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Cronaca

Lo studio sulle reliquie di San Mercuriale conquista le pagine di una rivista mensile di storia

Il progetto "San Mercuriale", che ha preso avvio con la ricognizione scientifica del 19 settembre del 2018, nasce grazie ad una proficua collaborazione tra ricercatori ed istituzioni

San Mercuriale, primo vescovo e patrono di Forlì, protagonista di un servizio giornalistico sulla rivista "Medioevo", in questi giorni in edicola. Il progetto "San Mercuriale", che ha preso avvio con la ricognizione scientifica del 19 settembre del 2018, nasce grazie ad una proficua collaborazione tra ricercatori ed istituzioni. Protagonisti dell'iniziativa sono Mirko Traversari, antropologo fisico e responsabile del progetto, il gruppo Ausl Romagna Cultura, la cui comunicazione è coordinata da Tiziana Rambelli, e la Diocesi di Forlì-Bertinoro, con il contributo del Lions Club Forlì-Cesena Terre di Romagna.

La seconda fase di studio, conclusasi lo scorso maggio, seguiva la precedente, incentrata sui risultati autoptici e radiologici, ed era focalizzata sui progressi delle indagini genetiche tuttora in corso, ma soprattutto sulla datazione atomica delle reliquie e sulla ricostruzione digitale del volto di San Mercuriale. "Le analisi preliminari sul Dna antico - spiega Traversari - sono state condotte su due elementi scheletrici, uno proveniente dal cranio conservato alla Santissima Trinità, il secondo sulle reliquie del corpo conservato a San Mercuriale; con il fine ultimo di associare geneticamente le reliquie. Le estrazioni multiple e le amplificazioni sono state orientate sulla regione ipervariabile 1 (Hvr-1) del Dna mitocondriale (mtDna), che ereditiamo in toto dalla madre, e sulle Short Tandem Repeats (Str) del cromosoma Y, che proviene dal padre. Le analisi hanno immediatamente evidenziato una diagenesi piuttosto pronunciata per entrambi i marcatori, con il verificarsi di diversi siti degradati (deaminati) nel mtDna e la limitata amplificazione delle Short Tandem Repeats segno di una scarsa presenza di Dna nucleare, entro cui risiete il cromosoma Y. Successive analisi, tutt’ora in corso, mireranno alla cattura dell'intero mtDna, per consentire la definizione dell’aplogruppo di provenienza delle reliquie (gli aplogruppi rappresentano geneticamente l'eredità per relazione di parentela matrilineare di tutte le popolazioni umane, le loro origini ed i processi migratori, ndr) E’ comunque possibile confermare la relazione genetica tra le reliquie conservate a San Mercuriale, con il cranio custodito alla Santissima Trinità".

"Le reliquie - prosegue l’antropologo - sono state sottoposte a datazione con il metodo del radiocarbonio mediante la tecnica della Spettrometria di Massa ad alta risoluzione (AMS), al Centro di Datazione e Diagnostica (Cedad) dell’Università del Salento, con relativa calibrazione in età di calendario mediante l’utilizzo del software OxCal Ver. 3.10, basato sui dati atmosferici. La datazione emersa, colloca le reliquie entro un arco temporale che va dal II al III secolo d.C., nel rispetto delle comunque scarne indicazioni storiche sicuramente attribuibili alla figura del Santo. E’ stata inoltre ricostruito il volto mediante tecnica digitale in 3D secondo il protocollo di Manchester, grazie ai dati provenienti dalla TAC eseguita presso il presidio ospedaliero Morgagni-Pierantoni di Forlì. La ricostruzione, operata di Chantal Milani, afferente al Dipartimento di Medicina Legale, Università degli Studi Sapienza di Roma, ha tenuto conto delle indagini antropologiche precedentemente condotte e, in fase di rendering artistico finale, dell’iconografia tarda attribuita al Santo. Il risultato ottenuto restituisce un uomo dallo sguardo mite, con un profilo fortemente caratterizzato da un naso importante e lievemente asimmetrico, caratteristica che curiosamente ritroviamo anche su rappresentazioni di Aan Mercuriale, come ad esempio la tela di Baldassarre Carrari (1460-1516), fra le prime di cui disponiamo, in cui il Santo viene rappresentato con un naso caratteristico. Il futuro terzo appuntamento, che sarà  stabilito a breve, completerà il quadro delle analisi, proponendo i risultati legati alla paleodieta del Santo, alla sua mobilità in vita e al completamento degli studi genetici, aspetti attualmente in corso di svolgimento".      

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