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Cronaca

Segnalazioni di sospetto riciclaggio, Forlì-Cesena prima in regione

Nel 2014 ben sei province della nostra regione sono tra le prime 50 province italiane per maggior numero di segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio in rapporto alla popolazione residente, con la Romagna che occupa tre posti di assoluto rilievo

Nel 2014 ben sei province della nostra regione sono tra le prime 50 province italiane per maggior numero di segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio in rapporto alla popolazione residente, con la Romagna che occupa tre posti di assoluto rilievo in questa non invidiabile classifica. In particolare la provincia di Forlì-Cesena (17esima posizione) registra ben 139 segnalazioni ogni 100mila abitanti (con il preoccupante incremento del 42,6% rispetto all’anno precedente), seguita da Rimini (25esima) con 131 casi segnalati e poi da Ravenna (40esima) con 112 segnalazioni e un aumento del 34,7% in rapporto al 2013.

E’ quanto emerge dall’analisi elaborata dall’Osservatorio regionale dei bancari della Cisl sui dati dell’UIF (Ufficio Informazione Finanziaria di Banca d’Italia) e dell’Istat e presentata ai quadri sindacali della categoria questa mattina a Bologna presso la sede della Cisl regionale. In un contesto che lascia poco spazio all’ottimismo, nell’ambito regionale Bologna mantiene il primato per numero assoluto, con 1.077 segnalazioni, registrando un arretramento del 28,5% rispetto al 2013 e risultando la provincia con la più ampia riduzione della regione. Difatti, l’Emilia-Romagna presenta un segno meno del 3,8% sull’anno precedente, in controtendenza sul dato nazionale. Dato medio nazionale invece cresciuto dell’11,3% e giunto così a ben 71.758 segnalazioni totali.

“Dati – ha commentato Marco Amadori, segretario generale dei bancari (First) della Cisl Emilia-Romagna - che confermano pienamente quanto emerso sia dall’indagine “Aemilia”, di cui si aprirà a breve la fase processuale, sia dal recente rapporto sulle mafie redatto da Libera in collaborazione con la Regione”. “Mafie che – continua il sindacalista - tentano di riciclare i proventi illeciti nelle economie sane e più promettenti del Paese, spesso sostituendosi al canale bancario nei finanziamenti all’impresa e causando così un grave scompenso nel tessuto economico e sociale che, non di rado, sfocia nella piaga del lavoro nero o irregolare”.

“In questa delicata fase – ha continuato Amadori - un plauso va rivolto di certo ai dipendenti di banca, per il loro impegno civico e per la puntualità e la precisione con cui applicano la normativa, visto che ben il 95% delle SOS è inviato esclusivamente da loro e solo il 5% dai professionisti (notai, commercialisti ed operatori non finanziari)”. “Un impegno che negli ultimi tempi ha subito un notevole aggravio a causa dell’allerta terrorismo e dell’enorme flusso di denaro che questo fenomeno smuove”.

Da qui l’appello del segretario generale della First alle banche e alle Istituzioni. “Auspichiamo che le banche continuino la formazione dei loro dipendenti sull’antiriciclaggio e favoriscano sempre più un clima volto ad agevolare le segnalazioni, e, nello stesso tempo, chiediamo alle Istituzioni di porre in essere norme indirizzate a tutelare ancora di più la riservatezza di coloro che fanno le segnalazioni. E ciò perché solo favorendo la cultura della legalità, peraltro fortemente presente nella nostra regione, si può creare l’antidoto migliore per combattere mafia e terrorismo”.

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