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Cronaca

Chiusura di Mmp, la coordinatrice: "Ne bastano 3 da Bologna, non è un problema di professori"

Questa la presa di posizione della coordinatrice del corso, la professoressa Maria Laura Lanzillo, che ha espresso perplessità circa i motivi che hanno portato il direttore del Dipartimento a proporre la votazione della chiusura del corso

Per non sopprimere il corso di laurea magistrale in "Mass media e politica" al Campus di Forlì "basterebbero gli insegnamenti a Forlì di soli tre docenti incardinati a Bologna, e sarebbe ipotizzabile anche un impegno di soli due docenti bolognesi. Questi docenti, inoltre, non dovrebbero nemmeno essere conteggiati fra i docenti di riferimento della magistrale in discussione". Questa la presa di posizione della coordinatrice del corso, la professoressa Maria Laura Lanzillo, che ha espresso perplessità circa i motivi che hanno portato il direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Filippo Andreatta, a proporre la votazione della chiusura del corso.

I numeri del corso

La docente ricorda che la Laurea magistrale in Mass media e politica, attiva dal 2008 al Campus di Forlì, "ha sempre avuto numeri limitati di iscritti non certo per limitata attrattività, ma per scelta precisa, dato il progetto formativo-culturale che ne è la base e gli spazi laboratoriali a nostra disposizione, al punto che abbiamo dovuto introdurre il numero programmato. Il corso fin dalla sua prima attivazione ha avuto performance ottime, come ha testimoniato anche da ultimo la relazione della Commissione paritetica presentata nel consiglio di dipartimento di di Scienze Politiche e Sociali del 26 novembre scorso".

Dalla relazione, prosegue la professoressa, emergono per il corso di laurea magistrale in "Mass media e politica" "dati in linea, o addirittura migliori, rispetto agli altri corsi di specializzazione del Dipartimento: per attrattività (nel 2021-2022 ha fatto registrare un aumento delle matricole di circa il 30% rispetto all'anno accademico 2020-2021 e rispetto al numero delle domande ricevute il corso ha avuto quest?anno una media di 2,12 domande per posto disponibile, mentre a media del Dipartimento è 2,29 e dei corsi di specializzazione della sede di Forlì è 2,07); per incremento degli scritti con voto maggiore di 106 (+ 16,3% negli ultimi quattro anni); per l?internazionalizzazione in costante miglioramento; per la regolarità degli studenti (nel 2020-2021: 85,7% degli studenti del primo anno con almeno 40 crediti formativi acquisiti, il dato migliore di tutte le lauree magistrati del Dipartimento); e per il placement (a 3 anni dalla laurea 85,7% dei laureati occupati)".

Quindi, analizza Lanzillo, "si tratta del secondo dato migliore di tutte le lauree magistrali del Dipartimento; un dato non casuale, ma frutto anche del grande sforzo nel creare una rete di tirocini specifici e dedicati, che è un altro dei segni di qualità di questo corso di laurea specialistica. Segnalo inoltre che il placement dei laureati di "Mass media e politica" ha avuto anche grandi ricadute sul territorio forlivese con agenzie di comunicazione aperte da nostri laureati: mi sembrava fosse questa una delle missioni di Unibo in Romagna. Questi sono dati che più che portare a chiudere un corso di laurea specialistica certamente di successo, dovrebbero, piuttosto, condurre a incentivarlo ulteriormente. Invece da quando è attivo il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali nessun reclutamento specifico per questo corso di laurea specialistica è stato programmato, nonostante le continue richieste avanzate da docenti del Dipartimento".

Le sorti di "Mass media e politica"

La professoressa rileva che "nonostante le ottime performance, da luglio si è iniziato a discutere del fatto che "Mass media e politica" a causa di cosiddetti ?problemi demografici? non avesse più il modo di essere sostenibile. Non ne sono mai stata convinta, se non altro se messa in termini così drastici". Nel dettaglio, "alcuni docenti che insegnano corsi obbligatori a "Mass media e politica" sono incardinati nella sede di Bologna; un docente che va in pensione, ma che è già stato sostituito con un ricercatore a tempo determinato di tipo B del medesimo; un associato ha vinto il posto da ordinario a Bologna e quindi non potrebbe più insegnare a Forlì; un ordinario ha ricevuto il permesso dagli organi di governo dell?Ateneo, in deroga al regolamento, di trasferirsi al  Dipartimento delle Arti visive, performative e mediali dell'Università di Bologna senza compensazione per la sede".

La questione docenti

La docente ricorda "che il regolamento di Ateneo prevede che se ci sono professori incardinati nella sede di Bologna disponibili a insegnare anche presso le sedi romagnole, non va nemmeno chiesta la deroga agli organi per insegnamento fuori sede. I docenti a cui non si vuole più consentire di insegnare a "Mass media e politica" (senza peraltro che la loro disponibilità sia mai venuta meno e fra questi docenti ci sono io stessa), tengono già corsi obbligatori nella sede di Bologna e non verrebbero meno a questo loro impegno, come hanno sempre fatto. Aggiungo inoltre che nell?anno accademico in corso 9 docenti della Unità Organizzativa di sesde di Forlì (il 25% degli incardinati nella sede) insegnano in corsi di specializzazione a Bologna e ben 3 di loro sono anche docenti di riferimento nei corsi bolognesi".  Insomma, "un continuo movimento di risorse da Forlì verso Bologna, mentre a Forlì "si vuole ora togliere anche la minima compensazione esistita fino a quest?anno".

Per Lanzillo, "per fare continuare Mass media e politica come sempre basterebbero gli insegnamenti a Forlì di soli tre docenti incardinati a Bologna, e sarebbe ipotizzabile anche un impegno di soli due docenti bolognesi. Questi docenti, inoltre, non dovrebbero nemmeno essere conteggiati fra i docenti di riferimento della magistrale in discussione. Da fine luglio ho iniziato una serie di colloqui con il direttore e il delegato alla didattica per vedere di trovare una soluzione ed evitare la chiusura di un corso di successo e molto reputato, come hanno dimostrato anche le dichiarazioni di questi giorni. Mi è stato detto di provare a immaginare un nuovo piano di studi, cosa che ho fatto inviando una mail con una prima tabella il 2 settembre scorso".

Ipotesi e i vari 'no'

"Non ho mai avuto il piacere di discutere questa ipotesi - sottolinea -, nemmeno mi è stato possibile discutere altre ipotesi di piano didattico che ho provato a presentare nel corso dei mesi successivi. Tutti questi progetti, che vi allego per completezza, non chiedono investimenti nuovi su "Mass media e politica". A inizio ottobre si è cominciato a far circolare l?idea che fosse necessario ottimizzare l?offerta formativa del Dipartimento per le magistrali di comunicazione, riconoscendo che la magistrale che aveva problemi didattici e di soddisfazione degli studenti era il corso di "Comunicazione giornalistica, pubblica e d'impresa" a Bologna e non certo "Mass media e politica". È stata perciò costituita una commissione ad hoc, di cui anch?io ho fatto parte, che tuttavia si è riunita solo due volte (il 5 novembre e il 6 dicembre) e che soprattutto non ha mai avuto agio di discutere nel merito una riorganizzazione dell?offerta".

"Solo il 6 dicembre a quattro giorni dal Consiglio che doveva deliberare delle sorti di "Mass media e politica", ci è stato proposto, a fronte della chiusura di "Mass media e politica" data per scontata, un riassetto di minima del piano di studi di "Comunicazione giornalistica, pubblica e d'impresa" , su cui nemmeno siamo stati chiamati a esprimerci e che non prevede un curriculum di comunicazione politica (che è la formazione avanzata che invece offre "Mass media e politica" ). Immaginando che difficilmente ? come i fatti hanno poi dimostrato ? la commissione avrebbe avuto il tempo in poche settimane di lavoro di riorganizzare l?offerta formativa delle magistrali in comunicazione del Dipartimento, nelle settimane di formale durata in carica della commissione medesima avevo proposto di attivare "Mass media e politica" solo per un altro biennio (mail del 7 novembre 2021 a direttore, delegato alla Didattica, presidente Commissione Paritetica) in modo da potere lavorare ancora per qualche mese al riassetto dell?offerta formativa in comunicazione ed avere una transizione ordinata: mi è stato detto di no. Lo stesso no, non argomentato, è stato peraltro ribadito dal direttore ai colleghi che chiedevano di percorrere questa strada il 10 dicembre durante il Consiglio di Dipartimento".

E ancora: "Sempre allo scopo di cercare una soluzione che non portasse a una incomprensibile chiusura di "Mass media e politica", ho poi proposto di trasformare la magistrale in Mass Media e Politica in un sotto-percorso del percorso in Giornalismo digitale di "Comunicazione giornalistica, pubblica e d'impresa", prevedendo il secondo anno a Forlì. In questo modo sarebbe rimasta attiva un?offerta in comunicazione politica e media anche al Campus forlivese (di nuovo mail del 7 novembre)". Ma, rileva la docente, "questa ipotesi non è stata nemmeno discussa. Nel frattempo dalla direttrice del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione mi è arrivata la disponibilità del suo Dipartimento a mettere il requisito di docenza necessario a rendere sostenibile "Mass media e politica", così da non chiuderlo. Anche a questa proposta, che ha evidenziato la sensibilità di un altro direttore del Campus rispetto alle sorti di "Mass media e politica", è stato opposto un no. La proposta è stata invece ribaltata nell?idea di esplorare una possibile nuova magistrale etichettata genericamente Linguistica e politica internazionale, i cui contenuti rimangono ancora tutti da esplorare e che sulla base di questa etichetta non hanno nulla a che fare con i contenuti che avevano caratterizzato "Mass Media e Politica"".

"Perché non si è voluto valorizzare la disponibilità del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione che avrebbe consentito di salvare l?offerta di comunicazione politica a Forlì senza pregiudicare la razionalizzazione della quale parla il direttore? - si chiede Lanzillo -. E perché c?è disponibilità a coinvolgere docenti di entrambi i dipartimenti in un ipotetico nuovo corso di laurea specialistico, ma non nel sostenere un?offerta già attiva e sperimentata? Nonostante tutti questi sforzi per trovare una soluzione non traumatica, l?esito è quello noto, che è stato votato in Consiglio di Dipartimento del 10 discembre scorso e che ha scatenato la protesta veemente degli studenti. Studenti che vedono sparire un corso che ha sempre funzionato e che soprattutto pur in tempi così duri ha sempre garantito un placement di ottimo livello, migliore di quello di tutti i corso di laurea specialistico del Dipartimento presenti nella sede di Forlì".

Le peculiarità

"Certamente Mass Media e Politica" non è il primo corso di laurea specialistica che viene disattivato al Campus di Forlì, ma è certamente il primo che viene disattivato senza che al suo posto venga attivato qualcosa di ancora migliore o innovativo - attacca la docente -. Oltretutto, le magistrali in sofferenza e al tempo stesso dispendiose sono altre nella Unità organizzativa di sede di Forlì del Dipartimento di Scienze Politiche. D?altra parte nemmeno la laurea magistrale "Mass Media e Politica" riempie ogni anno tutti i posti che mette a bando e dunque non è chiaro il ragionamento proposto, quando si sostiene che la perdita sul Campus degli immatricolati di "Mass Media e Politica" verrà compensata con uninnalzamento dei posti della laurea magistrale in 
Scienze internazionali e diplomatiche a 140. Se la laurea magistrale in  Scienze internazionali e diplomatiche non riempie i posti quando i posti sono 120, perché dovrebbe riempirne 140?"

"Si possono argomentare molte cose, ognuno ha legittimamente le sue visioni e le sue preferenze, tutte ugualmente discutibili - argomenta ancora l'insegnante -. Non è però discutibile l?esito di questa vicenda, la cui fotografia è nitida: la sede di Forlì del Dipartimento Scienze Politiche perde una laurea magistrale senza acquistare nulla (il primo anno della nuova triennale Baes attivato a partire dal 22-23 è infatti incardinato nella sede di Bologna) e l?offerta formativa del dipartimento (ma anche di Unibo) perde il percorso di formazione specialistica in comunicazione politica (classe di laurea LM-62). Percorso che fino a quest?anno ha contraddistinto Unibo in Italia per la sua peculiarità. Non esistono infatti altre lauree magistrali in Italia attivate in classe LM-62 che offrano una solida formazione politologica e sociologica sulla comunicazione in ambito nazionale e internazionale e che intreccino, grazie a uno sforzo non comune dei docenti che vi insegnano, formazione teorica avanzata e formazione applicata con il coinvolgimento di importanti professionisti del settore. A ciò si aggiunga un insegnamento fondamentale di Linguaggi e pratiche della comunicazione audiovisiva, un unicum nel panorama delle magistrali di ambito Scienze politiche e sociali, con un laboratorio di video produzione con attrezzature all?avanguardia, realizzato non con le risorse del Dipartimento, che non ha mai voluto investirvi un euro, ma con investimenti del territorio che hanno creduto in questo progetto e nel progetto che ne è ulteriormente gemmato, ovvero "Mass Media e Politica" webtv, che è la webtv del Campus di Forlì, ma non solo (e ciò permette a Unibo di essere una delle poche università pubbliche ad avere una webtv, cosa non irrilevante, dal momento che si parla tanto di innovazione digitale)".

Il futuro

"Questo è senza dubbio quello che perdiamo, e non può essere negato - è l'amara chiosa -. Sull?altro piatto della bilancia abbiamo una serie di impegni dai contenuti vaghi: apertura di tavoli per un ulteriore riassetto dell?offerta sia su Bologna sia su Forlì. Visti i ripetuti no e l?esito del tutto negativo a cui siamo giunti in questi mesi, lasciatemi avere qualche perplessità sul buon esito di questi tavoli, che oltretutto non dipendono solo dalla volontà del Dipartimento di Scienze Politiche. Ma le perplessità più grandi rimangono sui reali motivi che hanno portato il Direttore del Dipartimento a proporre e a fare votare la chiusura di "Mass Media e Politica" (al momento della votazione non erano presenti tutti i docenti incardinati nel Dipartimento, ma molti di meno ? ho chiesto i numeri al responsabile amministrativo gestionale di dipartimento, ma ancora non è riuscito a darmeli -, e i voti contrari fra professori e studenti sono stati 12, a cui si aggiungono 5 astenuti), visto che continuano a non emergere anche dalle sue ultime dichiarazioni le ragioni che gli hanno impedito di impegnarsi per rilanciare un corso di successo, perseguendo ostinatamente, e con posizioni cangianti lungo il percorso decisionale, solo la via della chiusura".

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