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Lotta alla siccità, gli ambientalisti contro una nuova Ridracoli: "Sarebbe un disastro"

Le associazioni ambientaliste del Tavolo Taaf bocciano i progetti elaborati da Romagna Acque relativi alla creazione di nuovi invasi, in aggiunta alla Diga di Ridracoli, per fronteggiare i cambiamenti climatici e i suoi effetti in Romagna

Contro la siccità, nuovi invasi e dighe nelle Valli del Bidente dell'Appenino romagnolo? Non se ne parla proprio. Il territorio montano della provincia di Forlì-Cesena "è già stato sfruttato" abbastanza e le soluzioni alternative non mancano. Le associazioni ambientaliste del Tavolo Taaf bocciano i progetti elaborati da Romagna Acque relativi alla creazione di nuovi invasi, in aggiunta alla Diga di Ridracoli, per fronteggiare i cambiamenti climatici e i suoi effetti in Romagna. Le associazioni del Taaf chiedono quindi alla Regione di "non tenere conto del documento di intenti redatto da Romagna Acque a inizio maggio, sulla captazione di acque superficiali (invasi) e di procedere piuttosto al finanziamento di progetti di riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo". Tante le motivazioni per dire 'no': "Come associazioni ambientaliste diciamo che siamo contrari a nuovi invasi - spiega infatti Ornella Mordenti - perché il nostro territorio è già stato sfruttato". E anche se si riconosce la grande utilità e importanza della diga di Ridracoli, non si può dimenticare che "negli ultimi anni, per alimentarla - sottolinea Mordenti - sono stati deviati tanti correnti e corsi d'acqua, in modo da impoverire i nostri fiumi". Un nuova diga come quella che si vorrebbe costruire a Strabattenza, finirebbe "per imbrigliare i pochi correnti che ora esistono a livello montano e per noi sarebbe un disastro - osserva l'ambientalista - verrebbe a ridursi la biodiversità, non possiamo distruggere un equilibrio ecologico delicatissimo, cementificando e imbrigliando di nuovo l'acqua, abbattendo alberi per costruire invasi, è sicuramente deleterio per nostre montagne già molto sfruttare e soggette a frane".

Il Taaf lancia quindi un appello alle Comunità ,ontane e ai sindaci interessati: "Invece di essere favorevoli, come pare dalle dichiarazioni dei primi cittadini di Santa Sofia e Bagno di Romagna - manda a dire Mordenti - dovrebbero difendere il loro territorio, cercare di incrementare la forestizzazione". Anche perché "esistono soluzioni meno costose degli invasi", fa notare. L'elenco delle proposte anti-siccità del Taaf include quindi la ristrutturazione della rete idrica attuale, per un recupero del 30% delle acque che vanno generalmente perse; quindi il recupero dei reflui, un'azione che, assicurano gli ambientalisti, potrebbe portare, da sola, oltre 20 milione di metri cubi d'acqua per usi irrigui in agricoltura. "Ci sono sperimentazioni a Reggio Emilia, Bologna, Rimini e in bolletta queste bonifiche di fatto le paghiamo già", chiosa Mordenti. E ancora, per un buon uso dell'acqua, il Taaf propone di evitare l'impiego di colture idrovore in agricoltura, come i kiwi, mentre invita al ricorso di sistemi di irrigazione "a goccia", come avviene in Israele, e ancora, alla costruzione di laghetti irrigui sui terreni coltivati. Infine "si potrebbero prevedere impianti di desalinizzazione per usare l'acqua in piscine, docce al mare, parchi acquatici- prosegue Mordenti- magari alimentati da pannelli fotovoltaici". Non è nulla di inventato, "Sono tutte cose che esistono e sono efficaci- assicura l'ambientalista- e costerebbero meno della costruzione di un nuovo invaso che non è la soluzione contro la siccità". Anche perché "se non piove e non nevica- fa infine notare- che acqua mettiamo negli invasi?". (fonte Dire)

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