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Cronaca

"Rifugiati, quale metà?" Una tavola rotonda sull’accoglienza dei profughi

Al 31 maggio scorso, i rifugiati accolti sul territorio dell’Unione dei 15 Comuni della Romagna Forlivese, sono 333, provenienti in gran parte dagli sbarchi nel Meridione d’Italia

E’ viva l’attesa a Forlì per “Rifugiati: quale meta?”, tavola rotonda in programma giovedì, alle 21, in Salone Comunale, con gli interventi dell’arcivescovo di Modena-Nonantola don Erio Castellucci, del professor Paolo Naso della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e dell’assessore comunale alla pace e diritti umani Raoul Mosconi, appena riconfermato nella squadra di governo della città dal sSindaco Davide Drei.

Se il vescovo-teologo attingerà alla scrittura e al magistero di papa Francesco, Paolo Naso esporrà i primi risultati dei corridoi umanitari, sorti dalla collaborazione tra Comunità Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, che prevedono l’arrivo nel nostro Paese, nell’arco di due anni, di mille profughi dal Libano, Marocco ed Etiopia. Concluderà l’assessore Mosconi, con l’esposizione del Servizio di Protezione e Accoglienza Richiedenti Asilo del Comune di Forlì: numeri e prospettive. Introduce e modera Roberto Ravaioli dell’Ufficio diocesano “Migrantes”. L’evento del 16 costituisce anticipazione della Giornata del Rifugiato, in programma domenica in tutto il mondo.

Si tratta di un appuntamento annuale promosso dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per ricordare la condizione di milioni di persone costrette a fuggire dai loro Paesi e dalle loro case a causa di guerre, persecuzioni e violazioni di diritti umani. In Italia è attivo dal 2001 il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), composto dalla rete degli enti locali che, con il contributo del terzo settore, realizzano interventi di accoglienza per quanti arrivano sul territorio italiano in cerca di protezione internazionale. A Forlì il progetto territoriale di accoglienza è realizzato dal Comune, il quale mette a disposizione 28 posti destinati a diversi tipi di interventi.

“Il sistema Sprar – dichiara Mosconi al periodico diocesano Il Momento - offre percorsi di accoglienza e integrazione alle persone, in una logica di lungo periodo. Si tratta di un secondo livello di accoglienza, per dare strumenti a famiglie e persone: imparare meglio la lingua, un lavoro, promuovere l’autonomia che possa farle uscire dalla fase di accoglienza straordinaria per scommettere su una convivenza duratura sul territorio forlivese o italiano”. L’integrazione promossa con il progetto Sprar punta sul fattore tempo e su progetti individualizzati per persone o famiglie. Al 31 maggio scorso, i rifugiati accolti sul territorio dell’Unione dei 15 Comuni della Romagna Forlivese, sono 333, provenienti in gran parte dagli sbarchi nel Meridione d’Italia. Solo 28 di questi, tutti di nazionalità pakistana, sono frutto della cosiddetta rotta balcanica. 

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