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Cronaca

Il Sindacato Autonomo di Polizia dice "No" al reato di tortura contro le forze dell'ordine

Mercoledì mattina, in piazza Sighinolfi, i componenti della segreteria provinciale del Sap di Forlì-Cesena hanno effettuato un volantinaggio per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'introduzione del reato di tortura in discussione in Parlamento

Mercoledì mattina, in piazza Sighinolfi, i componenti della segreteria provinciale del Sap di Forlì-Cesena hanno effettuato un volantinaggio per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'introduzione del reato di tortura in discussione in Parlamento. "La norma, al vaglio ancora del Parlamento, a nostro parere, rappresenta l’ennesimo regalo ai delinquenti poiché ci metterà nell’impossibilità di difenderci da accuse infamanti e non provate; basterà una parola di troppo oppure uno sguardo truce per rischiare di cagionare le “acute sofferenze psicologiche” - esordisce il segretario provinciale, Roberto Meloni -. Per non parlare, poi, dell’autonoma fattispecie di reato relativa all’istigazione a commettere reato da parte del pubblico ufficiale creata apposta per punirci anche se non abbiamo commesso nulla".

"Semmai dovesse essere introdotto il principio per cui tra gli eventi di tortura dovesse essere ricompresa “l’acuta sofferenza psichica”, tanto per fare un esempio, chiunque, uscendo da un ufficio di polizia, potrebbe denunciare di avere patito acute sofferenze psichiche impossibili da dimostrare ed altrettanto impossibili da smentire - continua Meloni -. In questo il partito dell’antipolizia e degli allergici alle divise troverebbe sponda per colpire i poliziotti con una valanga di denunce strumentali. Il pericolo concreto è che in tale sciagurata ipotesi, ovvero dell’approvazione del reato di tortura così com’è stato proposto, si possa creare un clima di grande demotivazione tra gli appartenenti alle forze dell’ordine unico vero obbiettivo da colpire per una norma che rappresenta unicamente un manifesto ideologico. Al riguardo è oramai da tempo che invochiamo l’installazione di telecamere all’interno degli uffici, sulle auto di servizio e sulle divise. Le riteniamo, infatti, l’unico vero strumenti di verità e giustizia. E’ da tempo che chiediamo di mettere sotto i raggi X la nostra attività e lo già abbiamo fatto, solo noi, distribuendo microcamere a tutti i nostri iscritti (campagna spypen)".

"L’Europa - continua Meloni - ci chiede di punire i comportamenti di tortura, ma questi sono già previsti nel nostro ordinamento come fattispecie di reato specifiche e occorrerebbe solo, al massimo, una norma di coordinamento. Al riguardo citiamo il Prof. Ugo Ruffolo che, in merito, ha testualmente affermato sui fatti dalla Diaz e sull’introduzione del reato di tortura “…anche codificando la tortura nulla sarebbe cambiato, essendo ogni singolo atto di tortura già autonomo reato. Da perseguire realmente, allora, non aggravando pene e prescrizioni, ma rendendo certa la pena e celeri i processi. Se ogni atto di tortura è già reato, evitiamo inutili previsioni nuove volte anche solo a criminalizzare la polizia…”. Per questo motivo, in via Delle Torri, abbiamo incontrato la gente a cui abbiamo consegnato il volantino già distribuito a Milano e Roma. Il risposta delle gente, come al solito, è stato di grande fiducia e sostegno perché i primi a rimetterci contro una norma di questo tipo sono proprio i cittadini.

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