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Cronaca Portico e San Benedetto

Torri eoliche vicine all'Acquacheta, il progetto accende le critiche. Sgarbi: "Uno stupro". Il Wwf: "Impatto ambientale devastante"

Sulla questione è intervenuto anche il Wwf Forlì-Cesena,attraverso il presidente Alberto Conti, che esprime la propria solidarietà "alle popolazioni locali romagnole e toscane che si oppongono all’impianto eolico di Monte Giogo di Villore"

Fa discutere il progetto di impianto eolico industriale di Monte Giogo di Villore sull’appennino tosco-romagnolo, che dovrebbere nascere nel comune toscano di Dicomano, nel Mugello, a pochi chilometri dal confine con il comune di Portico e San Benedetto, nei pressi dell'Acquacheta. "E' assolutamente intollerabile", sono le parole pronunciate da Vittorio Sgarbi in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, che paragona le otto torri reggenti da 170 metri ciascuna che dovrebbero essere installate sul crinale appennico a grandi membri che "stuprano queste inermi colline". "La Romagna non può subìre", attacca ancora il critico d'arte.

Sulla questione è intervenuto anche il Wwf Forlì-Cesena,attraverso il presidente Alberto Conti, che esprime la propria solidarietà "alle popolazioni locali romagnole e toscane che si oppongono all’impianto eolico di Monte Giogo di Villore, incompatibile dai punti di vista naturalistico, paesaggistico, di produzione elettrica (assolutamente bassa), viabilistico, acustico, con il contesto abitativo, lavorativo ed ambientale circostante".

Tra gli aspetti negativi, evidenzia Conti, "la dimensione enorme delle otto torri reggenti e delle pale, altezza totale di cadauna pari a 170 metri di altezza (quella di un grattacielo di 55 piani), con la necessità per ciascuna di un’ampia superficie di installazione (ogni piazzola sarebbe quasi pari alla grandezza di un campo da calcio), con scavi profondi fino a 15 metri per realizzare i plinti di fondazione (per ognuno circa 700 metri cubi di calcestruzzo armato) delle torri; il calcestruzzo prodotto in loco, con centrale di betonaggio in quota e trasporto dei materiali con enormi camion, uno ogni 5 minuti, su e giù per un pendio al 28% di pendenza, con un disturbo causa polveri, gas di scarico e rumore, assai impattante sugli abitanti dei comuni e delle frazioni di passaggio e limitrofe".

Senza dimenticare "un insostenibile rumore dato dalla rotazione delle future pale, con una ventosità reale pari al 60% di quella accreditata dalla ditta proponente (che tra l’ altro non ha voluto render pubblica la relazione anemologica) e quindi con un rapporto costi- benefici assurdamente alto". "Tutto questo a chi giova? - si chiede Conti -. Solo al privato che vuole investire avvalendosi degli incentivi pubblici, messi a carico della collettività tramite le bollette. Profitti privati, danni alla collettività, impatto ambientale devastante. Questo impianto non s’ha da fare". Si attende quindi il 30 novembre, quando la Conferenza dei servizi istituita dalla Regione Toscana dovrebbe dare il via libera all'opera.

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