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Cronaca Forlimpopoli

Sovraffollamento, ritardi e tensioni: sui binari si scatena l'inferno

"Dicono che il lavoro nobiliti l'uomo...di certo il viaggio in treno per arrivarci lo abbrutisce". Inizia così la lettera che una nostra lettrice, Annalisa B., ha inviato alla redazione

“Dicono che il lavoro nobiliti l’uomo … di certo il viaggio in treno per arrivarci lo abbrutisce”. Inizia così, con un’indignazione ben comprensibile, la lettera che una nostra lettrice, Annalisa B., ha inviato alla redazione di ForliToday.it. Una lettera che evidenzia tutti i disagi che i nostri pendolari devono subire quasi tutti i giorni: treni in perenne ritardo e sovraffollamento che causa parecchie tensioni tra i passeggeri, Polizia Ferroviaria che cerca di calmare la gente, e altro ancora: un vero e proprio inferno.

“Lunedì mattina. Inizio della settima lavorativa. Primo giorno di pendolarismo dopo il week end. Forlimpopoli ore 7.10: incredibilmente viene annunciato il ritardo di  10 minuti  del treno n.11524 in arrivo da Rimini. Niente di ché anche se … si dovrà preventivare di fermarsi in ufficio mezzora in più quindi arrivare  casa, ahimé, un’ora più tardi”.
 
Ma all’arrivo del treno ci si accorge che il disagio è ben altro. Il treno è già pieno – dice Annalisa - e dobbiamo ancora raggiungere le fermate di maggior afflusso di persone ovvero Forlì, Faenza e Imola. Insomma le immagini che un tale viaggio può evocare sono quelle dei carri merci e/o dei deportati quanto a condizioni e spazio a disposizione; gli animi si agitano, alcuni paventano attacchi di claustrofobia  e le occasioni di “tafferugli verbali” sono numerose”.

“Sento, perché non riesco a vedere causa muraglia di persone davanti a me, che in alcune stazioni c’è pure la polizia che probabilmente cerca di calmare la gente che è costretta a rimanere fuori dal treno. Domanda: la Polizia ferroviaria non dovrebbe impedire la circolazione di treni in queste condizioni?. Non ho scattato foto per una questione di rispetto – conclude la lettrice di ForliToday.it e di quella tanto citata privacy che in realtà non esiste più, ma credo che altri l’abbiano fatto e spero di non essere la sola delle centinaia di persone assiepata oggi sul regionale 11524 ad aver manifestato disappunto e malessere”.
 

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