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Siccità

Le ultime piogge non aiutano la diga: "C'è acqua per arrivare fino alla fine d'ottobre"

L'INTERVISTA - Approfondimento con Tonino Bernabè, presidente di Romagna Acque: "Tutto è collegato alle piogge, ma nel frattempo stiamo cercando di dosare le fonti al meglio per mantenere più a lungo possibile l'acqua stoccata a Ridracoli"

La perturbazione che tra giovedì e venerdì ha interessato il Forlivese non ha portato particolari benefici alla diga di Ridracoli malgrado gli oltre 40 millimetri di pioggia caduti. "Il livello dell'invaso continua a scendere - esordisce Tonino Bernabè, presidente di Romagna Acque -, ma tutto questo ha una spiegazione. Poichè si arriva da mesi particolarmente siccitosi, l'acqua precipitata è stata trattenuta dai terreni in sofferenza. Servirebbe che queste perturbazioni non fossero sporadiche o violente, con piogge a carattere di nubifragio, ma continue, con precipitazioni periodiche che possano consentire l'inversione della curva e quindi la risalita del livello dell'invaso".

Sabato mattina il volume del "gigante della Romagna" era di poco superiore ai 18,31 milioni di metri cubi (su un massimo possibile di 33 milioni), oltre la metà della sua capienza totale (circa il 55%), con il livello a quota 540 metri (quello di sforo è a 557,30 metri). "Le scorte che abbiamo a disposizione ci permettono ancora di vivere una situazione di tranquillità - osserva Bernabè -. Ogni anno siamo alle prese con estati molto calde ed è sotto gli occhi l'evoluzione del cambiamento climatico. Dovremo abituarci a queste condizioni che senza alcun dubbio creano squilibri ed instabilità rispetto a quanto eravamo abituati in passato".

Cioè?
Le stagioni stanno mutando le loro caratteristiche. Non resta che adattarci, preparandoci a migliorare la capacità di stoccaggio delle acque e, al tempo stesso - a livello di sistema Romagna - gestire nel modo ottimale le risorse che abbiamo a disposizione, come stiamo già facendo, coordinati con la Regione Emilia Romagna, la Protezione Civile, in modo da non arrivare ad una condizione di sofferenza. I provvedimenti presi dalla Regione sono sicuramente d'aiuto. Tutti i gestori, compresi i Consorzi di Bonifica, stanno facendo di necessità virtù per quanto concerne la capacità di irrigazione, il tutto a vantaggio sicuramente del potabile. I conti si faranno alla fine della stagione e sicuramente il mondo agricolo avrà delle sofferenze. Su questo aspetto a livello nazionale si dovranno delle valutazioni.

Come si può far fronte a queste problematiche?
Bisogna considerare che viene raccolta appena l'11% dell'acqua piovana. Il consumo del suolo negli anni ha penalizzato la capacità dei terreni di immagazzinare acqua. Costruire meglio e rigenerare il patrimonio edilizio esistente è una plausibile soluzione. Occorre allargare le progettazioni per l'utilizzo dell'acqua piovana per gli scopi domestici o per inaffiare i giardini o lavare l'auto per citare qualche esempio. Lo stoccaggio ad uso domestico può garantire delle scorte che possono consentire quindi di risparmiare acqua potabile. Anche le strutture ricettive possono recitare un ruolo importante, con l'utilizzo di autoclavi. Poi c'è l'altra grande frontiera che riguarda i riusi per l'attività irrigua. Nel Riminese, ad esempio, col Consorzio di Bonifica della Romagna, si stanno facendo dei ragionamenti per l'utilizzo dell'acqua del depuratore di Santa Giustina, con un progetto di fitodepurazione che contribuirebbe a risparmiare le acque del Marecchia che alimentano le falde. Si tratta di investimenti che hanno una caduta sul territorio e che generano nell'immediato benefici.

Tornando alla situazione idrica, come possiamo definire la fase attuale?
Rispetto a fine luglio ed inizio agosto stiamo attraversando una fase più stabile e quindi di relativa tranquillità. Non possiamo dire che siamo fuori dall'emergenza, considerando che a fine luglio eravamo arrivati ad una condizione del fiume Po molto preoccupante e che rischiava di condizionare la capacità del Canale Emiliano Romagnolo per alcune aree, soprattutto quelle più dipendenti da questa risorsa, come l'area del Ravennate. Fortunatamente ci sono state delle precipitazioni nella prima parte di agosto in Piemonte e Lombardia che hanno dato ossigeno blu al grande fiume. 

E rispetto alle precedenti estate?
Ogni anno questo tema si ripresenta con condizioni differenti e con una frequenza di ritorno sempre più ravvicinata. Negli ultimi vent'anni abbiamo avuto diverse emergenze, con una media di una ogni cinque anni (2002, 2007, 2011, 2012, 2017 e 2022), ma tutte con caratteristiche diverse. Questa del 2022 è condizionata dal Po, dovuta alla riduzione piogge, ma ancor di più delle nevicate. Le montagne, in particolare le Alpi, sono dei regolatori naturali, cioè più la temperatura è alta in quota e più il ghiaccio trattiene acqua nel tempo. Con l'incremento termico il ghiaccio, sciogliendosi, consegna acqua ai fiumi, alimentandone le portate. Ma con meno nevicate e temperature più alte in quota gli apporti non sono sufficienti.

Facendo un confronto ad esempio con la siccità del 2017?
In quell'occasione il contributo del Po, attraverso il Canale Emiliano Romagnolo, fu importante, perchè in quell'occasione avevamo le falde idriche più basse e meno acqua alla diga di Ridracoli. Quindi la crisi idrica del 2022 non è la stessa del 2017. Quest'anno inoltre non è piovuto mai al di sopra della media storica, con febbraio ed aprile gli unici mesi ad avvicinarsi alla media del periodo. Il dato che mi ha impressionato di più quello di giugno, che ha visto a Ridracoli cadere appena 3,5 millimetri di pioggia, il dato più basso da quando è attiva la diga. Abbiamo visto inoltre un autunno ed un inverno con poche precipitazioni, fatta eccezione per le nevicate di fine dicembre ed inizio gennaio, tant'è infatti che non c'è stata la tracimazione. 

E in vista dell'autunno?
Le scorte che abbiamo a disposizione ci permettono ancora di vivere una situazione di tranquillità, tuttavia non possiamo nascondere una certa preoccupazione per quello che potrà accadere. Con le disponibilità attuali, considerando che la soglia minima di prelievo è prevista attorno ai 5 milioni, possiamo arrivare fino alla fine d'ottobre. Tutto è collegato alle piogge, ma nel frattempo stiamo cercando di dosare le fonti al meglio per mantenere più a lungo possibile l'acqua stoccata a Ridracoli. E' chiaro che con la riduzione delle presenze turistiche i consumi da settembre saranno più stabili e legate ai cittadini romagnoli. 

Cosa possiamo fare noi cittadini?
Utilizzare l'acqua in modo razionale e responsabile. Quindi non tenere i rubinetti aperti più del dovuto, controllare eventuali perdite, utilizzare la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico, e seguire le ordinanze comunali che combattono gli sprechi. 

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