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Cronaca Galeata

Ponte appena costruito e sequestrato, indagati sindaca e giunta

I carabinieri della sezione giudiziaria in servizio alla Procura di Forlì hanno eseguito venerdì mattina il sequestro del nuovo ponte ciclo-pedonale di Mercatale

I carabinieri della sezione giudiziaria in servizio alla Procura di Forlì hanno eseguito venerdì mattina il sequestro del nuovo ponte ciclo-pedonale di Mercatale, a Galeata in uscita dal paese verso Pianetto. Il sequestro proventivo è stato chiesto dalla Procura della Repubblica di Forlì e concesso con un decreto del Tribunale. Il sequestro arriva a seguito di un'inchiesta relativa a presunte irregolarità urbanistiche previste nel Dpr 380/2001 in cui sono indagati il sindaco Elisa Deo, la giunta di Galeata e il capo ufficio tecnico dello stesso Comune. 

Lo scorso anno c'era stata la cerimonia di intitolazione della struttura a Dante Alighieri. La passerella ciclo-pedonale è stata realizzata nel 2020 sul percorso del Parco archeologico di Mevaniola e della villa di Teodorico. Nell’antica borgata di Mercatale è presente il “Sasso di Dante”, secondo documenti d’archivio settecenteschi (il campione delle strade del 1778) il luogo rappresenterebbe una sosta nel peregrinare di Dante, da qui l'intitolazione. Proprio in quel punto era presente un ponte fino al 1944, quando venne bombardato e mai ricostruito, se non appunto lo scorso anno all'interno di un finanziamento per itinerari turistici in val Bidente.

La struttura ha avuto un iter molto tormentato per l'opposizione della famiglia Campini residente lungo il percorso per il nuovo ponte che ha sempre sostenuto e portato in tribunale numerose cause giudiziarie prospettando abusi edilizi e realizzazioni edili in terreni di loro proprietà. Una donna si incatenò ad un cancello proprio per impedire l'avvio dei lavori nel settembre del 2018. Tuttavia il Comune di Galeata è sempre andato avanti nel progetto avendo dalla sua carte che attestavano la proprietà pubblica dell'area dell'ex ponte bombardato e della sua strada di accesso. Nell'ambito di questa controversia legale, però, si è arrivati al sequestro penale. 

“Voglio anzitutto rassicurare che il sequestro non dipende da motivi infrastrutturali legati alla sua sicurezza”, spiega il sindaco Elisa Deo. Il problema, come d'altra parte viene confermato dagli inquirenti, è di natura amministrativa e burocratica. “Viene contestato un reato legato all'iter amministrativo, in particolare una presunta difformità tra strumenti urbanistici, tra il piano operativo comunale di Galeata e le previsioni del piano provinciale. Per l'opera abbiamo tutte le autorizzazioni, compreso quella per il paesaggio”, sempre Deo. “Abbiamo fiducia nell'autorità giudiziaria e che la questione si risolva il prima possibile, ma avvieremo subito un'istanza di dissequestro del ponte per restituirlo alla fruizione dei cittadini”. Giunta e uffici tecnici, infatti, sono convinti di aver svolto correttamente l'iter amministrativo e si riservano di argomentare coi loro legali le conclusioni del perito ingaggiato dalla Procura che hanno portato appunto al sequestro.

“Ci tengo a precisare, infine, che quest'inchiesta è figlia di una delle tante denunce fatte dalla famiglia Campini, che nel tempo ci ha addossato numerosi reati di cui, però, non c'è stato alcun riscontro poi in Procura. Tant'è che in questo vicenda non risulta neanche come parte offesa. Lo stesso perito della Procura, dalle cui conclusioni arriva il sequestro, conferma che il ponte sorge su un'area verosimilmente pubblica”.

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