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Cronaca

Sbarca anche a Forlì la truffa della moltiplicazione del denaro

Un negoziante extracomunitario di alimentari del centro storico è stato aggirato da due camerunesi di 36 anni, entrambi in regola con il permesso di soggiorno: l'esecutore materiale è stato arrestato

La truffa della moltiplicazione del denaro, come quelle documentate da "Striscia la Notizia", arriva anche a Forlì. Un negoziante bengalese di alimentari del centro storico è stato aggirato da due camerunesi di 36 anni, entrambi in regola con il permesso di soggiorno: l'esecutore materiale, che figura come lavapiatti, è stato tratto in arresto dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Forlì, sotto la guida del capitano Cristiano Marella, con l'accusa di truffa aggravata e continuata in concorso.

La truffa della moltiplicazione del denaro

LA VICENDA - Carta bianca filograta e liquido rosso sono gli ingredienti della truffa spesso smascherata dal tg satirico di Canale 5. Il tutto è partito domenica mattina in seguito alla richiesta d'intervento al 112 del negoziante di alimentari, il quale ha informato di aver chiuso all'interno del punto vendita un uomo di colore ben vestito, complice di un secondo individuo che era fuggito con 8mila euro in contanti che aveva lasciato incustoditi nel registratore di cassa. L'esercente ha spiegato che i due soggetti di colore erano entrati nel negozio poichè interessati all'acquisto dell'attività.

LA "TRATTATIVA" - In particolare ha spiegato che nei giorni precedenti il "fuggitivo" era venuto a Forlì per più giorni per conoscere il giro di clientela del punto vendita e che domenica mattina si sarebbe dovuta formalizzare l'acquisto. Il commerciante ha poi spiegato che l'interessato era accompagnato da un connazionale (quello ben vestito), interessato a visionare il locale. In quella circostanza, sempre a detta dal negoziante, il complice ne avrebbe approfittato per portar via i soldi.

INDAGINI - I Carabinieri hanno subito visionato il cellullare dell'uomo di colore, osservando una ventina di chiamate fatte ad un connazionale residente nel bolognese. Quest'ultimo è risultato noto alle forze dell'ordine per truffa, in particolare quella "della moltiplicazione del denaro". A quel punto gli uomini dell'Arma hanno intuito che il negoziante non era stato vittima di un furto, bensì di una truffa. L'esercente ha però negato l'evidenzia, ribadendo che al negozio si erano presentati due uomini di colore nonostante i militari avessero accertato tecnicamente che il camerunese era nel bolognese.

LA TRUFFA - Alla fine il commerciante ha timidamente ammesso che non c'era stato nessun furto, ma che era stato vittima di una truffa. I Carabinieri hanno perquisito il negozio, trovando nascoste delle bottiglie ingessate contenente del liquido rosso necessario per la "duplicazione" delle banconote. Il negoziante ha spiegato nel corso della perquisizione che la sera prima aveva dato al camerunense residente nel bolognese la somma di 8mila euro (3mila dei quali gli erano stati affidati da un connazionale che aveva chiesto se poteva custodirli mentre lui si trovava all'estero).

I SOLDI - Il truffatore ha conquistato la fiducia del commerciante con una prova dimostrativa: dopo essersi fatto consegnare una banconota da 50, l'ha immersa insieme ad un foglio bianco nel liquido rosso, mostrando di far comparire simile contante. Il camerunese si è recato poi autonomamente in cantina, riferendo dopo un'ora di aver messo le banconote sotto il riso per rendere più efficace la duplicazione e che l'indomani sarebbe tornato in negozio per verificare il buon esito dell'operazione. Il giorno successivo, domenica, si è presentato il complice. L'obiettivo era proporre al negoziante la ripetizione dell’esperimento poichè fallito. Ma il pacco contenente della carta simile ai 50 euro tra i sacchi di riso non è saltato fuori.

L'ARRESTO - Il commerciante a quel punto ha accusato il camerunense di essersi intascato i soldi insieme al complice, allertando poi i Carabinieri. Gli uomini dell'Arma hanno perquisito l'uomo di colore, trovando nascosti nei calzini della banconote false con liquido rosso. Ma aveva con se anche guanti da chirurgo addosso ed un taglierino da usare per tagliare il cappuccio delle bottiglie ingessate. A quel punto sono scattate le manette per truffa aggravata e continuata in concorso al complice "bolognese", che è stato denunciato a piede libero.

L'arrestato aveva alloggiato nella nottata tra sabato e domenica in un albergo di Forlì: nella stanza c'erano parecchi mazzetti di banconote false e il kit per la duplicazione dei soldi. A seguire il lavoro dei Carabinieri il pm Antonio Vincenzo Bartolozzi. Nel domicilio dell'arrestato i militari hanno trovato altre banconote false ed una mappa dove erano indicate le città dove colpire. Nella cartine erano segnate le località dell'Emilia Romagna, del Veneto (Padova e Rovigo) e anche in Sicilia. L'arresto è stato convalidato, disponendo la liberazione del 36enne con obbligo di firma.

LO "SCHERZETTO" DEL RISO - Lunedì mattina in negozio si è presentata una signora per acquistare del riso. Dalla pila di confezioni è saltato fuori un plico pressato. Il negoziante auspicava che ci fossero gli 8mila euro, mentre all'interno c'erano solamente dei fogli neri dalle dimesioni dei 50 euro. Questo non doveva esser altro che il pacco dell'esperimento non riuscito, che non è stato trovato il giorno prima.

VITTIME DELLA TRUFFA - Spiega il capitano Marella: "Il metodo di truffa può sembrare grossolano. Infatti raramente i truffatori colpiscono gli italiani. Fanno accurate ricerche, prendendo di mira stranieri asiatici come nel nostro caso. Cercano un target di vittima con problemi economici, che sia legato a credenze popolari e che un soggetto del genere non andrebbe mai a denunciare il raggiro. Nel nostro caso il commerciante ha negato il raggiro ed era convinto della buona riuscita della "magia". Chi fa questo tipo di truffa probabilmente fa parte di organizzazioni a delinquere. Ci possono esser cellule che non agiscono in autonomia, ma che fanno parte della stessa rete. C'è una professionalità non indifferente di questi soggetti".

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