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Cronaca

Studente universitario a Forlì gira il mondo: "Voglia di conoscere popoli e culture diverse dalla mia"

Più che un viaggio, un’esperienza, fatta di volontariato e voglia di conoscere da vicino gli abitanti e la loro cultura

Un viaggio fino all’estremo sud dell’Argentina, in bus e autostop, al di fuori delle mete più battute. Più che un viaggio, un’esperienza, fatta di volontariato e voglia di conoscere da vicino gli abitanti e la loro cultura. E’ quella che ha deciso di fare, due mesi fa, Alessandro Cuneo, 22 anni, studente universitario iscritto alla Facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche dell’Università di Bologna con sede a Forlì, dopo aver terminato un semestre di interscambio universitario in Costa Rica.

Attraversa Panama, Colombia, Ecuador e Perù, grazie ad amici di amici e a Couchsurfing, sito web che permette di trovare ospitalità gratuita in tutto il mondo.  Questa è la seconda volta che Alessandro torna in Sud America. La prima nel 2019, dopo la maturità scientifica, quando inizia un anno sabbatico come volontario tra Sud America e Africa. Un viaggio documentato sul suo blog “italianvolunteer.com" e sul suo canale Youtube.

All'estero Alessandro fa ogni tipo di lavoro: cuoco, coach di calcio in un villaggio andino del Perù, receptionist di un ostello in Argentina, manutentore di un impianto di riciclaggio in Cile, professore d’inglese in Tanzania. E, al termine di questa esperienza, pubblica il libro “Da Gringo a Mzungu” e ne devolve il ricavato a tre associazioni di volontariato con cui è venuto in contatto. “Il viaggio è iniziato grazie all’Università di Bologna - racconta. -. L’anno scorso ho partecipato ad alcuni bandi che consentono di studiare all’estero. Nel mio caso, volendo tornare in America Latina, ne avevo scelti tre per altrettante destinazioni: Valparaíso in Cile, Monterrey in Messico e Heredia in Costa Rica. Li ho vinti tutti e tre e ho scelto il Costa Rica”.

Per autofinanziarsi, trova occupazione anche come professore di italiano. Dopo poco più di cinquanta giorni di viaggio, Alessandro trascorre l'ultimo mese in Perù, che attraversa da nord a sud. Un viaggio complicato sulla carta ma ancora di più dai fatti recenti. 
Resta, infatti, bloccato per due volte durante i giorni delle proteste che hanno scosso il paese dopo la destituzione del presidente Pedro Castillo, una situazione che lo costringerà a modificare il suo itinerario. 

“Mi sono dovuto fermare due volte - racconta - la prima a metà dicembre nel nord del Perù, vicino alla città di Cajamarca, e la seconda a inizio gennaio a sud, nella città di Arequipa. Allora ho deciso di prendere il primo bus e mi sono diretto verso il confine con il Cile, l’unica strada che in quel momento non era ancora stata bloccata dai manifestanti, e sono arrivato nella città di Tacna”. 

“Uno dei momenti più belli di questo viaggio è stato il ritorno a Pampacangallo - dice - il paesino delle Ande peruviane in cui avevo lavorato tre anni prima. Nonostante la situazione di instabilità, volevo raggiungere questo piccolo centro abitato per salutare le persone con cui avevo lavorato e per portare i ricavati del mio libro”.

Oggi Alessandro si trova a Uyuni, nel sud della Bolivia, dove ha trovato ospitalità grazie a volontari e amici conosciuti in Sud America. 
“Una settimana fa sono stato in un paesino dello Yungas - dice - un'area boschiva umida della Bolivia, dove ho partecipato a un progetto di sviluppo agricolo di alcuni italiani. Ho passato le giornate a seminare e zappare. Un mese fa sono stato a Salinas de Guaranda, un piccolo paese andino dell'Ecuador, dove ho aiutato a costruire una serra in una comunità Quechua”.

“Ci sono un sacco di opportunità per fare esperienze di volontariato e di viaggio gratis - racconta -: ad esempio i progetti finanziati dall’Unione europea o il Servizio civile universale”. “Il viaggio è un’esperienza unica per crescere, per conoscere nuove culture e per vivere - racconta -. Ci sono momenti di sconforto e di timore, certo, ma ne vale la pena. Prima di questo viaggio ero un ragazzo molto timido, ora la mia vita è cambiata”.

Cosa spinge un ragazzo di 22 anni a intraprendere un viaggio così avventuroso e fuori dalle mete tradizionali?  “La voglia di conoscere luoghi, popoli e culture diverse dalla mia - spiega Alessandro -. Viaggiare via terra mi ha fatto vedere da vicino la povertà delle zone andine della Bolivia e del Perù e mi ha fatto capire ancora una volta quanto io sia fortunato. Viaggiare da solo è difficile ma allo stesso tempo molto stimolante, perché il viaggio è come un maestro di vita, ci aiuta a crescere, a sbagliare e a ricominciare”.

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