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Sindacati e Serinar ai ferri corti: "Licenziamenti illegittimi, chiediamo il reintegro"

I licenziamenti delle quattro dipendenti di Serinar è a detta dei sindacati illegittimo e per questo sarà impugnato per il reintegro. Si alzano i toni all'interno della società pubblica partecipata dagli enti locali di Forlì e di Cesena

I licenziamenti delle quattro dipendenti di Serinar è a detta dei sindacati illegittimo e per questo sarà impugnato per il reintegro. Si alzano i toni all'interno della società pubblica partecipata dagli enti locali di Forlì e di Cesena, presieduta dal presidente della Camera di Commercio Alberto Zambianchi. I sindacati FILCAMS - CGIL, FISASCAT - CISL e UILTUCS - UIL scrivono: "Notiamo come a distanza di tempo e di fronte all’opinione pubblica non emergano e anzi non vengano nemmeno citate le rigidità delle posizioni assunte, la mancanza d’informazioni preventive e il mancato rispetto degli accordi presi. In primis siamo a ribadire che gli incontri tenutisi da maggio 2014 sono stati frutto di una precisa richiesta sindacale effettuata in data 21/05/2014 a seguito di informazioni ricevute in “segreto” dai dipendenti".

"Durante i primi incontri tenutisi con l’azienda Ser.in.ar, la stessa si era dichiarata non disponibile ad attivare percorsi di ammortizzazione sociale, volendo procedere sin dal 2014 al taglio secco di 4 teste, dipendenti individuati senza alcun criterio tecnico organizzativo e produttivo tangibile. In data 27/10/2014 si è aperto su richiesta delle organizzazioni un tavolo di crisi presso la Provincia di Forlì-Cesena al fine di salvaguardare i livelli occupazionali. Ser.in.ar si era resa disponibile dopo un aspro confronto ad aprire un percorso di cassa integrazione ma senza il principio di equa rotazione. Tale posizione è stata confermata con lettera sottoscritta in data 31/10/2014 da parte del Presidente di Ser.in.ar Alberto Zambianchi, lettera nella quale scaricava l’intero peso della crisi su 4 persone. Tale proposta era ovviamente inaccettabile per i sindacati e contraria al Patto per attraversare la crisi sottoscritto presso la Regione Emilia Romagna".

"Solo a seguito dell’insistenza dei sindacati si è riusciti a sottoscrivere in data 28/01/2015 un accordo di cassa integrazione con principio di equa rotazione, nella quale era coinvolta la totalità dei dipendenti ad eccezione del direttore. Nonostante ciò, nessun tipo di rotazione è stata effettuata e le 4 lavoratrici sono state sospese a zero ore e in seguito al termine della cassa integrazione sono state ingiustamente licenziate. il percorso quindi che Se.ri.nar ha unilateralmente adottato non solo non rispetta le relazioni sindacali ma nemmeno gli accordi sottoscritti, pertanto chiederemo un incontro urgente finalizzato al reintegro delle 4 lavoratrici a nostro avviso ingiustamente discriminate".

"Oggi le lavoratrici sono in disoccupazione - non in mobilità in quanto non prevista per legge! - e senza alcuna prospettiva di ricollocazione come invece indicato da Se.ri.nar, per questo le tuteleremo chiedendo che, come si è fatto in ogni caso di crisi che si è presentato nel nostro territorio, si faccia tutto il possibile per mantenere l’occupazione o individuare percorso di ricollocamento entro il termine della disoccupazione".

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