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Cronaca

Non paga i debiti della propria azienda: l’imprenditore creditore assolda i killer per ucciderlo

A finire nei guai un imprenditore del Forlivese di 44 anni, ora agli arresti domiciliari al termine di un'attività investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Molinella

E' accusato di aver assoldato tre uomini col compito di far male ad un imprenditore di Molinella che non ha pagato i debiti accumulati. A finire nei guai un imprenditore di Bertinoro di 44 anni, ora agli arresti domiciliari al termine di un'attività investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Molinella e coordinata dalla Procura di Bologna e che ha visto finire in carcere il "commando" delegato a "rimettere i conti in pari". All’origine di tutto, un grosso presunto debito insoluto (di centinaia di migliaia di euro) che un imprenditore di Molinella avrebbe contratto, nel corso di rapporti commerciali nel campo della logistica.

Secondo quanto ricostruito dal personale dell'Arma, l'impresario del Forlivese si sarebbe rivolto a tre soggetti, tutti residenti a Cerignola (due dei quali già con precedenti), rispettivamente di 40, 33 e 25 anni, con l'intento di uccidere. Stando alle indagini, l'imprenditore per il mancato rientro di quelle pretese somme sarebbe entrato in un periodo di forte difficoltà aziendale. Così avrebbe deciso di passare alle “maniere forti” e di assoldare i tre killer per "rimettere i conti in pari".

Il piano è scattato il 19 giugno del 2019: l'imprenditore molinellese, mentre si stava recando al lavoro in sella alla propria bici, lungo una via del paese, è stato investito da un’Alfa Romeo 156 di colore grigio, poi risultata rubata, nei giorni precedenti, ad Imola. Per la vittima, oltre al grandissimo spavento, lesioni e 60 giorni di prognosi ma, per fortuna, nessun pericolo di vita. Grazie alla testimonianza della vittima e ad attività tecniche, i militari hanno individuato e assicurato alla giustizia il mandante. Poi, sviluppando i dati relativi a targhe, anagrafiche delle utenze e celle telefoniche, hanno identificato tutti i restanti soggetti coinvolti e ricostruito l’intera dinamica e i ruoli degli stessi, fin dalla fase di preparazione del tentativo omicidiario.

Il fulcro del patto criminoso, secondo le risultanze delle indagini, è risultato essere principalmente costituito dal 44enne e dal 40enne: il primo, mandante, avrebbe dapprima contattato e pagato il secondo che, a sua volta, avrebbe “arruolato” i gregari. Poi, la fase di pianificazione: l'imprenditore avrebbe provveduto a procurare ospitalità al “commando” in un B&B del ravennate e avrebbe dato loro le prime informazioni sui movimenti della vittima, di cui i tre si sarebbero serviti per effettuare più sopralluoghi. Infine, il giorno dell’agguato, il 19 giugno del 2019 ed il fortuito scampato nefasto epilogo.

Per l'imprenditore di Bertinoro, già arrestato lo scorso mese di aprile, dopo la misura custodiale in carcere a Bologna, sono stati disposti gli arresti domiciliari, ove si trova attualmente; i tre pugliesi sono stati raggiunti martedì dall'ordinanza di custodia cautelare e sono finiti in carcere a Foggia, a disposizione della magistratura, in attesa del processo. Tutti i provvedimenti sono stati emessi dal gip di Bologna su richiesta della Procura felsinea: tutti e quattro sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di "Tentato omicidio premeditato". Per i tre esecutori materiali si aggiunge anche il "furto aggravato".

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