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Cronaca

Fondo Anti-crisi, aiuti per circa 300 famiglie. Per il 2017 cambia il bando

Ritornerà anche nel 2017 il Fondo Anti-crisi del Comune, che da anni ormai – da quando è iniziata la crisi economica – prevede una serie di misure a contrasto della povertà

Ritornerà anche nel 2017 il Fondo Anti-crisi del Comune, che da anni ormai – da quando è iniziata la crisi economica – prevede una serie di misure a contrasto della povertà, in particolare di coloro che in tale situazione di indigenza si trovano all'improvviso per la perdita totale o parziale del lavoro. Negli ultimi 5 anni sono stati stanziati 860mila euro da parte del Comune di Forlì e questi soldi sono stati gestiti in base ad un bando, stilato in accordo con Cgil, Cisl e Uil, che fissa i criteri per le erogazioni.

Il prossimo anno il bando vedrà sensibili cambiamenti, dal momento che da una parte dovrà adattarsi ad una serie di misure anti-povertà del Governo (sostegno all'inclusione attiva, in vigore dello scorso mese) e della Regione (reddito di solidarietà, in discussione in questi giorni al Consiglio regionale), da una parte perché dall'esperienza dell'ultimo bando sono emersi notevoli residui, fondi utilizzabili ma che non sono stati assegnati, per circa 150mila euro sui 283mila di finanziamento. Cambieranno quindi i requisiti per l'accesso e il bando diventerà aperto (si conta di vararlo il 1 dicembre) e non avrà più una scadenza fissa come lo scorso anno quando si chiuse al 29 febbraio.

I NUMERI DEL 2016 Il sostegno del Comune, su questo specifico capitolo, è andato a 111 famiglie sulle 246 domande pervenute: i contributi sono andati a persone che hanno perso il lavoro o si sono viste ridurre sensibilmente l'orario o ancora a cui è stata sospesa la cassa integrazione, per il 65% con figli minori e il 35% con nuclei senza minori. Le domande ammesse, inoltre, sono andate al 55,9% a persone di nazionalità italiana, 6,3% a stranieri provenienti dall'Unione Europea e il 37,8% a stranieri provenienti da fuori Europa. Le motivazioni di accesso sono state il licenziamento (52%), la sospensione della cassa integrazione (33%) e il mancato rinnovo del contratto a termine (8%). Il beneficio riguarda una cifra tra i 500 e i 1.000 euro una tantum, per un ammontare di 86.111 euro erogati. Rimuovendo altri requisiti indicati inizialmente, inoltre, il Comune ha dato risposta ad ulteriori 64 famiglie in cui si trovavano lavoratori usciti dal ciclo produttivo. Altri 50mila euro, infine, sono stati destinati a maggiori contributi per l'affitto per circa cento famiglie (con certi requisiti il Comune interviene pagando una mensilità del canone). Questi vanno ad aggiungersi ai 245 beneficiari di un analogo contributo per l'affitto finanziato da fondi regionali.

IL FUTURO – Da parte sua il sindaco Davide Drei promette che il Fondo Anti-crisi sarà rinnovato nel 2017 ed anzi quanto residua dall'anno precedente sarà riversato nel bando del prossimo anno: “Ne terremo esplicitamente conto nel redarre il bilancio 2017 del Comune, con uno stanziamento previsto espressamente”.

Parole di soddisfazione anche dai sindacati. Paride Amanti, segretario generale della Cgil di Forlì commenta così: “Siamo consapevoli che è una goccia nel mare, però si conferma il principio che lavoro e casa sono gli elementi fondamentali per rendere le persone cittadini dotati di progetti di vita” .Vanis Treossi, segretario organizzativo della Cisl ricorda che “il nuovo accordo per il 2017 conterrà ulteriore passi in avanti, dato che sarà reso più flessibile ed allargato ad una platea più ampia”. D'altra parte per Treossi “la crisi continua, c'è meno cassa integrazione solo per effetto di una modifica degli ammortizzatori sociali o perché le aziende sono definitivamente chiuse”. Infine  Luigi Foschi, segretario della Uil di Forlì, rimarca che “il nuovo Isee ha stanato gli evasori per cui i contributi vanno ai veri bisognosi; con le misure non si privilegia chi va decine di volte ai servizi sociali rispetto a chi ha più imbarazzo a venire a chiedere un sostegno e manifestare la propria povertà. Abbiamo creato criteri chiari e reali per sostenere una situazione disagiata, non facendo alcuna selezione se non distinguere tra chi ne ha bisogno e chi no”.
 

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