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Cronaca

L'altra faccia dell'emergenza abitativa, l'odissea del locatore: "Casa sfasciata dopo lo sfratto"

E' l'altra faccia dell'emergenza abitativa: la difficoltà dei proprietari degli immobili dati in affitto di ottenere il pagamento del canone e le procedure lente e tortuose degli sfratti

E' l'altra faccia dell'emergenza abitativa: la difficoltà dei proprietari degli immobili dati in affitto di ottenere il pagamento del canone e le procedure lente e tortuose degli sfratti. Perché se da una parte c'è la difficoltà a pagare l'affitto per le famiglie indigenti, è anche vero che a fare da “ammortizzatore sociale” del disagio abitativo è in questi casi solo un altro privato, che alla fine si sobbarca di costi aggiuntivi come il ripristino di spazi danneggiati e il salato carico fiscale su somme neanche realmente percepite. Così che, alla fine, lo Stato e l'apparato pubblico non si fa carico del costo della problematica di quella "fascia grigia di soggetti" che sono fuori dai criteri per la concessione di un alloggio pubblico (che pure arriva dopo anni di liste d'attesa) ma anche non in grado di reggere un affitto a libero mercato. Con l'aggiunta di tutti quelli che ci marciano, pur avendo magari anche la possibilità di pagare.

E' il succo di uno sfogo di un cittadino forlivese che racconta la sua storia di locatore di un immobile: “L'emergenza  anche coloro che hanno un immobile da affittare. I proprietari di immobili, quelli che non affittano a nero e non chiedono affitti da capogiro, perché magari anche loro sono stati affittuari, che oggi si trovano nella veste di locatori per aver ereditato magari un immobile di famiglia, hanno capito quale sia l'antifona. Lo Stato ha deciso di caricare sulle spalle di queste persone una responsabilità che sarebbe sicuramente un suo compito. Le leggi che normano le situazioni di morosità sono sicuramente a sfavore del proprietario”.

Racconta quindi la sua storia il locatore: “Faccio il mio esempio, in 12 anni ho dovuto eseguire due sfratti per morosità. Nel primo caso, una volta raggiunti i 3 mesi di morosità ho proposto all'inquilino, il quale mi diceva di non poter pagare, di lasciare lui l'appartamento con la condizione che mi impegnavo a non chiedere i canoni arretrati. La risposta è stata candidamente che se doveva andarsene lo avrebbe dovuto decretare un giudice. E la persona in questione, al momento della sottoscrizione del contratto di affitto, mi aveva pure proposto di registrare metà canone e di pagare l'altra metà a nero. Cosa che ovviamente ho rifiutato e che in seguito ho compreso fosse fin dall'inizio un espediente per pagare meno anche in caso di sfratto”.

“Nel secondo caso è entrata una famiglia che ha provveduto a pagare la caparra ed il primo mese di locazione salvo poi non versare più neppure un euro e non rispondere al telefono. La più bella comunque era quando andavo a suonare il citofono e mi rispondevano che sarebbero scesi, ma neppure dopo 30 minuti di attesa si vedeva nessuno. L'apertura della procedura per sfratto per morosità è avvenuta nel settembre 2018 e lo sfratto, con relativo sgombero, si è concretizzato i primi di novembre 2019. Ora voglio dirvi che per questo sfratto sono stati necessari 4 accessi, con 3 rinvii, per i quali ho dovuto prendere permessi al lavoro e pagare tutte le volte il fabbro che era lì per cambiare la serratura, mi sono ritrovato un appartamento in condizioni deprecabili, con muri tutti disegnati e un livello di pulizia paragonabile a quello di latrine pubbliche abbandonate. Per ora poi ho dovuto pagare le tasse sui canoni non incassati poiché è solo la sentenza del Tribunale che è documento valido per non pagare su ciò che non si è incassato. E aggiungasi, dulcis in fundo , che gli inquilini uscenti non si sono degnati di portare via molta immondizia di vario genere che, col sistema di raccolta oggi esistente e gestito da Alea, temo mi costerà ulteriori sforzi economici. E poi ho scoperto che la famiglia che era in casa mia era stata sfrattata dal precedente proprietario di casa. E a questo punto una domanda nasce spontanea: sarà mica che chi non affitta i propri immobili, non si senta tutelato? Almeno che venga introdotto uno strumento che permetta ai proprietari di sapere se la persona interessata all'affitto sia un cattivo pagatore o no. O tali strumenti sono solo per la tutela delle banche e delle assicurazioni?”.

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