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Lezioni al sabato abolite, l'assessora: "Problema di comunicazione scuola-famiglie, ma il Comune non può intervenire"

“Ho accolto una rappresentanza dei genitori. Ho spiegato loro, come ha spiegato anche l'Ufficio scolastico, che l'organizzazione degli orari e della didattica rientra nella sfera di autonomia della dirigente scolastica"

“C'è stato evidentemente un problema di comunicazione quando sono state prese le decisioni da parte del consiglio di istituto. I genitori sono stati messi al corrente della novità? A questa domanda le campane sono opposte, con alcune famiglie che sostengono di non essere state coinvolte e la dirigente che sostiene che sono stati fatti tutti i passi per informare i genitori”: sintetizza così il problema l'assessora alle Politiche educative Paola Casara sul caso della scuola media di San Martino in Strada che ha abolito la "settimana lunga", vale a dire le lezioni il sabato dal prossimo anno scolastico.

L'organizzazione oraria, a partire dal nuovo anno scolastico, prevede per le future classi prime 6 ore di lezione  dal lunedì al venerdì dalle 7.55 alle 13.55, col cambio di orario viene inserito anche un nuovo modello didattico definito “modulo bi-orario”. Contestualmente però, è stata annullata - per chi la desidera - l'opzione del 'sabato a scuola', che viene invece offerta da tutte le altre scuole medie della città (lezioni dal lunedì al sabato dalle 8 alle 15). Un gruppo di genitori ha avviato una raccolta firme con 200 sottoscrizioni contro la riduzione del servizio scolastico a San Martino e, nonostante ci siano – a detta del comitato dei genitori – 26 famiglie richiedenti le lezioni il sabato, cioè un numero sufficiente per formare una prima sulle 4 previste, la scuola non attuerà alcuna flessibilità oraria, anche col rischio di vedere un calo delle iscrizioni (che però potrebbero essere compensato con l'afflusso di utenza da fuori bacino).

“Ho accolto una rappresentanza dei genitori – conferma l'assessora Casara -. Ho spiegato loro, come ha spiegato anche l'Ufficio scolastico, che l'organizzazione degli orari e della didattica rientra nella sfera di autonomia della dirigente scolastica, e che il Comune non può quindi intervenire su questa materia. Inoltre ci sono state delibere del Consiglio di Istituto, che hanno visto il voto favorevole anche dei rappresentanti eletti dalle famiglie”. Ed aggiunge: “C'è stato prima di tutto un problema di comunicazione tra i rappresentanti dei genitori nel consiglio e i genitori stessi se sorge questo problema”.

Si sono tenuti dei sondaggi preliminari? Era emersa prima delle delibere che c'era una fetta di utenza, stimata in circa un quarto del totale, che avrebbe trovato la modifica oraria un disagio per l'organizzazione della famiglia? Inoltre - dato che si parla di scuola pubblica dell'obbligo e di un servizio di flessibilità oraria che viene comunemente fornito da tutte le scuole - l'espulsione di una minoranza di bambini dal loro percorso naturale di studi, nel loro quartiere, è un prezzo accettabile per l'innovazione didattica riguardante la maggioranza degli altri bambini? Può dirsi inclusiva una scuola pubblica che esclude l'utenza del suo bacino? Sono alcune delle domande irrisolte che si pongono in questa vicenda.

Alcune famiglie potranno optare per iscrivere i propri figli in altre scuole medie della città che praticano il “sabato a scuola”, dove però arriveranno come iscritti “da fuori bacino” e quindi in coda all'utenza dei rispettivi bacini scolastici. Come verranno gestite queste domande? “Le iscrizioni sono in corso fino alla fine di gennaio – spiega l'assessora Casara – è difficile dirlo adesso, se non si conoscono i numeri. Inoltre esistono titoli preferenziali per altri istituti, per esempio la vicinanza al luogo di lavoro di un genitore o la residenza nel territorio di bacino dei nonni. Difficile, quindi, quantificare questa utenza e come si distribuirà. Alla chiusura delle iscrizioni vedremo se c'è da fare qualcosa”.

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