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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Il magistrato Di Matteo al Csm: "Ha cercato appoggi nell'ex deputato che aveva più volte indagato". Pm lascia la procura

Il trasferimento è stato deciso mercoledì dal plenum del Csm, dopo il parere favorevole della stessa prima commissione, che aveva precedentemente rigettato altre richieste di trasferimento

La Procura della Repubblica perde il pm Filippo Santangelo. Il pubblico ministero era quello di maggiore anzianità alla Procura forlivese e a breve sarà trasferito alla Procura della Repubblica dei Minorenni di Bologna. Il trasferimento è stato chiesto dallo stesso magistrato come scelta preventiva relativa ad un procedura  per incompatibilità pendente alla prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, comunicatagli lo scorso 7 ottobre. 

Il trasferimento è stato deciso mercoledì dal plenum del Csm, dopo il parere favorevole della stessa prima commissione, che aveva precedentemente rigettato altre richieste di trasferimento tra cui alla Procura Generale della Corte d'Appello di Bologna. Il Csm ha quindi affidato a Santangelo un posto vacante alla Procura dei Minori di Bologna con 15 voti favorevoli, 5 contrari e 3 astenuti. Tra i contrari il più deciso è stato il magistrato palermitano Nino di Matteo.

In particolare, nella seduta del Csm è emerso, dalle parole di Di Matteo, che nel corso di una recente inchiesta sull'ex deputato leghista Gianluca Pini per corruzione e frode nelle pubbliche forniture, coordinata della stessa Procura di Forlì – ma gestita da un altro pm e non da Santangelo – il pm trasferito avrebbe  intrattenuto rapporti con lo stesso Pini per tutto il 2018 e il 2019, principalmente via WhatsApp, per ottenere mediazioni per incontri con politici e acquisire informazioni su incarichi direttivi e semi-direttivi di suo interesse in giro per lo Stivale, permettendogli così - secondo Di Matteo - di avanzare o ritirare domande per i posti vacanti.

A trasmettere la stessa documentazione relativa a questi rapporti è stata la stessa Procura di Forlì per via gerarchica. E' emerso anche che tale attività, come è stata definita dallo stesso Di Matteo, di “sponsorizzazione” delle proprie domande per uffici direttivi e semi-direttivi, aveva coinvolto in altri contatti l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, poi espulso dalla magistratura per la vicenda della gestione clientelare e secondo correnti delle assegnazioni degli incarichi ai magistrati. Tutte attività, quelle di Santangelo, che Di Matteo ha definito un “tentativo di condizionamento dell' attività del Csm”. Per il magistrato palermitano, però, non solo Santangelo si sarebbe rivolto al canale 'informale' all'interno della corrente della magistratura, ma anche a quello ex politico, essendo stato Pini deputato per 12 anni fino al 2018.

Il consigliere Csm ha soprattutto criticato anche il fatto che lo stesso Santangelo abbia più volte indagato e fatto processare Pini dal 2013 per concorso in tentata truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, millantato credito. “Questo pubblico ministero una volta che ha indagato più volte quel cittadino gli ha chiesto favori per ottenere il buon esito delle sue domande”, ha attaccato Di Matteo, chiedendo quindi che non gli venisse assegnato nessun ruolo di magistrato inquirente. Il plenum ha infine assegnato a Santangelo l'incarico alla Procura dei Minori con l'argomentazione, espressa da altri consiglieri nel vaglio della domanda, che in tale ruolo non abbia a che fare con imprenditori.

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