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Cronaca

Anche a Forlì la truffa dei "cinquanta euro": stanato dalla Squadra Mobile

L’uomo, seppur anagraficamente residente a L’Aquila, di fatto è da tempo uccel di bosco, ma gli inquirenti della Questura di Corso Garibaldi sono riusciti a notificargli la denuncia per truffa aggravata

Aveva colpito anche a Forlì lo scorso dicembre. Gli agenti della Terza Sezione "Reati contro il Patrimonio" della Squadra Mobile di Forlì, al termine di un'attività investigativa, hanno denunciato a piede libero un truffatore seriale di 43 anni. L’uomo, seppur anagraficamente residente a L’Aquila, di fatto è da tempo uccel di bosco, ma gli inquirenti della Questura di Corso Garibaldi sono riusciti a notificargli la denuncia per truffa aggravata grazie alla collaborazione dell’ufficio di polizia di frontiera aerea di “Roma-Fiumicino”, che lo ha identificato qualche giorno fa mentre si stava imbarcando su un volo diretto all’estero.

L'episodio si è consumato in un bar del centro. Il truffatore, che ha agito con un complice al momento ancora non identificato, con la scusa di acquistare un pacchetto di sigarette, è riuscito a distrarre il cassiere al momento del pagamento, esibendo (ma di fatto non consegnando) una banconota di 50 euro, che con mano veloce ha rimesso in tasca, facendo comunque credere alla vittima di averla ricevuta e riposta già in cassa. Una azione, comunque, solitamente messa in atto nei momenti di intenso afflusso di clienti, in modo tale che la confusione potesse giocare a suo favore nel concludere l’inganno.

Solo in un secondo momento il barista si è accorto del raggiro, cioè quando ha dovuto fare i conti con un ammanco di 100 euro dalla cassa. Così, facendo mente locale e ripensando a quella circostanza, peraltro seguita da una seconda analoga “scenetta” intavolata da un complice (che è riuscito a portare a termine l’abile truffa sempre con una banconota da 50 euro), visionando le telecamere interne ha ricostruito l’azione truffaldina. Non solo. Parlando con i colleghi il barista è venuto anche a conoscenza che uno dei due aveva tentato lo stesso giochetto in modo invano anche la sera prima, ma l’addetta alla cassa, quella volta, non aveva “abboccato”.

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno quindi acquisito le immagini e subito riconosciuto uno dei due truffatori nel 43enne. E’ stata proprio la singolarità del suo modus operandi che lo ha tradito, in quanto la sua fotografia e la descrizione delle sue abilità erano state diffuse poco tempo prima da parte di un ufficio di polizia di una vicina provincia, che lo aveva colto sul fatto. E' emerso poi che in passato era stato identificato per analoghi casi accertati in Molise, Toscana, Umbria ed’Emilia Romagna.

Proprio verificando i casi precedenti gli investigatori hanno potuto acclarare che l’abile truffatore, mettendo in conto anche la possibilità che il cassiere non cadesse nell’inganno e trattenesse a sé la banconota, usava pagare con banconote da 50 euro false. In pratica, se il giochetto del resto senza dazione della banconota non fosse andato a buon fine, all’esercente sarebbe comunque rimasta in cassa una banconota falsa.

 

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