Truffe alle banche con aziende decotte: arrestato un imprenditore forlivese

Sono finiti in arresto due imprenditori accusati, con la complicità di altre sette persone, di aver intascato 1,5 milioni di euro con una serie di truffe e bancarotte. Per non essere scoperti hanno anche incendiato una società. In manette alcuni giorni fa sono finiti un 60nne ferrarese ma residente a Padova e un 68enne di Forlì, per i quali la Procura ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare. L'indagine è stata condotta dai carabinieri di Abano Terme in collaborazione col personale della guardia di finanziaria. All'indomani dell'arresto il forlivese è stato portato alla casa circondariale di Forlì, mentre l'altro in quella di Padovas, entrambi con l'accusa di truffa continuata e bancarotta fraudolenta.

Il 60enne è anche accusato di incendio aggravato per un rogo appiccato lo scorso 8 gennaio in un'azienda di Bagnoli (Padova), una delle ditte rilevate dalla coppia da sfruttare per i loro guadagni illeciti. Il gesto secondo le accuse sarebbe stato un tentativo di cancellare le tracce delle frodi, distruggendone tutte le prove compromettenti. I carabinieri, insospettiti dall'aver trovato in un magazzino documenti e computer bruciati che non avevano motivo di trovarsi lì, hanno avviato le indagini risalendo allìattività illecita dei due arrestati.

Altri sette gli indagati per gli stessi reati, su cui le forze dell'ordine si stanno concentrando. Al momento sono state accertate diverse truffe ai danni di banche e imprese. Ben collaudato il modus operandi: gli arrestati rilevavano ditte sull'orlo del fallimento fuori provincia e le ricollocavano nel Padovano. Poi presentavano alle banche falsi bilanci, che facevano sembrare le aziende in ottime condizioni economiche e riuscivano a ottenere finanziamenti senza poi saldare i debiti. Con questo trucco avrebbero guadagnato circa 1,5 milioni di euro.