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Cronaca

Tagli ai servizi pubblici, le cooperative sociali scrivono al neo sindaco Drei

Agci, Confcooperative e Legacoop esprimono la forte preoccupazione delle cooperative sociali sul Decreto Legge 66 varato lo scorso aprile

«Chiediamo al Sindaco Drei di pronunciarsi con chiarezza sulla nuova spending review prevista dal Governo Renzi: dobbiamo aspettarci nuovi tagli ai servizi sociali?». Agci, Confcooperative e Legacoop esprimono la forte preoccupazione delle cooperative sociali sul Decreto Legge 66 varato lo scorso aprile. La norma prevede la possibilità per le amministrazioni pubbliche di «ridurre gli importi dei contratti in essere aventi ad oggetto acquisto o fornitura di beni e servizi, nella misura del 5 per cento, per tutta la durata residua dei contratti medesimi».

A livello nazionale l'Alleanza delle Cooperative Italiane ha già provveduto a presentare una proposta di emendamento, chiedendo che siano esclusi dal provvedimento i servizi di natura socio-sanitaria e assistenziale rivolti alle persone e quelli che hanno per finalità l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Si cerca in tal modo di evitare che la riduzione del 5% porti a una diminuzione drastica della quantità e soprattutto della qualità delle prestazioni, nonché a una contrazione dell'occupazione, essendo questi settori caratterizzati da una elevata intensità di lavoro.

In questo momento però la palla è in mano ai Sindaci. «Facciamo affidamento sulla volontà politica delle amministrazioni locali di considerare quanto previsto nel DL 66 per quanto realmente è, vale a dire una facoltà e non una imposizione di un obbligo», commentano le centrali cooperative delle tre province della Romagna. Lo stesso testo normativo, infatti, attribuisce inoltre alle parti la «facoltà di rinegoziare il contenuto dei contratti, in funzione della suddetta riduzione» e di stipulare nuovi contratti accedendo a convenzioni-quadro di Consip S.p.A., a quelle di centrali di committenza regionale o tramite affidamento diretto nel rispetto della disciplina europea e nazionale sui contratti pubblici.

«Continuiamo ad essere convinti che la spesa pubblica vada riqualificata e non solo tagliata»,  precisano le centrali cooperative. «Occorre sì intervenire su sprechi e inefficienze, ma questi non possono essere genericamente affrontati con la scure dei tagli lineari, come avvenuto anche in passato. A nostro avviso, invece, andrebbero riviste le modalità organizzative tra pubblico e privato sociale, liberando in questo modo maggiori risorse con le quali rendere i servizi stessi più efficienti,   I servizi alla persona andrebbero salvaguardati maggiormente in quanto proprio per la loro specificità sono solo parzialmente regolati da prezzi di riferimento e esclusi dall'obbligo del ricorso a Consip. I costi per il lavoro e per la sicurezza, che rappresentano la maggiore voce di spesa nelle nostre cooperative sociali, sono costi che non possono essere compressi o decurtati, se non con conseguenze inaccettabili».

«Auspichiamo che durante l'iter di approvazione del Decreto Legge vengano recepite le sollecitazioni avanzate in tal senso dalle centrali cooperative a livello nazionale», aggiungono. «Temiamo infatti si tratti di un nuovo colpo al nostro welfare e per la tenuta dei servizi alle persone e del lavoro in un settore delicato come quello delle prestazioni socio-sanitarie e dell'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Il possibile taglio rischia di creare contrazioni nella quantità, e nella qualità dei servizi, a discapito dell'occupazione. Stiamo parlando di settori delicati come l'assistenza agli anziani, ai disabili, l'educazione dei minori e l'inclusione lavorativa delle fasce deboli».

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