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Cronaca

Caso 'spese pazze', condannato in Appello Bartolini: "So di essere onesto, confido nella Cassazione"

Sostanzialmente confermata in Corte d'Appello la condanna all'ex consigliere regionale forlivese Luca Bartolini per la vicenda delle “spese pazze” dei gruppi consigliari in Regione

Sostanzialmente confermata in Corte d'Appello la condanna all'ex consigliere regionale forlivese Luca Bartolini per la vicenda delle “spese pazze” dei gruppi consigliari in Regione nel periodo 2010-2011, un'inchiesta sui costi della politica che all'epoca scosse l'ente di viale Aldo Moro a Bologna e che riguardò trasversalmente tutti i gruppi politici di destra e sinistra. Il caso si è poi frantumato in tribunale in diversi procedimenti e lunedì è giunto a sentenza in Appello il troncone che riguarda il gruppo consigliare dell'allora PdL (Popolo della Libertà), il partito che ad un certo punto riunì assieme Forza Italia e Alleanza Nazionale. 

Bartolini è stato condannato in Appello a due anni, un mese e 26 giorni di reclusione, mentre vengono ridotte le pene per Giorgio Dragotto (2 anni, 2 mesi e 20 giorni), Andrea Pollastri (2 anni, 1 mese e 18 giorni). Viene assolto Alberto Vecchi, mentre per quanto riguarda il territorio romagnolo non vengono cambiate le pene a Marco Lombardi di Rimini (2 anni e 7 mesi) e Gianguido Bazzoni di Ravenna (2 anni e 4 mesi), a cui si aggiunge Luigi Villani (2 anni e 1 mese). 

La posizione di Luca Bartolini

A rendere nota la sentenza, e annunciando ricorso in Cassazione, è lo stesso Bartolini. Nonostante la condanna per peculato, infatti, spiega Bartolini, “mi sento tranquillo, consapevole di essere una persona onesta anche se confidavo in questa sentenza per dimostrarlo, dato che sono in ballo da circa dieci anni su questo processo”. A motivare questa dichiarazione c'è il fatto che “sono stato assolto perché il fatto non sussisiste in un procedimento parallelo relativo agli anni 2009-2010, quando ero capogruppo e, in quanto tale, responsabile di una spesa di 220mila euro  fatta da tutti i consiglieri del mio gruppo e non solo da me”. E in secondo luogo, “perché sono riuscito a documentare, spesa per spesa e giorno per giorno, tutte le motivazioni di natura politica di ciascuno scontrino”. Tanto che alla fine le spese pagate dalla Regione e oggetto di attenzione della magistratura si erano ridotte ad appena 2.200 euro circa. “Tra queste ci sono piccoli errori della segretaria, dove per esempio mi sono è stato rimesso a rimborso due volte uno scontrino da 30 euro. Ma questo già la dice lunga, mi metterei a rubare per 30 euro?”, sempre Bartolini.

Ed ancora Bartolini: “Confido nella Cassazione, che si è espressa di recente sul ricorso dell'ex consigliere regionale Manes Bernardini che è stato assolto perché la qualificazione come peculato di queste accuse è erronea. Una sentenza della Suprema Corte che la Corte d'Appello avrebbe dovuto tenere conto dato che parla proprio del caso dell'Emilia-Romagna”. 

“Non mi sento limitato nella mia attività politica”

Attualmente Luca Bartolini è un dirigente di Fratelli d'Italia, e spiega: “Non mi sento limitato da questa condanna nella mia attività politica attuale, che è quella di mettere a disposizione la mia esperienza per radicare la costruenda identità di Fratelli d'Italia nel territorio forlivese. Ed anzi ringrazio il coordinatore regionale Galeazzo Bignami ora, così come Anna Maria Bernini prima in Forza Italia, di avermi dato sempre fiducia attribuendomi incarichi. Non mi sono sentito limitato perché ho incontrato referenti che conoscono la mia storia politica”.

“Due pesi e due misure”

Nella maxi-inchiesta all'epoca si contestava ai vari consiglieri di aver scaricato spese private come rimborsi per l'attività politica, soprattutto rimborsi chilometrici e pasti. Ma anche regali, feste, cene di beneficenza, comparsate televisive. Fece scalpore anche l'inserimento di uno scontrino per un 'sex toy' messo a rimborso, così come il bigliettino da un euro per l'utilizzo di un wc pubblico, per quanto riguarda le contestazioni ad altri gruppi consigliari.

Nella stessa inchiesta si annoverano altri consiglieri, come nel 2017 l'allora capogruppo del Pd Marco Monari condannato in primo grado a 4 anni e 4 mesi e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre vennero tutti assolti in primo grado gli altri consiglieri del Pd. Sempre Bartolini: “Ritengo giusta l'assoluzione dei consiglieri Pd, ma non posso non notare 'due pesi e due misure'. Nella mia memoria difensiva sono stati fatti diversi rimandi all'assoluzione in casi analoghi dei consiglieri Pd, ma anche questo non è stato tenuto conto”.

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