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Cronaca

Coronavirus, forti sconti sulle rette. Allungato l'anno scolastico di nidi e scuole dell'infanzia comunali

l Comune di Forlì è il primo ad essere giunto ad un accordo con i sindacati per quanto riguarda i costi delle famiglie relativi a asili e scuole materne comunali e il re-impiego del personale scolastico

Sconti nelle rette di asili nido e scuole dell’infanzia, con anche un breve allungamento dell’anno scolastico a luglio, fino a coprire interamente col servizio la settimana che arriva fino al 3 luglio. Il Comune di Forlì è il primo ad essere giunto ad un accordo con i sindacati per quanto riguarda i costi delle famiglie relativi a asili e scuole materne comunali e il re-impiego del personale scolastico. “Ci siamo attivati tempestivamente, con una riunione coi sindacati in cui abbiamo trovato una quadra”, spiega l’assessore alla Scuola Paola Casara. - Come prima cosa abbiamo applicato il regolamento esistente, che prevede uno sconto sulle rette pari a 5 giorni di mancato utilizzo. Questo era già in regolamento ed è stato fatto subito”.

Ma nel frattempo è stata presa una nuova decisione che comporterà per il Comune una serie di mancati introiti: le rette del mese di febbraio saranno scontate del 10% per le materne e del 15% degli asili nido. “Per marzo, invece, ci sarà uno sconto del 50% per la già confermata sospensione dell’attività fino al 15 marzo, se poi dovesse prorogarsi salirà al 75%, fino al 100% se andrà perso tutto il mese”, spiega Casara. Il provvedimento varrà per le scuole comunali a gestione diretta e per quelle esternalizzate con l’affidamento a cooperative, oltre che per i nidi privati limitatamente ai posti in convenzione col Comune. Servizi non fruiti come i pasti, pre-scuola, post-scuola – anche per le scuole elementari – non saranno addebitati agli utenti.

Ma non è l’unico provvedimento preso. Continua Patrizia Zanobi, dirigente comunale per i servizi all’infanzia: “Con i sindacati abbiamo concordato una soluzione per la prossima settimana. Oltre alla sospensione delle lezioni (che comporta l’obbligo per i lavoratori della scuola di recarsi sul posto di lavoro), il Comune ha deciso la chiusura totale. Il personale recupererà le giornate di lavoro perse dall’1 al 3 luglio, un pezzo di settimana non coperto né dalle scuole, né dai centri estivi, così da dare un servizio aggiuntivo in estate. Inoltre la ripresa il prossimo anno sarà lunedì 31 agosto e non il 1 settembre”. La chiusura delle scuole comporterà una serie di risparmi, tra cui lo spegnimento dei riscaldamenti, così da recuperare risorse per compensare, in modo parziale e per ora non stimabile, i mancati introiti delle rette. “E’ un costo di cui ci facciamo carico come Comune in questo momento di crisi”, spiega Casara.

La scelta trova l’appoggio dei sindacati. Maria Giorgini, segretario della Cgil forlivese punta alla cassa integrazione in particolare per i lavoratori delle cooperative di cui si serve il Comune per i servizi scolastici:  “Siamo al lavoro per attivarla per tutti i dipendenti del privato che ne hanno diritto e che non possono svolgere la loro attività, sia per i lavoratori che non ne hanno diritto e che potranno fruire delle misure straordinarie fino ad aziende con un dipendente”. Enrico Imolesi, segretario della Uil di Forlì rimarca la scelta di Forlì da fare da capofila: “Apprezziamo le modalità utilizzate dal Comune e ci auguriamo che sia un buon esempio che possa essere ripreso in altri territori”. Vanis Treossi, referente della Cisl per il territorio di Forlì di Cisl Romagna conclude per completare il cerchio dei disagi a cui dare risposta: “Infine non dobbiamo dimenticarci delle difficoltà dei genitori che stanno lavorando coi figli a casa, dato che purtroppo questa ‘quarantena’ non si esaurisce nel giro di una decina di giorni”.

Il Pd: "Prendiamo atto delle misure adottate"

Dall'opposizione, il Gruppo consiliare del Partito Democratico commenta: "Prendiamo atto delle misure che l’amministrazione comunale ha individuato per dare risposta alle famiglie con bambini piccoli che frequentano nidi e materne; nei giorni scorsi abbiamo proposto per primi la sospensione delle rette del mese di marzo per dare un segnale e un aiuto immediato alle famiglie che in queste settimane si stanno sobbarcando il peso maggiore di questa emergenza; nonostante l’Assessora Casara ci avesse schernito accusandoci di non conoscere i regolamenti del servizio scuola, si è attivata nella direzione da noi indicata e questo non può che renderci soddisfatti. Ora, crediamo che in una situazione straordinaria come quella in cui tutti noi ci troviamo, la linea d’indirizzo debba essere d’omogeneità all’interno del territorio comunale e di tutela degli anelli più deboli della catena, partendo dai 7,5 miliardi stanziati dal Governo con un obiettivo chiaro: nessuno deve perdere il posto di lavoro a causa del Coronavirus. Restando ad esempio nell’ambito dei servizi scolastici e sociali, invitiamo il Comune ad attivarsi, avendo le competenze e la disponibilità economica per farlo, per quei lavoratori, non dipendenti pubblici, che subiscono negativamente la sospensione delle attività didattiche, attivando anche formule a domicilio".

L'affondo dell'Ugl

"Un accordo a cui s'è giunti senza consultare un sindacato confederale e ugualmente rappresentativo come l'Ugl - attacca il segretario Filippo Lo Giudice -. Un'esclusione che valutiamo come una grave scorrettezza istituzionale ed anche un dietro front rispetto a quanto stabilito nella riunione pubblica del 28 febbraio scorso, dove si era deciso un percorso di concertazione che includesse ogni sigla ed ogni associazione nel percorso di contrasto al Coronavirus. Dimostrando una parzialità che non si addice ad un amministratore pubblico che deve garantire ogni rappresentanza regolarmente costituita, Casara s'è dimostrata meno democratica del governatore Bonaccini che, con ben altro stile e nel rispetto di una prassi istituzionale ineccepibile, ha convocato proprio oggi tutti i sindacati, le parti sociali e datoriali, per firmare il nuovo accordo sulla cassa integrazione in deroga alla luce degli effetti del Coronavirus".

"Non aver partecipato al dibattito fra amministrazione comunale di Forlì e sindacati sulle misure da adottare in favore dei lavoratori dei servizi scolastici in questa particolare contingenza crea un vulnus nella possibilità di tutelare al meglio i nostri iscritti - prosegue Lo Giudice -. Non abbiamo potuto comunicare loro in tempo reale i provvedimenti che avranno cogenza nell'immediato e nel futuro a livello locale. Così come l'assessore Casara s'è dimostrata scorretta due volte nel divulgare a mezzo stampa , dopo aver consultato soltanto una parte dei sindacati e non tutti quelli rappresentativi, le misure che avranno valore per le famiglie con bimbi iscritti alle scuole dell'infanzia pubbliche e private convenzionate. Un'assoluta mancanza di rispetto istituzionale che macchia un sereno rapporto fra le parti e che non potrà non incidere nel rapporto futuro fra la nostra sigla e la giunta del sindaco Zattini".

"Oltre al fatto che in questa fase di emergenza sociale sul Coronavirus, l' amministrazione comunale di Forlì ha dimostrato di sviare gravemente dalle indicazioni fornite dal premier Conte e dal capo dello Stato Mattarella di concertare ogni iniziativa istituzionale nel segno della concordia e della collaborazione fra le parti senza preclusioni rispetto a diverse appartenenze ideologico-sociali", conclude.

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