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Venerdì, 29 Settembre 2023
Cronaca

Maxi-inchiesta, c'è anche traffico internazionale di droga: nel Forlivese la base logistica di decine di chili di cocaina

Complessivamente l’attività d’indagine ha permesso di documentare e raccogliere elementi probatori su 36 episodi di importazione transnazionale di cocaina e di hashish

Partono da un ceppo comune le due complesse inchieste che hanno avuto come epicentro Forlì. Un filone ha scoperchiato una rete di presunte corruzioni e frodi commerciali alle pubbliche amministrazioni in relazione alla fornitura di mascherine all''Ausl Romagna nelle prime fasi dell'emergenza Covid (e ha come figura di spicco, portato in carcere in custodia cautelare, nell'ex deputato Gianluca Pini). Ma la Questura di Forlì, diretta dal questore Lucio Aprile, ha lavorato incessantemente anche su un secondo e non meno importante filone, quello di un traffico internazionale di droga che vedeva la città come uno dei nodi dello smercio.

Per questa vicenda è finito in carcere a Forlì l'imprenditore dei trasporti e della logistica Gianluca Fiore, 46 anni, a sua volta indagato anche nell'altro filone, quello riferibile a Pini, dal momento che la Procura ritiene che tra i due ci sarebbe stato un vero e proprio rapporto fiduciario, cementato da vicendevoli interessi finanziari (Pini non è però in alcun modo associabile, né indagato sulle questioni di droga). 

Complessivamente l’attività d’indagine ha permesso di documentare e raccogliere elementi probatori su 36 episodi di importazione transnazionale di cocaina e di hashish, effettuati nel periodo compreso tra marzo 2020 e giugno 2021, per un peso totale pari a oltre una tonnellata di cocaina e una tonnellata di hashish per un giro di affari di oltre un miliardo di euro. L’intera attività d’indagine si è svolta alle prime luci dell'alba di giovedì in Italia, Germania, Olanda e Belgio alla presenza di personale di Europol ed Eurojust, ha visto l’impiego di 640 agenti di Polizia, 35 arrestati, 51 perquisizioni domiciliari.

Quasi tre anni di indagini per questa inchiesta sullo smercio di droga. In particolare nello specifico nella prima mattina di ieri, giovedì, la Polizia di Stato ha eseguito 27 ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia – a carico di soggetti residenti in Italia e all’estero. L’operazione, svolta congiuntamente tra le forze dell'ordine e le magistrature di sei Paesi membri dell’Unione Europea "ha smantellato più reti criminali composte prevalentemente da soggetti di origine albanesi, responsabili di aver importato sul continente e distribuito decine di quintali di cocaina per anni, avvalendosi di aziende del settore dell’autotrasporto operanti anche in Romagna", spiega una nota della Polizia. 

Le operazioni sono svolte sul territorio nazionale dalle Squadre Mobili di Forli-Cesena (guidata a Forlì da Enzo Tarquini) e Modena per la cattura dei 27 indagati hanno visto l’impiego complessivo di 130 agenti della Polizia di Stato tra operatori delle varie Squadre Mobili in ausilio nelle province di dimora degli indagati, Reparti prevenzione crimine ed unità cinofile antidroga. Inoltre nella provincia di Modena, nel corso dell’attività investigativa, era  stato anche individuato un ulteriore gruppo sempre di origine albanese, non direttamente collegato con gli indagati colpiti dalle misure cautelari, arrestato in flagranza nel marzo 2021: era formato da 5 persone e in possesso complessivamente di 11,5 chili di cocaina, 37 chili di hashish e la somma in contanti di 160 mila euro.

"Indagine complessa"

Si è trattata, spiega il direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, di "un’indagine complessa, durata quasi tre anni, condotta in diverse parti del territorio nazionale e anche all’estero, che ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti trafficati da organizzazioni transnazionali che sono state perseguite grazie alla cooperazione delle diverse Polizie e Magistrature coinvolte. Determinante è stata l’attività di valutazione e analisi delle comunicazioni criptate che gli indagati utilizzavano massivamente per realizzare il traffico internazionale di droga. Quanto all’azione di contrasto italiana, coordinata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, è significativo ricordare i quantitativi di droga sequestrata (circa 120 chili di cocaina e 20 di cannabis) e l’ammontare dei sequestri di beni e denaro, eseguiti per un valore complessivo superiore al milione di euro".

L'inizio delle indagini a Forlì

Le indagini sono state condotte dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e delle Squadre Mobili delle Questure di Forlì e Modena che, a seguito del monitoraggio di un imprenditore forlivese, Gianluca Fiore, hanno ricostruito un’estesa e ramificata rete di trafficanti di cocaina e hashish, che sarebbe stata in grado di importare dal Belgio e dalla Spagna, avvalendosi di veicoli appositamente modificati, quintali di droga, poi distribuita a fornitori di livello intermedio dimoranti nel nord e nel centro Italia. Dalle indagini sarebbe emerso che il cittadino italiano sarebbe stato in affari con due soci albanesi nel trasporto in Europa di ingenti quantità di cocaina, mediante l’utilizzo di una società forlivese di logistica.

A riscontro di quanto ipotizzato, il 19 agosto del 2020, ad Aosta, la Squadra Mobile di Forlì aveva sequestrato un carico di 28 chili di cocaina con il conseguente arresto di due corrieri, due fratelli di Cesena. "Le successive indagini hanno consentito di documentare la stabile presenza in Emilia-Romagna di almeno due associazioni per delinquere finalizzate al traffico internazionale di stupefacenti: una nella provincia di Modena e l’altra tra le province di Forlì-Cesena e Rimini, collegate tra loro e strutturate gerarchicamente disponendo di una moltitudine di uomini, armi, denaro, mezzi di trasporto e, soprattutto, di basi logistiche", prosegue il comunicato della Polizia. Nella provincia di Forlì-Cesena e Rimini è riscontrata la stabile presenza di aziende del settore della logistica che hanno trasportato per anni stupefacenti dal nord Europa.

Sul versante investigativo ed esecutivo, la Squadra Mobile di Forli-Cesena, ha operato, con l’ausilio delle locali squadre mobili, nelle province di Rimini, Frosinone, Teramo e Ravenna e Bari, catturando 10 persone, cui si aggiungono 1 arresto in Olanda ed 1 in Germania, ad esclusione di 5 persone che sono tuttora da ricercare in quanto non presenti sul territorio nazionale. Uno degli arrestati è stato fermato dalla Squadra Mobile di Bari su una nave di ritorno dall’Albania. Durante le attività esecutive sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi beni di lusso (auto e preziosi) nonché 17mila euro in contanti e 150 grammi di cocaina.

La chiave di svolta che certifica l’esistenza di un’interconnessione delle due associazioni in argomento, è data appunto dal sequestro effettuato a Ravenna dalla Squadra Mobile di Forlì nel dicembre 2020, di oltre 40 chili di cocaina e dal conseguente arresto dei due corrieri coinvolti nella relativa importazione; quest’ultima è stata pianificata e portata a termine dalle due citate associazioni: quella modenese figurava quale acquirente e destinataria della partita, mentre quella romagnola era chiamata ad occuparsi materialmente del prelievo, del trasporto e della consegna della stessa.

La ramificazione a Modena

Nella provincia di Modena si è potuta riscontrare la presenza di 10 persone dei 27 indagati, che ha consentito di documentare il traffico di circa 320 chili di cocaina e dello scambio in un’occasione di 1 milione e 300 mila euro per l’importazione dal Belgio di un quantitativo pari a 43 chili di cocaina poi sequestrata come di seguito descritto. Gli arresti sono avvenuti anche nelle province di Genova, Bologna, Alessandria, Salerno e Lodi, grazie anche all’ausilio di personale del reparto prevenzione crimine e delle unità cinofile antidroga.

Di particolare interesse la cattura di uno dei destinatari della misura cautelare, dimorante in Genova, individuato su un treno nei pressi della stazione ferroviaria di Salerno di ritorno dalla Calabria. Durante le contestuali perquisizioni nelle sopra indicate province, sono stati sequestrati 30mila euro in contanti, telefoni cellulari e materiale per il confezionamento dello stupefacente. Delle 10 persone restano tuttora in corso le ricerche per la cattura di 3 cittadini albanesi non presenti sul territorio nazionale.

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