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Cronaca

Il primario di Malattie Infettive: "Aumentati i posti letto Covid a Forlì, ma la curva di crescita non è quella dell'anno scorso"

L'INTERVISTA - Spiega Cristini, direttore di Malattie Infettive: "Si conferma anche nella vita reale dei reparti di degenza la lezione che il vaccino protegge soprattutto dalle forme gravi di malattia e dalla morte"

Con la curva dei contagi da covid-19 in graduale crescita, aumenta anche il numero dei pazienti ricoverati in ospedale. Al dato aggiornato a sabato, a Forlì sono 31 le persone ricoverate per aver contratto il virus, mentre in tutta la Romagna sono 96. Per Francesco Cristini, direttore dell'Unità Operativa di Malattie infettive di Forli e Cesena questa fase "chiamarla recrudescenza della quarta ondata oppure quinta ondata cambia poco, la sostanza è la stessa, ossia i casi stanno progressivamente aumentando come prevedibile, considerando la situazione globale della pandemia".

L'Ausl Romagna è al "livello arancione". Come è la situazione all'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì? La pressione dei ricoveri è in aumento?
Al Morgagni il "livello arancione" prevede che venga incrementato il numero di posti letto da destinare ai pazienti con Covid-19, e così è stato fatto. In particolare, le Unità Operativa coinvolte nella attività di degenza ordinaria rimangono solo Malattie Infettive e Pneumologia, come sino ad ora, ma con un significativo incremento di posti letti disponibili nell'Unità Operativa di Pneumologia. Tutto ciò perchè in effetti la pressione dei ricoveri è sicuramente in aumento.

Rispetto allo scorso anno la situazione è decisamente migliore grazie ai vaccini...
La situazione attuale è molto meno critica di un anno fa, per la ampia copertura vaccinale italiana, e perchè, rispetto ad altri paesi, sono state mantenute tutte le altre strategie di controllo dei contagi, come l’obbligo di mascherine al chiuso ed in caso di assembramenti, il distanziamento laddove possibile ed il green pass. Si pensi che esattamente un anno fa, il 13 novembre 2020 sono stati notificati 40.902 casi, giovedì 11 novembre 2021 i casi erano 8.569, a fronte inoltre di un numero di tamponi eseguiti molto più grande rispetto ad un anno fa, proprio per l’effetto green pass. E’ evidente che lo scenario di questa ondata, in piena era vaccini, è molto diversa.

Tra i ricoverati ci sono anche vaccinati?
Certo, sono soprattutto pazienti grandi anziani, quindi i vaccinati più antichi che quindi sono andati incontro ad una fisiologica riduzione della risposta immunitaria vaccino-indotta, oppure altri pazienti più giovani con condizioni di salute precarie, che potrebbero avere risposto in modo meno efficace al vaccino. Si sa da sempre infatti che i vaccini sono molto efficaci contro l’infezione, ma non al 100%. Ma l’effetto del vaccino in queste categorie di pazienti è evidente, un anno fa un grande anziano che si ammalava di Covid-19 aveva una altissima probabilità di morire, quest’anno la sopravvivenza è molto superiore. Si conferma quindi anche nella vita reale dei reparti di degenza la lezione che il vaccino protegge soprattutto dalle forme gravi di malattia e dalla morte.

Nei bollettini quotidiani emerge spesso come il territorio riminese, dove la percentuale dei non vaccinati è particolarmente alta, i numeri dei contagi sia inferiore rispetto a quello del resto della Romagna. Non trova singolare questo aspetto?
E’ difficile fare confronti fra territori molto vicini, che magari nell’arco di poche settimane possono invertire la situazione epidemiologica. L’indicenza maggiore a Forlì-Cesena in questo periodo, rispetto a Rimini, è verosimilmente correlata a focolai di infezione più numerosi rispetto al Riminese, che quindi hanno causato un incremento di casi più significativo rispetto ad altri territori. Il controllo della pandemia è sicuramente a carico della copertura vaccinale, ma anche di tutte le altre strategie preventive già citate, perseguite in modo molto lungimirante dal nostro paese, come quasi nessuno ha fatto. Basti pensare alla situazione epidemiologica attuale di paesi anche molto avanzati economicamente, che hanno delegato il controllo della pandemia esclusivamente alla campagna vaccinale, eliminando ogni altra strategia preventiva. Stanno correndo ai ripari ora con strategie ben più drastiche di quelle in atto in Italia.

Natale è dietro l'angolo. Come andrà secondo lei a livello di contagi?
Vedendo la pendenza della curva la velocità di crescita pare più contenuta rispetto ad altri paesi, ed è prevedibile che la situazione rimanga gestibile senza crisi, ma prevedere cosa succederà a Natale è un esercizio difficile anche per gli epidemiologi e statistici più bravi. 
 

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