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Cronaca

La circolazione del virus tra i giovani, il primario di Pediatria Valletta: "Prevalgono gli asintomatici. Vaccini a scuola, perchè no?"

L'INTERVISTA - Approfondimento con Enrico Valletta, primario del reparto di Pediatria dell'ospedale "Morgagni Pierantoni"

Con la diminuzione dei positivi tra gli adulti più anziani e vaccinati, il numero delle positività tra i più giovani tende ad assumere un valore percentualmente più elevato. Ad inizio del mese di marzo il 4% sul totale dei contagiati in Romagna era rappresentato dai bambini della fascia d'età 0-5, mentre nelle ultime settimane vi è stato un incremento, con la percentuale salita all'8%. "Ormai dovremmo avere imparato che la circolazione del virus è strettamente dipendente dal livello consentito alla circolazione delle persone e dalla possibilità di mantenere, nonostante tutto, le consuete norme di prevenzione nelle situazioni di maggiore vicinanza interpersonale - spiega Enrico Valletta, primario del reparto di Pediatria dell'ospedale "Morgagni Pierantoni" -. Dallo scorso settembre ad oggi in Emilia-Romagna sono stati registrati circa 4500 casi tra 0 e 5 anni, pari all'1.4% di tutti i positivi. In alcuni periodi la frequenza è stata maggiore, in altri più bassa. Ora che le misure restrittive sono state allentate è da attendersi una ripresa della circolazione del virus. Sta a noi fare sì che resti entro livelli tollerabili".

Si tratta di casi prevalentemente asintomatici?
Sì, su questo nulla è cambiato: i bambini rispondono all'infezione in maniera molto favorevole.

Anche nella fascia 6-10, 11-13 e 14-18, secondo gli ultimi dati diffusi dall'Ausl Romagna, si è registrato un lieve incremento dei contagi, mentre nella fascia 19-24 un calo. Come mai?
E' difficile trovare una spiegazione per ogni singola variazione nell'andamento dei contagi. Ciascuna fascia d'età ha le proprie caratteristiche di comportamenti sociali, di frequentazioni della comunità e di consuetudini di rapporti interpersonali. Possiamo dire che fino ai 18 anni siamo all'interno dell'età scolastica, ma con grandi differenze tra i più piccoli che frequentano la scuola dell'infanzia e gli adolescenti che godono ormai di una larga indipendenza personale. Oltre quest'età entriamo già nel mondo degli adulti con una gamma infinita di comportamenti possibili, spesso anche molto consapevoli. Occorre anche dire che con la diminuzione dei positivi tra gli adulti più anziani e vaccinati, il numero delle positività tra i più giovani tende ad assumere un valore percentualmente più elevato.

In questo momento bimbi e giovani sono i principali vettori del virus?
Non credo che li si possa additare come i principali responsabili dei contagi; fanno la loro parte, certamente, ma in definitiva come tutti coloro che ancora non sono stati vaccinati e che godono in questo momento di una maggiore libertà di circolazione e di rapporti interpersonali.

Siamo nella fascia discendente della terza ondata, caratterizzata prevalentemente dall'alta diffusività a causa delle varianti. Qual è la situazione, per quanto concerne il contesto pediatrico-adolescenziale, nel Forlivese?
Non ho, nel complesso, un'impressione sfavorevole e mi auguro, in realtà, che anche la fascia d'età della quale stiamo parlando possa giovarsi del generale “raffreddamento” della contagiosità di queste ultime settimane. Le varianti sono un evento inevitabile e imprevedibile che va costantemente monitorato perché può mutare il quadro generale in qualsiasi momento.

Avete trattato casi gravi? Quali complicazioni hanno avuto questi pazienti?
Non nell'ultimissimo periodo, e questo ci lascia ben sperare per il futuro. Siamo rimasti ai pochi casi di complicanze infiammatorie e cardiache registrati nei mesi scorsi.

Sono centinaia le classi finite in quarantena, per effetto dell'ordinanza regionale che impone questa restrizioni alla sola positività di uno bimbo o studente, tuttavia sono solo 2 i focolai accertati. E' l'ennesima prova che la scuola è un ambiente praticamente sicuro...
E' certamente un luogo nel quale il rispetto delle norme di sicurezza è attivo al massimo livello possibile. Come è stato già detto, il “rischio zero” non esiste, ma all'interno della scuola la consapevolezza è senz'altro alta e altrettanto elevato il livello di attenzione. I severi interventi di Igiene Pubblica valgono a contenere ulteriormente le possibilità di diffusione del contagio all'interno delle comunità scolastiche.

Alla luce delle considerazioni fatte precedentemente, ritiene necessaria un'estensione della campagna vaccinale alla fascia giovanile al fine di evitare l'insorgere di una quarta ondata dopo l'estate, un po' come si è visto lo scorso anno nei primi giorni di settembre?
Ritengo che progressivamente le campagne vaccinali raggiungeranno anche i più giovani. Diverse sperimentazioni stanno ormai giungendo a conclusione in questo senso e il Canada ha recentemente dato l'autorizzazione alla vaccinazione per i ragazzi a partire dai 12 anni di età. Sarà certamente un provvedimento indispensabile per portare la diffusione del virus ad un ulteriore e, speriamo, definitivo, “raffreddamento”.

Ritiene fattibile una campagna vaccinale nelle scuole? Se sì, in che modo?
Perché no? Quando sarà il momento, potrebbe essere una possibilità, così come mi sembra stia per avvenire nelle aziende. La realizzazione sarà senz'altro complessa ma, d'altra parte, tutto questo periodo è stato complesso e sono certo che la macchina organizzativa ormai rodata troverà una soluzione percorribile.

Estendendo la campagna vaccinale ai giovani, si potrebbero avere ripercussioni positive con un ritorno ad una vita quasi normale....
Non c'è dubbio. Più grande sarà il numero di persone vaccinate - grandi o piccoli non fa differenza -  tanto minore sarà la circolazione del virus. Sperare in una sua scomparsa non è, oggi come oggi, realistico ma ridurre la sua influenza negativa sulle vite di noi tutti è un obiettivo realizzabile e, forse, anche in tempi non molto lunghi.

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