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Domenica, 24 Settembre 2023
Meteo

Malori da caldo, sei accessi al giorno al pronto soccorso. Dopo il picco di mercoledì lieve calo delle temperature

Anche la giornata di venerdì proseguirà sulla falsa riga di quella di giovedì, con massime attese tra 32 e 35°C. Sabato si annuncia a tratti instabile

Il caldo concede una sorta di tregua dopo il picco di mercoledì. Alle 13 il termometro della stazione urbana dell'Arpae di Forlì segnava 30,8°C, tre gradi in meno rispetto al riferimento di mercoledì, quando la massima è stata di 37,1°C registrata alle 17. Caldo in attenuazione anche nell'entroterra: prendendo come riferimento le 13, a Rocca San Casciano si è passati dai 35,2°C di mercoledì (la massima è stata di 36,3°C alle 16,30) ai 30,8°C di giovedì, mentre a Voltre da 34,3°C (massima di 38,4°C alle 15) a 30,3°C. Quindi la flessione è dell'ordine di 3-5 gradi. Colonnina di mercurio che nel corso della giornata ha proseguito la sua scalata in tutto il territorio. Non aiutano gli alti tassi di umidità, con conseguenti condizioni di disagio bioclimatico, con la temperatura percepita superiore a quella reale. In questi giorni non sono mancati gli accessi al pronto soccorso riconducibili al caldo. Contattato da ForlìToday, l'ufficio stampa dell'Ausl Romagna comunica che, come nelle precedenti annate, si registrano cinque-sei casi al giorno di malori collegati al caldo e che hanno riguardato in particolar modo la popolazione anziana.

Anche la giornata di venerdì proseguirà sulla falsa riga di quella di giovedì, con massime attese tra 32 e 35°C. Sabato si annuncia a tratti instabile. L'Arpae informa che "nella prima parte della giornata nuvolosità variabile con rovesci o temporali che ad iniziare dal settore occidentale andranno in rapida estensione al restante territorio. Nel pomeriggio tendenza a rapido esaurimento dei fenomeni ad iniziare dal settore occidentale con fenomeni residui sul settore più orientale della regione. Le temperature minime saranno comprese tra 22 gradi delle pianure interne e 24/25 gradi del settore costiero, mentre le massime in flessione tra 29 e 34 gradi". Nei giorni a seguire, si legge nel bollettino dell'Arpae, "flussi di origine Atlantica tenderanno a perturbare le condizioni di generale stabilità garantite da un campo di alta pressione di origine sub-tropicale posizionato sul Bacino del Mediterraneo. Le condizioni meteo risulteranno essere generalmente stabili ad inizio periodo con un buon grado di soleggiamento; solo a partire dalla giornata di martedì sino a termine periodo avremo condizioni di spiccata variabilità con rovesci sparsi. Temperature inizialmente stabili poi in flessione".

Il clima in Italia nel rapporto di Snpa

Nel frattempo è stato pubblicato dall’Ispra il rapporto “Clima in Italia nel 2022”, che mette in luce un’anomalia media termica in Italia di +1,23°C rispetto al valore climatologico 1991-2020. Il rapporto è strutturato in due parti. La prima parte del volume descrive l’andamento del clima nel corso dell’ultimo anno e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia sulla base di dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati climatologici di interesse ambientale (Scia, www.scia.isprambiente.it). La seconda parte raccoglie contributi di approfondimento, dalla scala nazionale alla scala locale, sui principali elementi che hanno caratterizzato il 2022: la siccità e la scarsità idrica, il caldo, gli eventi idro-meteo-climatici e meteo-marini significativi.

Il 2022 è risultato l’anno più caldo dal 1961, superando di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1,0°C il valore del precedente anno 2021. Tutti i mesi dell’anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile: anomalie superiori a 2°C si sono registrate a giugno (con il picco di +3,09°C) e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre. L’anomalia più marcata in estate (+2,18°C), seguita dall’autunno (+1,38°C) e dall’inverno (+0,58°C). Il 2022 è stato l’anno meno piovoso dal 1961, segnando un -22% rispetto alla media climatologica 1991-2020, con precipitazioni inferiori alla norma (-39%) da gennaio a luglio. Le anomalie sono state più marcate al Nord (-33%), seguite dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole (?13%). A scala nazionale i mesi relativamente più secchi sono stati ottobre (-62%) e gennaio (-54%), mentre il mese relativamente più piovoso è stato agosto (+69%). Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature, hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: stimata per l’Italia una disponibilità annua di 221,7 mm (ca. 67 km3), che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l’ultimo trentennio climatologico 1991-2020.

Nel 2022 non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali. Particolarmente rilevante è stato il tragico evento che il 15 settembre ha investito le Marche, dove un sistema temporalesco autorigenerante e stazionario ha causato fenomeni intensi e localizzati, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 mm. A fine novembre 2022, l’Alto Adriatico è stato interessato da un evento meteo-marino eccezionale, connesso al fenomeno della ciclogenesi alpina, che ha fatto temporaneamente registrare valori di innalzamento del livello del mare sotto costa anche superiori a 200 centimetri (tra i più alti delle serie storiche esistenti), che hanno reso necessaria l’attivazione delle barriere del Mose di Venezia. Da ricordare anche l’evento drammatico del 26 novembre a Ischia, con precipitazioni intense e massimi di 176,8 mm in 24 ore,presso la stazione di Forio d’Ischia e 13,4 millimetri in 10 minuti, presso la stazione di Monte Epomeo, che ha innescato colate di fango e causato la perdita di vite umane e ingenti danni al territorio.

L’inverno 2022 è stato caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature: nel mese di maggio è stata stimata una superficie inferiore a 5.000 km2, paragonabile a una situazione tipica di fine giugno-luglio. Il protrarsi nel corso dell’anno di questa, finora rara, combinazione di precipitazioni nevose molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche, ha contribuito ad alimentare le condizioni di forte siccità, oltre ad avere pesanti conseguenze sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.

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