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Cronaca

Si ricorda il popolare Don Pippo nel 70° anniversario della morte: tutte le iniziative della diocesi

Monsignor Giuseppe Prati, per i forlivesi semplicemente “don Pippo”, è stato uno degli uomini di chiesa più amati e popolari. Il suo ricordo, ad ormai 70 anni dalla morte, rimane indelebile

Sono due gli eventi programmati dalla Diocesi di Forlì-Bertinoro per ricordare il popolare Don Pippo nel 70° anniversario della scomparsa. Domenica 13 novembre, alle 19, nella chiesa di Santa Lucia, il vescovo Livio Corazza presiederà la celebrazione eucaristica, animata dal coro San Paolo - Cappuccinini diretto dal maestro Enrico Pollini. Lunedì 14 novembre, alle 21, nel Salone comunale di Forlì si terrà l’incontro pubblico dal titolo “Il mondo dell’informazione nella missione della Chiesa”. Dopo i saluti del vescovo Livio e del sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, interverranno il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda e il responsabile del settimanale diocesano il Momento, don Franco Appi, moderati da don Giovanni Amati, responsabile dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.

Nel corso della serata sarà proiettato il trailer del docufilm su don Pippo “Potevo farmi santo”, con l’intervento del regista Romeo Pizzol. “Don Pippo - afferma Livio Corazza - era prete fino in fondo, in tutto quello che faceva. La cittadinanza di Forlì ricorda uno dei suoi cittadini migliori, la Chiesa cattolica di Forlì ricorda uno dei suoi preti migliori. Don Pippo è stato un buon cittadino perché è stato un buon cristiano, un buon prete. Non solo i cristiani, ma tutti i cittadini gli sono riconoscenti per aver amato in particolare i giovani, i poveri e la verità, obbedendo alla luce del Vangelo, alla sua coscienza e alla dignità di ogni persona”.

Monsignor Giuseppe Prati, per i forlivesi semplicemente “don Pippo”, è stato uno degli uomini di chiesa più amati e popolari. Il suo ricordo, ad ormai 70 anni dalla morte, rimane indelebile. Grande educatore, partecipò con Mario Baldelli alla nascita dello Scoutismo a Forlì. Il lieto evento si materializzò nella primavera del 1923 presso l’oratorio “San Luigi” della parrocchia di San Biagio, non ancora gestita dai Salesiani. Al suo attivo, questo straordinario sacerdote vanta anche la fondazione del Partito Popolare a Forlì. “Si sente dappertutto odor di polvere, la politica italiana non riesce a farsi valere, ecco il risultato di una situazione dolorosa, incerta, pericolosa”. Il brano è tratto da uno dei suoi “Scritti” risalenti al 1919, ma sembra di leggere emozioni e sensazioni odierne. Nella logica di favorire il superamento del disimpegno dei cattolici dalla politica, conseguenza diretta del “non expedit” imposto da papa Pio IX nel 1874, don Pippo, sempre nel 1919 diede vita al “Il Momento”, il periodico diocesano retto sino alla morte avvenuta il 9 novembre 1952.

Quel giornale, nel frattempo divenuto settimanale, nel 2019 ha compiuto un secolo ed è stato palestra di vita per alcuni suoi giovani, poi divenuti uomini di punta del panorama socio-culturale forlivese: Diego Fabbri, Gino Matterelli, don Francesco Ricci. Don Pippo seppe calarsi fra i semplici, fino ad essere uno di loro e a condividerne le tragedie. Come quando, il 25 agosto 1944, un istante dopo il risuonare della sirena che annunciava la fine delle ostilità, uscì precipitosamente da San Mercuriale, di cui fu parroco sino alla scomparsa, per recare soccorso alle decine di malcapitati rimasti sul selciato di piazza Saffi, appena devastata dal più pesante bombardamento aereo che la città ricordi. Don Sergio Scaccini, suo cappellano a Santa Lucia, ha raccontato che don Pippo “passò l’intero pomeriggio a raccogliere sui muri e in chiesa i resti di carne umana delle decine di vittime della sventura”. Il suo ricordo più concreto rimane la Fondazione Opera Don Pippo, sorta nel 1952 per iniziativa di Elisabetta Piolanti. All’interno della sede storica di via Cerchia 101 sono presenti numerose attività per disabili: il Centro Socio-Riabilitativo Residenziale “Mamma Bettina” e il Centro Socio – Riabilitativo Diurno “Luigi Lago”, il Gruppo appartamento “Mauro Maltoni”, tre appartamenti per il progetto “Liberi di…” e infine un piccolo locale, che può accogliere due persone in servizio di volontariato europeo

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