rotate-mobile
Sanità / Meldola

Scontro in Regione sulla sospensione dell'auto medica di Meldola, Donini: "Il tempo di risposta è di 15 minuti"

"Di questo tema ne abbiamo già parlato in Assemblea legislativa e in altre sedi, ma è giusto tornare a parlarne anche ora", spiega l'assessore alla Sanità Raffaele Donini, che si è detto disponibile a seguire la discussione della riorganizzazione del 118

"La Regione ripristini l’automedica a Meldola". A chiedere chiarezza sul futuro della sanità in Romagna sono stati i consiglieri di Fratelli d’Italia, Partito democratico e Lega intervenuti lunedì mattina nel corso della commissione Sanità presieduta da Ottavia Soncini. "Siamo molto preoccupati per l’abolizione di un servizio molto importante e che ha trovato l’opposizione dei sindaci della provincia di Forlì visto che l’automedica è un presidio sanitario per la sicurezza dei cittadini”, spiega Marta Evangelisti (Fdi) per la quale occorre tenere presente che “stiamo parlando di un territorio montano che fa cambiare i tempi di interventi rispetto alle città e alla pianura: l’Ausl spiega che l’automedica viene abolita perché non c’è abbastanza personale per garantire tutto il sistema sanitario, noi siamo contrari perché così ne fanno spese tutti i cittadini: chiediamo che l’assessorato regionale alla Sanità avrebbe dovuto intervenire d’urgenza per evitare la soppressione dell’automedica e ora debba risolvere il problema”.

Netta anche la posizione di Massimo Bulbi (Pd) che sul tema ha presentato un'interrogazione sottoscritta anche dalla collega di gruppo Lia Montalti. "Siamo preoccupati per la sospensione dell'automedica di Meldola e condividiamo l'appello dei sindaci, senza automedica una parte troppo ampia del territorio e della popolazione romagnola rimarrebbero senza un importante servizio medico: capiamo i motivi di bilancio, ma non si può lasciare la popolazione in questa condizione", spiega Bulbi che sottolinea come "larga parte del territorio è collinare e montano, quindi i tempi di percorrenza sono più complessi rispetto alla città e alla pianura: nei vari incontri che ci sono stati il direttore dell'Ausl Romagna si è detto pronto ad aprire un confronto, chiediamo all'assessorato alla Sanità di aprire questa via di confronto".

A chiedere una soluzione al problema è anche Massimiliano Pompignoli (Lega) che sottolinea come "la posizione dei sindaci forlivesi è netta: sostengono che la sospensione dell'automedica è stata voluta dall'Ausl solo perché così l'Ausl Romagna può mantenere le performance precedenti e nelle audizioni pubbliche avvenuta in Consiglio provinciale di Forlì l'Ausl Romagna ha detto chiaramente che non intende ripristinare l'automedica e che i medici che vi lavoravano sono stati spostati al Pronto Soccorso di Forlì. Vorrei sapere se questi medici sono stati davvero spostati al Pronto Soccorso e chiedo che comunque venga ripristinata l'automedica".

L'intervento di Donini

"Di questo tema ne abbiamo già parlato in Assemblea legislativa e in altre sedi, ma è giusto tornare a parlarne anche ora", spiega l'assessore alla Sanità Raffaele Donini, che si è detto disponibile a seguire la discussione della riorganizzazione del 118. Nel merito dell'automedica di Forlì, Donini ha ricordato come "si tratta di una riorganizzazione dell’Ausl Romagna condivisa dai membri della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria. L’Ausl ha spiegato che l’intervento di riduzione è un intervento urgente per mantenere gli standard di performance del Pronto Soccorso in un momento di grave carenza di personale medico".

"Nessuna automedica è riservata ad un solo territorio, tutte concorrono a garantire assistenza in parti del territorio aziendale. Non importa il punto di partenza, ma l’uguaglianza nella risposta alle urgenze - prosegue Donini -. La decisione dell'Ausl omagna non dipende da problemi di natura finanziaria, che comunque esistono, ma è una misura necessaria per sopperire alla criticità della situazione ospedaliera nonostante le procedure di reclutamento già avviate. La presenza di mezzi è 1 per ogni 21.364 abitanti mentre lo standard minimo è 1 per ogni 60.000. Il tempo di risposta è di 15 minuti e corrisponde ad un tempo adeguato al di sotto dello standard di servizio. Il monitoraggio delle performance è in corso da parte di Ausl Romagna. La riorganizzazione non ha portato né ad una riduzione degli interventi né ad una modifica nei tempi di soccorso".  

Le reazioni

Alla luce delle parole di Donini le reazioni dei consiglieri sono state differenti. Per Pompignoli "Donini non dice nulla di nuovo, conferma come l'abolizione dell'automedica sia stata condivisa da Ausl e Regione, a noi risulta che i medici tolti all'automedica non siano stati spostati al Pronto Soccorso come dice l'Ausl. Stupisce che l'Ausl Romagna abbia istituito funzioni dirigenziali molto ben pagate mentre taglia i servizi ai cittadini: è sbagliato creare generali senza esercito. Il problema è gestionale, non sono i medici e gli operatori a essere messi sotto accusa e nemmeno la qualità della sanità pubblica, ma il sistema di ripartizione delle risorse impegnate nel bilancio dell’Ausl unica. Forse si poteva ragionare su un numero inferiore di incarichi dirigenziali e, soprattutto, su un impiego di risorse pubbliche più costruttivo, che rispondesse alle vere necessità del territorio, a partire dal potenziamento del pronto soccorso di Forlì".

“Siamo molto preoccupati per l’abolizione di un servizio molto importante e che ha trovato l’opposizione dei sindaci della provincia di Forlì avvisati all’ultimo minuto, visto che l’automedica è un presidio sanitario per la sicurezza dei cittadini”, spiega Evangelisti per la quale occorre tenere presente che “stiamo parlando di un territorio montano, situazione che fa cambiare i tempi di intervento rispetto alle città e alla pianura: l’Ausl spiega che l’automedica viene abolita perché non c’è abbastanza personale per garantire tutto il sistema sanitario, ma non si fa un esame di coscienza, visto che per anni non ha fatto bandi, ha restituito dati sui fabbisogni non rispondenti ai territori e anche adesso è in ritardo sulle tempistiche".

"Siamo quindi contrari a questi tagli in Romagna è più in generale all’intero Piano di riorganizzazione della emergenza urgenza perché così ne fanno spese solo i cittadini e i medici, costretti a girare come trottole e a turni massacranti - prosegue l'esponente di FdI -. Chiediamo quindi che l’assessorato regionale alla Sanità, che avrebbe dovuto intervenire d’urgenza per evitare la soppressione dell’automedica, ora risolva il problema". Alla luce di tutto ciò, conclude la capogruppo di Fratelli d’Italia, "siamo allibiti dalla chiusura di Donini che dovrebbe comprendere la delicatezza del tema e conferma invece come la Regione si appiattisca sulle scelte delle aziende e attui politiche punitive verso chi vive nei territori più disagiati, dove già mancano i medici di famiglia, le case della salute e rispetto cui è difficile vivere, ma dove spesso è accaduto sia stato più semplice morire".

Bulbi ha apprezzato "la disponibilità dell'assessore Donini ad aprire un momento di confronto con sindaci, sindacati e Ausl per vedere come risolvere gli effetti della scelta di sospendere l'automedica, scelta che sta creando molti disagi ai cittadini e al territorio". “Purtroppo la Regione continua a difendere la discutibile decisione dell’Ausl Romagna di eliminare l’auto medica a Meldola - è la reazione di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle -. Una decisione che, come sosteniamo da tempo, è destinata a penalizzare un intero territorio. A questo punto speriamo che, quando si affronterà la riorganizzazione complessiva del sistema dell’emergenza urgenza, si prenda finalmente coscienza del danno arrecato e si faccia marcia indietro”.

“Il dato oggettivo dal quale crediamo non si possa prescindere è che la nuova organizzazione messa in campo dall’Ausl Romagna avrà come unico effetto quello di garantire la presenza di una sola auto medicalizzata destinata a coprire un territorio vasto più di mille chilometri quadrati, molti dei quali in montagna, con  località poste a grande distanza dal capoluogo e disposte lungo quattro vallate di Bidente-ronco, Rabbi, Montone, Tramazzo - aggiunge Piccinini -. Anche se comprendiamo la difficoltà nella gestione dei servizi di pronto soccorso che da tempo caratterizzano il nostro sistema sanitario causato dalla carenza di medici, crediamo però che cancellare un presidio importante come quello rappresentato dall’auto Mike42 di Meldola sia una scelta profondamente sbagliata. Per questo ci auguriamo che, a seguito del monitoraggio che la Regione sta portando avanti riguardo a questa novità, si arrivi a ridiscutere questa scelta nel più breve tempo possibile".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scontro in Regione sulla sospensione dell'auto medica di Meldola, Donini: "Il tempo di risposta è di 15 minuti"

ForlìToday è in caricamento