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Cronaca

L'appello al giudice della donna accoltellata dall'ex: "Pena patteggiata non congrua, per la violenza sessuale non è possibile"

Intende dare battaglia al patteggiamento,  concordato tra accusa e difesa su una pena ritenuta troppo lieve, la difesa della donna accoltellata dall'ex lo scorso agosto

Intende dare battaglia al patteggiamento,  concordato tra accusa e difesa su una pena ritenuta troppo lieve, la difesa della donna accoltellata dall'ex lo scorso agosto. La data in cui si dovrà decidere sul caso è il 24 gennaio prossimo, nell'udienza davanti al  gup Di Giorgio. La scelta della Procura di accettare il patteggiamento in fase di indagini preliminari priva la donna stessa del diritto di costituirsi parte civile. Tuttavia la persona offesa conserva tutti i diritti di rivolgere memorie scritte al giudice ed indicare elementi di prova per criticare la non congruità della pena patteggiata, "che in questo caso appare di particolare evidenza", commenta l'avvocato Filippo Poggi.

"Oltre a questo è possibile criticare i criteri anche strettamente legali con cui si è raggiunto l'accordo: per il reato di violenza sessuale il patteggiamento non è ammesso se non nei casi lievi che certamente non ricorrono visto che lo stupro in danno della moglie è punito con una pena da 8 a 15 anni di reclusione - sempre Poggi -. Non abbiamo il minimo dubbio sul fatto che le nostre ragioni saranno molto attentamente valutate dal giudice".

Intanto l'uomo accusato di duplice tentato omicidio e di varie violenze nei confronti dell'ex moglie (dai maltrattamenti alla violenza sessuale, allo stalking), è uscito dal carcere per andare agli arresti domiciliari, ma nella città di Lucca. Il giudice per le indagini preliminari di Forlì De Paoli ha concesso di recente la misura cautelare più lieve per l'uomo di nazionalità albanese che il 20 agosto scorso aveva accoltellato la moglie e il cognato davanti ai figli della coppia.  La moglie dell'imputato spiega, per voce del suo legale, di essere molto impaurita da quando l'imputato è uscito di cella. "E' stato chiesto al Questore un servizio di vigilanza che è stato concesso ma per sua natura prevede controlli saltuari", spiega l'avvocato Poggi.

La vicenda, dal punto di vista processuale, sembra avviata verso una rapida chiusura, dato che il pm titolare dell'inchiesta ha dato il consenso al patteggiamento per 4 anni e 10 mesi in relazione a tutti i reati contestati. La pena concordata, però, come detto non trova concorde la difesa della donna vittima dell'aggressione (rappresentata dall'avvocato Filippo Poggi) e di quella del cognato (tutelato dall'avvocato Marco Martines), che si appellano al giudice che dovrà valutare la congruità della pena.

Da parte sua la stessa vittima, in occasione della recente Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre, si era sfogata rispetto agli appelli - a volte retorici di questa ricorrenza - che invitano le donne a denunciare sempre. Nel suo sfogo la signora spiegava di aver denunciato, ma dopo due mesi dalla denuncia di essere finita comunque accoltellata e di essere viva per miracolo.

Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Forlì: secondo quanto ricostruito dai militari, l'uomo, che si stava separando dalla donna, si era incontrato in un giardino della periferia della città per vedere i figli. Durante l'incontro sarebbe nata una discussione, culminata con l'accoltellamento dell'ormai ex moglie e del fratello di lei con più fendenti. Dopo l'aggressione il quarantenne era fuggito, salvo poi costituirsi alla caserma dell'Arma di San Martino in Strada, mentre la donna e il fratello avevano raggiunto l'ospedale "Morgagni-Pierantoni" in auto, dove erano stati subito sottoposti ad un intervento chirurgico. La donna era stata inizialmente ricoverata in Rianimazione in prognosi riservata, con ferite anche alla testa e al volto. Il fratello aveva avuto una prognosi iniziale di 33 giorni, per varie ferite al corpo, la più grave ad una mano destra, con uno dei fendenti che ha leso un tendine. L'aggressore è stato inizialmente denunciato a piede libero con l'accusa di lesioni aggravate, due giorni dopo è arrivato l'arresto. Per circa tre mesi è stato in carcere.

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