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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Dal Polo Sud a Forlì: torna a casa la ricercatrice Simonetta Montaguti

La ricercatrice è stata accolta al rientro a Forlì dal sindaco Davide Drei. Insieme hanno inaugurato ai Musei San Domenico la mostra celebrativa dei 30 anni del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide

Si è conclusa mercoledì la missione scientifica internazionale nel gelido plateau australe della ricercatrice forlivese dell'Isac-Cnr Simonetta Montaguti. Dalla base "Concordia", tra i -30°C del Polo Sud dove è stato portato il gagliardetto del Comune di Forlì, Montaguti ha raccolto ed elaborato dati sul clima e sull’ambiente, controllato la strumentazione tecnica e lanciato quotidianamente sonde di rilevazione. La ricercatrice del Cnr aveva fatto la prima esperienza al Polo Sud nel 2006. Ci aveva lasciato il cuore e ci è tornata nel 2013 affrontando il suo primo inverno polare. Un lavoro duro che comporta anche la permanenza fuori dalla base, al buio e a temperature che d'inverno arrivano a toccare i meno 80 gradi e sono resi ancora più gelidi dal forte vento.

Montaguti è stata accolta al rientro nella città mercuriale dal sindaco Davide Drei. Insieme hanno inaugurato ai Musei San Domenico la mostra celebrativa dei 30 anni del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. La mostra, curata da Roberto Azzolini, Guido Di Donfrancesco e Anna Maria Fioretti, ripercorre le tappe fondamentali della presenza italiana in Antartide, illustrandone i luoghi e le ragioni e mettendo in luce i principali risultati scientifici e logistici ottenuti dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide, le difficoltà superate e gli obiettivi futuri. L'itinerario espositivo si conclude con una coinvolgente selezione di fotografie e filmati realizzati in Antartide da tre grandi artisti (Paul Nicklen, Roberto Palozzi ed Enrico Sacchetti).

Il ritorno della ricercatrice Simonetta Montaguti (foto di Alessandra Salieri)

Il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, istituito con legge nel 1985 dal Parlamento al fine di consentire la partecipazione italiana al Trattato sull'Antartide, è un programma di ricerche nazionale finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca che si avvale della Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide per la pianificazione strategica delle attività. L'attuazione logistica del programma è affidata all'Enea, mentre il coordinamento scientifico delle attività di ricerca è compito del Cnr.

Nato da una decisione di geo-politica intemazionale, da 30 anni il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide promuove e consente lo svolgimento di attività di ricerca di assoluta peculiarità nel continente antartico, l'ultimo luogo ancora incontaminato del pianeta, conseguendo risultati scientifici, talora di eccellenza, che hanno ricevuto l'apprezzamento e il riconoscimento della comunità internazionale.

Il Programma ha coinvolto ad oggi oltre 3000 scienziati e specialisti, coordinati in una rete fra le Università e i maggiori Enti pubblici di ricerca. A supporto delle attività di ricerca sono state realizzate infrastrutture tecnologicamente avanzate come la stazione costiera Mario Zucchelli e la Stazione continentale Concordia (in collaborazione con la Francia), ed è stato sviluppato un sistema integrato (marittimo e aereo) di trasporti verso e all'interno del continente di ghiaccio.

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