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Cronaca

Settore dimenticato, l'allestitrice di fiere a Dubai e Montecarlo: "Siamo allo stremo"

"Abbiamo perso 800 mila euro di fatturato e in cambio abbiamo ricevuto 4 mila euro" spiega Diana, che con suo marito gestisce "Meeting Packet" di Forlì, azienda leader del settore dell'Exhibition Design

Diana Minghetti allestisce stand fieristici di qualità da 30 anni, portando la creatività romagnola in tutto il mondo, dall'Europa agli Emirati, dall'India alla Thailandia ma, dallo scorso 9 marzo, causa Covid, ha chiuso l'ufficio senza mai più riaprirlo.

"Abbiamo perso 800 mila euro di fatturato e in cambio abbiamo ricevuto 4 mila euro - spiega Diana, che con suo marito gestisce "Meeting Packet" di Forlì, azienda leader del settore dell'Exhibition Design - Tutti si sbracciano a parlare di parrucchieri, di palestre e di ristoratori, ma nessuno conosce il mondo degli allestitori e quello che stiamo subendo. Soprattutto manca la consapevolezza di cosa muove il settore: progettisti, squadre di montatori, autotrasportatori. Noi quando allestiamo stand alla fiera di Dusseldorf partiamo con 4 tir pieni di materiale. Quello che chiediamo  al governo è di ripartire al più presto. Se si può andare all'Ikea - si chiede Diana - perché non dovremmo essere sicuri ad andare a una fiera? In più vogliamo ristori adeguati, non dati in base ai codici Ateco ma alla perdita reale di fatturato. Perdite che sono semplicissime da verificare perché c'è la fatturazione elettronica".

Diana Minghetti, che tra una fiera della nautica a Montecarlo e una medicale a Dubai ha lavorato anche per la mostra di Venezia e per la Santa Sede, fa parte di "Allestitori si nasce" un gruppo di circa 500 colleghi in tutta Italia che dalla scorsa primavera si è unito in una chat in modo spontaneo per condividere il senso di sgomento dovuto al momento di inattività totale, per aiutarsi nelle pratiche concrete e cercare soluzioni. "Ci stiamo muovendo tutti insieme perché siamo veramente allo stremo. Grazie alla Confartigianato di Forlì - continua Diana Minghetti - sono riuscita a inoltrare le richieste per avere quel minimo di ristori avuti perché era difficile anche capire come aprire le pratiche. In più l'associazione che ci rappresenta, l'Asal, Assoallestimenti, si sta muovendo a livello governativo per far capire che cos'è il lavoro di allestitore. Infine, grazie al gruppo Allestitori stiamo provando a far valere i nostri diritti rivolgendoci direttamente a Roma. In questi giorni abbiamo inviato una lettera con le nostre richieste e stiamo aspettando di conoscere la risposta".

"Ci è stato tolto il lavoro, ci è stata tolta la nostra passione, quello per cui abbiamo vissuto fino a ieri - si legge nella lettera - E siamo stati anche dimenticati e bistrattati. Saper chiedere aiuto non è facile, è anzi un risultato che si conquista solo con l’esperienza, per non dire con l’età. Ora, però, chiediamo aiuto. Ora noi allestitori, che da sempre siamo quelli che aiutano e che si aiutano vicendevolmente, siamo qui a chiedere aiuto, un aiuto per sopravvivere. Un aiuto per riavere la nostra dignità. Chiediamo al Governo di ascoltarci, di vedere che esistiamo e che stiamo morendo, di darci degli strumenti veloci e proporzionati alle nostre necessità, proporzionati alle perdite che stiamo affrontando, proporzionati al valore del nostro lavoro. Perché quando arriverà la ripresa, perché la ripresa arriverà, le fiere giocheranno un ruolo strategico per il rilancio dell’economia, ma se non ci saranno più gli allestitori non ci saranno più nemmeno le fiere".

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