rotate-mobile
Storia

Il sopravvissuto alla Shoàh Bruno Laufer in visita al Liceo Scientifico

La vicenda della famiglia ebrea Laufer è narrata anche nella pubblicazione “1944: accadde a Forlì”

Un sopravvissuto alla Shoàh in visita al Liceo Scientifico di Forlì. Bruno Laufer, scampato alla deportazione durante l’ultima guerra, perché nascosto dai Salesiani, insieme alla sua famiglia, nella canonica della chiesa di San Biagio, recherà mercoledì la sua testimonianza agli studenti dell’Istituto “Fulcieri Paulucci de Calboli”, che gli doneranno copia del video da loro realizzato “Per ogni pietra un nome, una persona da non dimenticare”.

Il filmato, prodotto in occasione della recente posa delle pietre d’inciampo a Forlì, ripercorre le vicende della città durante il secondo conflitto mondiale, dando ampio spazio anche alla storia dei Laufer. Sulla vicenda di Bruno e dei suoi familiari si è tenuto a Forlì un incontro pubblico commemorativo nel febbraio 2020, promosso dall’Opera Salesiana, che ha pure prodotto su questi avvenimenti un cortometraggio “Avvolti nella storia”, scritto da Ian Soscara e diretto da Maurizio Nari. Bruno Laufer, che oggi vive a Roma ed è un imprenditore di successo, ma che durante le persecuzioni razziali perpetrate dai tedeschi, si salvò grazie all’intervento di don Pietro Garbin, primo direttore dell’Opera Salesiana forlivese, è ritornato a Forlì in visita ad alcuni istituti scolastici. Martedì, dopo un omaggio alla tomba dello stesso don Garbin presso la nuova chiesa di San Biagio (quella del tempo è andata distrutta nel bombardamento tedesco del 10 novembre 1944), ha incontrato gli studenti delle scuole superiori e poi gli universitari ospiti del convitto salesiano “Orselli”.

I Laufer, ebrei austriaci, fuggiti dall’Austria nel 1938, si erano spostati in Italia per sfuggire ai nazisti, confidando in una rete di conoscenze. Con l’avvento della Repubblica di Salò, nell’ottobre 1943, il rischio di una deportazione nei campi di sterminio divenne concreto e la salvezza, dopo un lungo peregrinare in varie parti dell’Italia settentrionale, si materializzò nell’ospitalità che don Garbin dette a Bruno Laufer, che all’epoca aveva sette anni, a suo padre Oskar ed alla madre Clara Grossberg. I Laufer rimasero nascosti a San Biagio e probabilmente anche nel vicino Istituto Buon Pastore, fino alla liberazione di Forlì, occorsa il 9 novembre 1944. La madre di Laufer, con notevole coraggio, si mise al servizio del salesiano come interprete di lingua tedesca, fingendo di essere un’austriaca sposata con un italiano. Fu così protagonista della trattativa con il comandante tedesco per la liberazione di alcuni rifugiati (tra i quali il marito), catturati in un rastrellamento.

La vicenda della famiglia ebrea Laufer è narrata anche nella pubblicazione “1944: accadde a Forlì”. Curata da Sergio Barberio e Paolo Poponessi ed edita dall'Opera Salesiana di Forlì con prefazione di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), ospita numerosi contributi di rappresentanti delle istituzioni, del mondo scolastico forlivese e degli studenti coinvolti nel progetto di valorizzazione di questa vicenda. Il volume è acquistabile presso l’Istituto Salesiano forlivese (offerta libera). 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il sopravvissuto alla Shoàh Bruno Laufer in visita al Liceo Scientifico

ForlìToday è in caricamento