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Cronaca

La coppia di forlivesi conclude il 'coast to coast': "Ricostruzione nei luoghi terremotati? Solo nei cartelli"

Ventidue tappe in venticinque giorni, con un media di circa 20 chilometri per giornata

Due cuori, uno zaino e tanta voglia di camminare. Dal mare Adriatico al Tirreno. Si è concluso giovedì il "coast to coast" attraverso l'Italia di oltre 400 chilometri di Barbara Taglioni, grafologa di 59 anni, e Moreno Diana, odontotecnico di 63. La coppia è partita il 29 luglio scorso dalla stazione di Forlì per raggiungere Ancona, dove è iniziata l'avventura on the road. Ventidue tappe in venticinque giorni, con un media di circa 20 chilometri per giornata, con un passaggio anche a Camerino, in provincia di Macerata, ferita nel terremoto dell'ottobre del 2016. Un'esperienza unica nel suo genere, che si è conclusa con un bagaglio carico di emozioni e ricordi. Barbara e Moreno, il cui amore è nato in un viaggio in India tre anni, hanno documentato l'attraversata sulla pagina Facebook Trekintamo con foto e video simpatici.

Barbara, come è andata l'avventura?
E' stata un'esperienza faticosa, intensa, con momenti di scoraggiamento soprattutto nelle prime 2-3 tappe e con altrettante emozionanti soddisfazioni.

Le condizioni meteo sono state clementi?
Sono state davvero "super" a parte il caldo. Abbiamo avuto solo una giornata un po' nuvolosa e tre gocce d'acqua che non hanno reso necessario neppure l'uso della mantella. Un sole splendido e un cielo blu intenso ci hanno accompagnato sempre.

Avete trovato qualche difficoltà?
Le difficoltà ci sono state soprattutto i primi giorni, quando il caldo particolarmente anomalo, gli zaini e le salite ci hanno fatto vacillare rispetto alla meta. Poi abbiamo capito che sarebbe stato fondamentale partire molto presto la mattina. Così abbiamo iniziato a partire alle 5 anche se ancora buio, con l'aiuto delle torce, attraversando paesi dormienti e solitari, riuscivamo a concludere la tappa giornaliera entro mezzogiorno, evitando le ore più calde.

Dall'Adriatico al Tirreno: come cambia l'Italia?
In un cammino a piedi così lungo è stato possibile cogliere le sfumature dei paesi che abbiamo attraversato. Ogni giorno piccole differenze di strade, di paesaggi, di volti, di dialetti sono passati al rallentatore davanti i nostri occhi curiosi. La maggior parte dei chilometri sono stati su sentieri di campagna che ci conducevano a volte a piccoli borghi mai sentiti nominare, spesso semi-deserti, fuori dalle rotte turistiche, ancora regolati da ritmi antichi legati alla natura come per esempio Pioraco, Gualdo Cattaneo e Civitella del Lago. Altre volte la meta della tappa ci ha portato invece in luoghi decisamente più affollati, ricchi di arte e di storia, come per esempio Assisi, Todi e Orvieto

Non solo trekking. È stata anche un'esperienza culturale...
Sì, anche se dovevamo dosare e risparmiare energie per essere in grado di affrontare le fatiche del giorno dopo.

E dal punto di vista enogastronomico?
Dal punto di vista enogastonomico abbiamo attraversato zone molto interessanti e ci siamo trattati bene. Ogni regione ci ha regalato tipicità sia da mangiare che da sorseggiare. Agosto inoltre è il periodo delle sagre e delle feste paesane e ne abbiamo approfittato mischiandoci alla gente e vivendo le loro tradizioni.

Avete fatto tappa anche nel comune terremotato di Camerino. Quali sono state le vostre emozioni-sensazioni?
E' stato uno dei momenti più emozionanti dell'intero viaggio. Abbiamo deciso di alloggiare al Monastero di S. Chiara, ricostruito dopo il terremoto vicino a quello antico non più agibile. La semplicità e l'accoglienza delle Suore che ci hanno impartito anche "La Benedizione del Pellegrino" ci hanno commosso profondamente. La visita nel centro del paese, tuttora abbandonato e presidiato dai militari, è stata scioccante: stupendi palazzi e case storiche completamente puntellati, con porte e finestre sbarrate in un silenzio assordante dove le nostre voci, e i nostri passi solitari rimbombavano nelle vie assolutamente deserte.

Una scritta recitava "Abbiamo avuto le case, abbiamo perso il paese". Come procede la ricostruzione?
La ricostruzione è visibile solo nei cartelli dei vari appalti, ma non abbiamo visto muoversi nulla. Abbiamo visto e fotografato questa scritta. In effetti ben sintetizza la situazione di questa comunità, che ha dovuto reinventarsi in tutto e per tutto la propria vita.

Cosa vi portate dentro nel cuore da questa bellissima esperienza?
Ci porteremo il silenzio rotto solo dal ritmo dei nostri passi, dal canto dei grilli e delle cicale e dal rumore dei nostri pensieri che durante il cammino riescono a diventare più profondi e ci aiutano a ritrovare la lentezza e l'intensità delle cose  semplici e di antiche sensazioni. Ci porteremo anche i colori e i sorrisi delle persone che abbiamo incontrato, volti di un'Italia contadina, legata alle tradizioni, ferma in un tempo passato. Donne e uomini spesso stupiti e curiosi verso la nostra avventura.

Prossimo viaggio?
A breve sempre in Italia ci piacerebbe fare "Il Cammino delle Terre Mutate", un percorso che, da Fabriano all'Aquila, attraversa luoghi e aree protette per non dimenticare i luoghi in cui tutto è cambiato a causa del sisma. Un altro progetto in cantiere, più ambizioso e complesso, di oltre 600 km, è in India: Delhi /Varanasi questa volta in bici.

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