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Cronaca

Terzo lotto della tangenziale, una pietra sulle richieste di due quartieri: "Con queste modifiche l'opera non si fa"

Un progetto da oltre cento milioni di euro, che va ad aggiungere un nuovo pezzo al sistema tangenziali della città e che contribuisce a “chiudere l'anello” della strade a scorrimento veloce intorno a Forlì.

Il progetto del terzo lotto della tangenziale, quello dall'innesto di via Placucci a San Martino in Strada fino al ponte di via del Guado a Vecchiazzano andrà avanti come l'ha previsto Anas. Un progetto da oltre cento milioni di euro, che va ad aggiungere un nuovo pezzo al sistema tangenziali della città e che contribuisce a “chiudere l'anello” della strade a scorrimento veloce intorno a Forlì. In sostanza, quindi, arriva una pietra tombale sulle residue richieste di modifica del progetto da parte dei quartieri attraversati dall'opera. San Martino in Strada, in particolare, chiedeva che la tangenziale andasse in galleria prima di via Fratelli Cangini, così impedendo il bypass della strada servita anche dagli autobus urbani, mentre Vecchiazzano chiedeva che il secondo tunnel previsto dal progetto, sul lato di via Caboto, venisse allungato di alcune decine di metri con la realizzazione di una collina artificiale, così da attutire l'impatto della tangenziale sulle case vicine. 

“Non abbiamo presentato alternative, perché non ne abbiamo di conformi alle leggi. Non c'è alternativa tecnica che può essere spesa nei confronti di Anas”: è stato il giudizio espresso dal Dirigente del servizio Infrastrutture del Comune Christian Ferrarini. Sulla stessa linea l'assessore alla Viabilità Giuseppe Petetta: “Le proposte dei quartieri non sono rispettose delle norme attuali, come valutato da tecnici preposti e ci sono 12 professori universitari che hanno validato il progetto”. Il tema è stato affrontato nel corso della commissione consigliare che si è tenuta su questo argomento lunedì pomeriggio in Comune.

Petetta ha inoltre spiegato che ci sono state “diverse interlocuzioni di Anas con gli uffici e a livello politico, per esaminare le problematiche sollevate dai quartieri Vecchiazzano e San Martino in Strada”, “almeno sei occasioni, tra cui un incontro pubblico col quartiere di San Martino in Strada”. Anas, sempre nella relazione di Petetta, “ha motivato tutte le scelte  anche sulla scorta di nuovi sopralluoghi avvenuti nell'estate 2020 per valutare la fattibilità delle interrogazioni dei quartieri” ed infine “in una videoconferenza con i 4 progettisti dell'opera di Roma, i quartieri hanno interloquito direttamente coi tecnici, lo scorso 1 dicembre”. Delle quattro principali questioni, due hanno trovato soluzione: un accordo per l'esproprio e la demolizione di un condominio che ospita 10 appartamenti e l'aggiunta di uno svincolo a servizio del polo ospedaliero ed in particolare del pronto soccorso. “In questo caso era possibile fare la variazione dal punto di vista normativo, ed è un'apertura di Anas che è costata qualche milione in più”, rivendica l'assessore, rimarcando l'utilità pubblica della maggiore raggiungibilità dell'ospedale. 

Il problema per le altre due osservazioni, aggiunge Claudio Maltoni, direttore di Forlì Mobilità Integrata, è invece il rispetto della normativa intervenuta dal 2000, anno di progettazione del terzo lotto, e il 2018, l'anno di avvio dell'iter: “C'è una normativa del 2001 in cui bisogna rispettare determinate pendenze massime e raggi di curvatura delle curve per garantire il massimo della visibilità per questo genere di strade, poi la normativa tecnica del 2006 che regola le rotatorie e le intersezioni stradali, compresi i raccordi con la viabilità secondaria, ed infine le norme tecniche del 2008 per l'anti-sismica, che prevede spessori maggiori dei solai e degli impalcati anche dei sottopassi. Aggiornato sulla base di queste norme, il resto del progetto è ricalcato su quello del 2000”.

San Martino in Strada

La nota più dolente è per via Fratelli Cangini: la modifica delle pendenze delle rampe d'accesso di un tunnel sotto San Martino in Strada, fa sì che nel nuovo progetto via Fratelli Cangini venga interrotta e realizzato un bypass, mentre prima si trovava sopra la parte già interrata. “Anas ha accolto l'esigenza del transito degli autobus delle linee del trasporto pubblico, aumentando i raggi di curvatura del bypass e prevedendo opere di mitigrazione con 600mila euro di barriere anti-rumore”, spiega Petetta.  Che aggiunge: “E' un progetto importante per la città, partito nel 2000 e dal 2018 sul tavolo del Comune di Forlì, che nella conferenza dei servizi non ha un diritto di veto. Abbiamo puntato i piedi per una modifica strategica, che è garantire un'entrata e una uscita veloce al polo ospedaliero, che non era prevista nel progetto”.

Non è soddisfatta, però, la coordinatrice del quartiere San Martino in Strada, Daniela Cortesi: “La tangenziale è strategica e non è mai stata sollevata un'opposizione dal quartiere, il problema è sorto quando la galleria è stata accorciata mentre prima passava sotto via Fratelli Cangini. Si dovrà costruire una bretella passando da via Grazia Deledda, una strada nuova a uso residenziale che sarà tutta smantellata per far passare un autobus, un allungamento che provocherà un onere di 20-30mila euro all'anno per l'allungamento della percorrenza degli autobus, mentre le nuove abitazioni lì presenti vedranno un deprezzamento dell'immobile”. Il quartiere rivendica che la sua proposta di modifica, basata essenzialmente sull'eliminazione di un previsto viadotto sulla rotonda di via Placucci, realizzando invece un innesto a raso nella rotonda, “elimina il problema delle pendenze, risparmiando anche la cementificazione di 30mila metri quadri di terreno agricolo tra rampe e svincoli, facendo anche risparmiare sull'opera oltre che diminuirne l'impatto ambientale”. In sostanza, quindi l'innesto della nuova opera dovrebbe essere modificato -  nelle richieste del quartiere – in una rotonda simile a quella che ora sorge tra tangenziale e via Monda, priva cioè di un viadotto e di rampe di discesa nella rotonda come avviene per esempio nell'attuale uscita di via Decio Raggi della tangenziale, tenuto conto che il terzo lotto non sarà una tangenziale a doppia carreggiata come l'attuale tangenziale est.

Ma l'alternativa viene bocciata dal dirigente Ferrarini: “Inserendo un'intersezione a raso in uno sviluppo stradale in continuo con una struttura fatta di gallerie, svincoli e parti sopraelevate perde di significato, oltre alla mancanza di conformità alle norme, un'opera che si qualifica di tangenziale, cioè una strada statale extraurbana che faccia da sgravio al traffico urbano. Così progettata è una strada con maggiore coefficiente di sicurezza, che altrimenti non ci sarebbe. Se il traffico urbano che dovrebbe essere qui dirottato non ci finisse, la struttura non assolverebbe alla sua funzione”. 

Vecchiazzano

Stesso discorso per la modifica bocciata a Vecchiazzano, dove il quartiere non è stato rappresentato in commissione dal suo presidente. A difendere la modifica proposta, quella della collinetta artificiale per posticipare di qualche decine di metri l'uscita del tunnel sul lato dell'ospedale, in zona via Caboto, è stato un cittadino, Maggiori che protestato: “Il progetto è stato adeguato alle norme, ma non è stato adeguato al contesto urbano di 20 anni dopo la progettazione. Non c'è alcun motivo normativo che impedisca la fattibilità della soluzione in quanto la pendenza di risalita non viene modificata”. Ed ancora: “Nella riunione con i tecnici Anas abbiamo avuto la sensazione di non essere appoggiati dal Comune. La percezione è che Anas abbia delegato la scelta al Comune e che il Comune abbia il potere lo si vede perché la modifica da esso richiesta, lo svincolo per l'ospedale, è stata accettata”.

Anche per Vecchiazzano, però, relaziona Petetta, “l'Anas ha approfondito dal punto di vista tecnico l'allungamento della galleria con un rialzo artificiale della collina. Un'opera dove bisognerebbe richiedere di nuovo tutti i pareri, con un costo di 3-4 milioni aggiuntivi, e ancora una volta le pendenze non rispettate per l'attraversamento del fiume”. E conclude: “Allo stato attuale con queste modifiche non si realizzerebbe l'opera. E avverte, in conclusione Ferrarini: “L'opera nel 2018 sembrava incerta, ma venne accettato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici un progetto da 30 milioni in più rispetto al previsto. Se si modifica il progetto, sia chiaro che si riparte da Roma e si deve tornare a richiedere conferma del  finanziamento dell'intera opera”.

L'opera

La nuova strada, di 3,6 chilometri avrà una carreggiata unica di 10,5 metri più le banchine laterali. La strada prende il via dall'attuale sede di via del Guado subito dopo il ponte sul Montone, qui si eleverà in un viadotto di 302 metri e 9 campate che passerà sopra via del Partigiano, dove sarà realizzato uno svincolo di uscita con una rotatoria (come lo svincolo attuale di via Decio Raggi, ma con la tangenziale sopraelevata rispetto alla rotonda).  Quindi la tangenziale va in galleria artificiale sotto l'abitato di Vecchiazzano (per 454 metri) per poi rispuntare nel letto del fiume Rabbi, dove sarà realizzato un ponte di 194 metri e subito dopo un'altra galleria sotto viale dell'Appennino (per altri 315 metri).

La tangenziale quindi passa dietro l'Eurospin di via Grazia Deledda e dietro il cimitero di San Martino in Strada, per poi sfociare nella rotonda già realizzata su via Placucci e anche qui alzarsi in viadotto di 140 metri fino a raggiungere l'attuale svincolo. Le strutture di ponti e viadotti saranno realizzati in acciaio corten e cemento armato. Con quest'intervento il costo complessivo del sistema tangenziali di Forlì sarà di 334,2 milioni di euro per 18,2 chilometri (il primo pezzo fu aperto nel novembre del 2007), a cui di aggiunge il tratto realizzato in autonomia della Provincia di Forlì-Cesena (il quinto lotto) che da via Placucci arriva fino a Grisignano, per altri 3,7 chilometri e una decina di milioni di euro. l costo dell'opera è stimato in 102 milioni di euro.

Il Pd

Commenta il gruppo consigliare del Pd: "Anzitutto parliamo di un opera di oltre 100 milioni di euro che va nella direzione del completamento dell’anello tangenziale, quale progetto proposto e sostenuto da oltre vent’anni dalle amministrazioni di centro sinistra e che risponde coi fatti a chi in campagna elettorale definiva Forlì “una bella addormentata”. Dunque, l’assenza di ANAS in commissione ha impedito di approfondire – come era necessario – le richieste dei cittadini di San Martino in Strada ed in particolare quelli che risiedono nell’area di Via Cangini; Anas ha giustificato la propria assenza adducendo di essersi già presentata ad un precedente incontro del 1 dicembre che la Giunta Zattini avrebbe convocato al di fuori della commissione consigliare preposta, e senza darne avviso ai Consiglieri comunali".

"Lo riteniamo un fatto grave per cui risulterebbe ridicolo che – ora – l’Amministrazione voglia abbandonare i cittadini, scaricando la responsabilità su Anas, quando è evidente che la questione andava gestita sin dai primi mesi dell’anno quando – in sede di approvazione del progetto definitivo – abbiamo sollecitato l’amministrazione affinché desse seguito alle richieste dei cittadini di San Martino in Strada- Abbiamo formalizzato la richiesta di riconvocare la commissione urbanistica, rinnovando la presenza di Anas ed a tutti i portatori di interesse, a partire dai comitati di quartiere di San Martino in Strada e Vecchiazzano".

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