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Cronaca

Preso a fucilate l'autovelox di Durazzanino, "ora è il far west"

Dalla vernice alle pallottole. Questa volta l'avvertimento contro gli autovelox è di quelli che fanno davvero paura. Nel mirino non è finito il dispositivo di Villa Rovere, ma quello di Durazzanino

Dalla vernice alle pallottole. Questa volta l’avvertimento contro gli autovelox è di quelli che fanno davvero paura. Nel mirino non è finito il dispositivo di Villa Rovere, ma quello di Durazzanino. “Ora è il far west”, ha affermato Giordano Biserni, Presidente Asaps, l’associazione amici della Polizia, che già nei giorni scorsi aveva condannato gli episodi di vandalismo a Villa Rovere, dove si trova installato in via Firenze l’autovelox oggetto di vari imbrattamenti.

L'autovelox preso a fucilate

“Ora dopo che anche il Velox di Durazzanino è stato “sparato” sul modello “Scampia” anzi sul modello peggior Far West, ci chiediamo se questa sorta di sottile compiacimento e di silenziosa omertà di chi dovrebbe prendere una forte posizione continuerà – ha scritto Biserni -. Ora che la violenza si fa arma da fuoco, qualcuno ci deve spiegare se avevamo esagerato nel nostro allarme”.

“No – ha rimarcato -,  il clima non ci piace, è ora che le regole vengano fatte rispettare, tutte. Per questo ripetiamo quello che avevamo scritto sabato scorso, solo che alla vernice ora dobbiamo aggiungere i pallettoni. Colpi di arma da fuoco non solo contro il Velox ma contro la legalità tanto invocata. Da vergognarsi”. Sull'episodio indagano le forze dell'ordine. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, Polizia Scientifica e Municipale. I Vigili del Fuoco hanno provveduto ad aprire il portellone blindato del dispositivo, rimasto seriamente danneggiato. Sono state trovati tre pezzi di piombo della pallottolla infranta. I colpi sarebbero stati esplosi nel cuore della nottata tra domenica e lunedì, intorno all'una.

Sulla questione è intervenuto il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, che ha evidenziato che "si tratta di un evento assai grave, perché – come tutti sanno – la macchina era spenta da mesi e, soprattutto, perché c’è stato qualcuno che, per tentare di distruggerla, ha compiuto un buona manciata di reati penali. E’ chiaro che, in virtù della campagna promossa da più parti contro gli autovelox, quell’oggetto era divenuto un simbolo: non più una “fabbrica di multe” (essendo stata disattivata), ma l’espressione di un controllo ritenuto intollerabile: quello sulla velocità, quello per la sicurezza".

"Eppure, le cronache quotidiane degli incidenti dovrebbero indurre un comportamento diverso - ha rimarcato il primo cittadino -. Tant’è: le campagne fondate sull’odio inducono alla violenza, come testimonia il caso tragico dell’agente della polizia municipale massacrato da un Suv a Milano. Anche quella di Durazzanino è violenza. Contro le cose di tutti, non contro le persone. Ma trattasi di violenza. Ragion per cui, suggerisco, sarebbe meglio abbassare i toni e mettersi, se possibile, dalla parte degli educatori di civismo”.

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