiore all’80% con aziende in cui i lavoratori hanno aderito al 100% allo sciopero di oggi. Se non arriveranno proposte serie e che riconoscano la dignità ai lavoratori di questo settore saremo pronti con altre iniziative di lotta".

I sindacati hanno definito "inaccettabili le richieste avanzate dalle associazioni datoriali in rappresentanza delle aziende del settore della vigilanza  privata, che propongono un insignificante aumento salariale di 40 euro lordi  per retribuzioni ferme da quattro anni". "Vogliono eliminare - proseguono Cgil, Cisl e Uil - il pagamento dei primi tre giorni di malattia, e ridurre il periodo di comporto anche per l'infortunio (termine massimo oltre il quale l'azienda può licenziare il lavoratore ancora malato)".

"L’ultimo incontro per il rinnovo del contratto Vigilanza Privata si è rivelato completamente improduttivo - evidenziano i sindacati -. Le associazioni datoriali hanno avanzato richieste a dir poco vergognose e inaccettabili,  tra le quali togliere il pagamento del trattamento economico di malattia dei primi tre giorni  e riduzione del periodo di comporto per infortunio, un aumento di soli 40 euro lordi dopo ben oltre 43 mesi dal mancato rinnovo del contratto collettivo e chiedono una flessibilità negli orari di lavoro a dir poco spropositata e senza alcuna considerazione per quanto riguarda il diritto  al recupero del  risposo settimanale’.   Un atteggiamento irriguardoso verso i lavoratori e i sindacati loro rappresentanti, sintomo di fragilità strutturale e scarsa sintonia delle Associazioni datoriali, o ancora peggio di volontà premeditata tesa a minare le trattative, che insistono nel perseguire una politica incurante delle condizioni del settore e dei problemi dei lavoratori. Ciò  agendo anche  attraverso lo scardinamento dei diritti acquisiti, fatto ancor più grave  tenendo in considerazione che il precedente contratto è scaduto da oltre 43 mesi".

"In un settore, che vede le guardie particolari giurate impegnate ogni giorno con il  loro lavoro prezioso per l’apporto finalizzato a preservare e garantire la sicurezza dei cittadini e dei beni comuni, hanno il diritto di vedere rispettato il loro ruolo e impegno attraverso il riconoscimento di  una giusta retribuzione e il rispetto dei diritti acquisiti", viene aggiunto. I sindacati, insieme alle Rsu e Rsa, sono stati dal prefetto Antonio Corona, il quale, spiegano da Cgil, Cisl e Uil, "ha  mostrato particolare attenzione e interesse verso le  motivazioni che hanno portato allo sciopero offrendosi di trasmettere poi al Ministero a Roma le doglianze dei lavoratori".

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