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Cronaca

Dalla sparatoria tra bande di spacciatori parte l'indagine: sei arresti

Si tratta di un 32enne e un 37enne tunisini, un 42enne, un 47enne e un 38enne albanesi e una 32enne italiana (moglie di uno degli albanesi arrestati)

La droga - eroina e cocaina - arrivava tramite una banda albanese dall'Est fino a Ravenna, dove veniva tagliata prima di essere rivenduta a un secondo gruppo tunisino che poi la piazzava sul mercato al dettaglio. Sarebbe questa la dinamica da cui è scaturita l'operazione "Amarcord" che, all'alba di lunedì, ha portato i Carabinieri del nucleo investigativo ravennate ad arrestare sei persone (una settima è espatriata in Albania, un'ottava è stata solo indagata) eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si tratta di un 32enne e un 37enne tunisini, un 42enne, un 47enne e un 38enne albanesi e una 32enne italiana (moglie di uno degli albanesi arrestati), tutti ritenuti responsabili a vario titolo e in concorso fra loro di spaccio continuato di sostanze stupefacenti (uno di loro si trovava già agli arresti domiciliari a Rimini).

Tutto nasce da una sparatoria avvenuta il 16 maggio 2015 nel parcheggio dell'ospedale Santa Maria delle Croci, dove un 32enne albanese venne avvicinato da tre persone, una delle quali all'improvviso aveva estratto una pistola esplodendo almeno dieci colpi nella sua direzione, senza però colpirlo. Per tale episodio vennero arrestati un 40enne tunisino e un 37enne pugliese, da anni residente in Romagna, e fu chiarito il movente del tentato omicidio, individuato in uno scontro dovuto a disaccordi sui pagamenti tra bande di albanesi fornitori di stupefacente e tunisini che acquistavano da loro cocaina ed eroina per rivenderle al dettaglio ai clienti della provincia di Ravenna - soprattutto ai giardini Speyer e lungo la Classicana, ma anche in quelle limitrofe di Forlì-Cesena e Ferrara e fino a Rimini, dove nel parcheggio di un centro commerciale spesso avvenivano gli scambi con i clienti.

Secondo i Carabinieri, si tratterebbe di un giro di affari e di sostanze stupefacenti milionario, messo a punto dal 2015 fino all'inizio del 2017, con caratteri quasi imprenditoriali vista la specifica suddivisione dei compiti e le somme ingenti: nell'abitazione di un collaboratore del gruppo, infatti, sarebbero stati ritrovati 39mila euro in contanti ritenuti frutto dell'attività di spaccio. La droga sequestrata corrisponde a circa 26 chili tra cocaina ed eroina, tra cui una ventina di chili rinvenuti in un laboratorio di raffinazione (gestito dai fornitori albanesi che tagliavano la droga) ricavato all'interno di un appartamento di Lido di Classe e posto sotto sequestro.

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