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Cronaca Meldola

Terza missone della Croce Verde in Moldova: apriranno centri di fisioterapia

Viva soddisfazione della Croce Verde Meldola-Predappio per il buon esito della terza missione nella Repubblica di Moldavia. Adesso, però, sotto con la Bosnia Erzegovina e il "Progetto Amra": in poco più di tre anni sono già 6 i minori leucemici trasportati al Sant'Orsola di Bologna dal poverissimo paese d'oltre Adriatico, per un trapianto di midollo osseo ultima speranza nella cura della leucemia.

Viva soddisfazione della Croce Verde Meldola-Predappio per il buon esito della terza missione nella Repubblica di Moldavia. L’obiettivo era terminare la formazione di medici, infermieri e fisioterapisti avviata nel luglio 2013 dal dottor Germano Pestelli e dalla sua equipe. Oltre che dall’ex primario di Medicina Riabilitativa all'ospedale Pierantoni-Morgagni di Forlì, in procinto di divenire ambasciatore per lo sviluppo della riabilitazione nei paesi a basse risorse economiche di est Europa ed Africa, la spedizione a Telenesti era composta dalle fisioterapiste Ombretta Castellucci e Cosetta Marina Matassoni, nonché dallo stesso presidente croceverdino Ferdinando Avenali.

“Con questa trasferta – dichiara Avenali – abbiamo messo 64 tra medici e infermieri nella condizione di conseguire un attestato di fisioterapista, ma anche lanciato un importante messaggio culturale sull’importanza della riabilitazione comunitaria: la Moldova aprirà presto dei centri specifici in tutto il paese, a cominciare proprio da Telenesti”. I volontari della Croce Verde e il dottor Pestelli sono rientrati in Italia dopo avere incassato i ringraziamenti di un’intera comunità: spiccano gli stessi partecipanti al corso, il direttore sanitario dell’ospedale e il presidente della regione di Telenesti, senza dimenticare il direttore della Clinica dei medici di base (la Casa della Salute) e il Ministero della Sanità moldavo. Un plauso convinto anche da parte dell’ambasciatore italiano a Chisinau, Enrico Nunziata.

Il programma 2014 della Croce Verde Meldola-Predappio non si esaurisce certo con la Moldova. L’onlus meldolese mantiene in evidenza un altro stato dell’Est europeo, mai uscito dalla spirale d’odio innescata dalla guerra interetnica di vent’anni fa: la Bosnia-Erzegovina. Uno delle problematiche più gravi del poverissimo paese d’oltre Adriatico è l’arretratezza del sistema sanitario: patologie come la leucemia infantile rimangono inguaribili e conducono quasi sempre alla morte. Ma è proprio su questo fronte dolente che stanno cercando di intervenire i volontari italiani: dal 28 ottobre 2011 ad oggi sono già 6 i minori che la Croce Verde ha trasportato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna nell’ambito del “Progetto Amra - Andare oltre i confini”.

Se l’onlus meldolese mette le spese di trasporto, l’Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica-Ageop di Bologna paga l’alloggio ai familiari del bimbo. Dal canto loro, Regione Emilia-Romagna e Clinica Sant’Orsola scontano completamente i costi dell’intervento. Lo scorso 21 giugno è finalmente rientrato nel paese d’origine, per riabbracciare la mamma e il resto della famiglia, l’ultimo bimbo bosniaco trapiantato al Sant’Orsola: Ajdin. I volontari croceverdini ritorneranno a breve in Bosnia per ricondurre a Bologna altri due minori per i controlli post trapianto. Sarà l’occasione per verificare l’attuazione del “Protocollo d’intesa sulla cooperazione internazionale sanitaria a favore dei bambini della Bosnia ed Erzegovina per il trapianto di cellule ematopoietiche”, sottoscritto a Sarajevo nel giugno 2013 da Croce Verde Meldola-Predappio, Ageop Bologna, Clinica Pediatrica e Centro Clinico-Universitario di Sarajevo, Croce Rossa e Ministero della Sanità Bosniaco, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia. L’obiettivo è chiaro: creare in tempi rapidi un’unità sterile di Trapianto di midollo osseo anche nel poverissimo paese d’oltre Adriatico

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