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Cronaca

Techne a Roma per il convegno nazionale del Giubileo dei carcerati

Il Convegno, promosso dal Consorzio Open – Offenders Pathways to Employment National Network, di cui Techne è socio fondatore, ha visto l’approfondimento delle tematiche legate alle attività svolte all’interno delle carceri

“Dalle esperienze alle politiche: misure innovative per lo sviluppo delle attività formative e lavorative durante l’esecuzione penale” è stato questo il tema del convegno nazionale svoltosi a Roma lo scorso 4 novembre, presso il Centro Salesiano Sacro Cuore nell’ambito del quale Lia Benvenuti, direttore generale di Techne, ha intervistato Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute.  Techne, agenzia pubblica di proprietà del Comune di Forlì (attraverso Livia Tellus Spa) e del Comune di Cesena, da anni impegnata nella realizzazione di attività laboratoriali nel carcere di Forlì, ha portato la propria esperienza nell’ambito del convegno nazionale realizzato in occasione del Giubileo del carcerato al quale è stata dedicata la giornata di domenica 6 novembre, con la celebrazione eucaristica di Papa Francesco nella basilica di San Pietro in Vaticano.

Il Convegno, promosso dal Consorzio Open – Offenders Pathways to Employment National Network, di cui Techne è socio fondatore, ha visto l’approfondimento delle tematiche legate alle attività svolte all’interno delle carceri finalizzate a dare un senso alla detenzione puntando in particolare sulla funzione rieducativa della sanzione penale. In occasione di tale convegno, il direttore di Techne ha avuto il privilegio di intervistare pubblicamente Mauro Palma sul significato del lavoro per il detenuto e su quanto possa questo essere significativo ai fini di una rieducazione alla legalità ed un efficace reingresso nella società.

“Tre i punti su cui dover intervenire nelle carceri italiane – sottolinea Mauro Palma - in primis la promozione del lavoro quale strumento di riabilitazione e rieducazione per il detenuto, in secondo luogo la certificazione delle competenze acquisite in carcere, ovvero l’importanza che le abilità acquisite durante il lavoro dentro vengano riconosciute e formalizzate in prospettiva di un’occupazione fuori. Inoltre – continua Palma – è fondamentale stimolare la responsabilità sociale delle imprese affinchè possano sempre più offrire commesse ai laboratori interni alle carceri per raggiungere l’obiettivo che tutti gli oltre 54000 detenuti delle carceri italiane possano lavorare e avere una concreta chance di riscatto passando attraverso il lavoro”.

“E’ stato un grande onore per Forlì e per il nostro carcere - evidenzia Lia Benvenuti - essere stato uno dei due esempi citati a livello nazionale dal Vice presidente Commissione Giustizia della Camera dei deputati, Franco Vazio, come esperienza significativa in cui il lavoro dentro il carcere funziona, offre reali opportunità ai detenuti e dimostra quanto sia importante al fine di scongiurare la recidiva”. Tre sono i laboratori produttivi dentro il carcere di Forlì: il laboratorio di assemblaggio Altremani, che in oltre 10 anni di attività ha assunto quasi 60 detenuti, il laboratorio di cartiera Manolibera, che produce pregiata carta artigianale fatta a mano ed il laboratorio di dismissione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (quest’ultimo esterno al carcere) con detenuti che escono quotidianamente per raggiungerne la sede.

Oggi nelle carceri italiane sono detenute 54.072 persone. Secondo i dati del Ministero della Giustizia i carcerati che scontano una condanna definitiva sono 35.234. Gli altri sono in attesa di sentenza e 9.120 di loro non hanno subito nemmeno il primo giudizio. Ed è proprio verso questi ultimi che Papa Francesco ha dedicato il suo messaggio per la Giornata della Pace, invocando “attenzione speciale a coloro che sono privati della libertà in attesa di giudizio”, ricordando la finalità rieducativa della sanzione penale” e chiedendo agli Stati di valutare “la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria”.  Il convegno ha previsto numerosi interventi tra cui vale la pena ricordare il monsignor Fabio Longoni, Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei; Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private di libertà personale; Cosimo Ferri, sottosegretario al Ministero della Giustizia; Franco Vazio, vicepresidente Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Francesco Cascini, Capo Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia e tanti altri contributi di autorevoli esponenti operanti a livello nazionale sul tema delle carceri e della giustizia.

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