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Cronaca

Morì durante una scorta, una strada ed una borsa di studio per Pierluigi Giovagnoli

Martedì in Consiglio Comunale verrà discussa la mozione per intitolare una via o una piazza di Forlì ed istituire una borsa di studio sui temi della sicurezza stradale per le classi delle medie inferiori e superiori in memoria di Pierluigi Giovagnoli

Martedì in Consiglio Comunale verrà discussa la mozione per intitolare una via o una piazza di Forlì ed istituire una borsa di studio sui temi della sicurezza stradale per le classi delle medie inferiori e superiori in memoria di Pierluigi Giovagnoli, sovrintendente della polizia di Stato deceduto il 24 maggio 2003 nel corso di una scorta di sicurezza ad una gara ciclistica; prestava servizio alla sezione polizia stradale di Forlì. 

Lo ricorda il consigliere comunale di Noi con Drei, Mario Peruzzini: “Nel 2003 quando in Italia i decessi su strada erano più del doppio di quelli odierni (7.069 del 2001 e 6.980 nel 2002) il Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia), da tempo impegnato su tali temi, organizzava un convegno “…per una Via Sicura”. Tra i delegati impegnati nell’organizzare l’evento, anche Pierluigi Giovagnoli. In quei giorni Pierluigi aveva svolto servizi di scorta al “Giro delle pesche nettarine“ e rinunciò anche al permesso già autorizzato per non gravare su altri colleghi e lasciò la sala verso le 12.  Mancava qualche decina di chilometri all’arrivo quando a Casalfiumanese la prima moto intercettava un furgone sfuggito ai controlli che viaggiava in senso contrario; questi, dopo essersi fermato, riprendeva la marcia invadendo la corsia opposta scontrandosi contro la moto di Pierluigi che precedeva di qualche decina di metri il gruppo di corridori, che sopraggiungeva a velocità sostenuta in vista della volata finale. 
Non si trattò di un incidente qualsiasi. Il conducente dell’automezzo aveva un tasso di alcolemia pari a 3,3.  Pierluigi doveva evitare l’impatto con le decine e decine di giovanissimi atleti che, dietro di lui, correvano veloci a testa bassa in quella strada in leggera discesa. Forse ha sperato che la sua moto, la sua divisa, i suoi gesti inducessero il conducente a fermarsi. Così non è stato.  Oltre ogni ragionevole dubbio, egli ha impedito quella folle marcia, fino all’ultimo.  Non sapremo quanti ragazzi potevano essere travolti e quante vittime sarebbero rimaste sulla strada”. 

“Oggi come allora – continua Peruzzini -, il sacrificio di Pierluigi ha un senso civico e morale altissimo, quello di aver dato la propria vita per gli altri, un esempio che non può essere dimenticato e lasciato nella casistica degli incidenti stradali, seppure in servizio. Non è stato il solito incidente.  Importante far riflettere e coinvolgere i giovani delle scuole medie, inferiori e superiori, con un concorso per le varie classi, magari premiando i vincitori magari con la fornitura gratuita dei testi scolastici. Parlare di sicurezza stradale è necessario, ogni anno ci sono ancora oltre 3.000 buoni motivi per farlo.  Nella Polizia Stradale lo conoscevano tutti; Pierluigi Giovagnoli aveva 46 anni e viveva nel quartiere Cava con sua moglie Patrizia Pivaccari ed i suoi tre figli, Chiara, Francesco e Mariapia (23, 10 e 5 anni). Infine, un particolare ringraziamento ai consiglieri, di ogni compagine politica, che hanno sottoscritto la mozione”.

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