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Cronaca

Ben 28 truffe ad anziani e altre 50 tentate in un anno: come agiscono e quali tecniche usano

Le truffe agli anziani? Sono un fenomeno da non sottovalutare: non sono azioni di malviventi improvvisati, ma dietro ci sono vere e proprie organizzazioni criminali

Le truffe agli anziani? Sono un fenomeno da non sottovalutare: non sono azioni di malviventi improvvisati, ma dietro ci sono vere e proprie organizzazioni criminali che agiscono in serie, hanno supporto logistico e sono organizzate in modo “modulare”, disponendo di ampie forze di soggetti, ognuno specializzato nel suo ruolo (l’autista, il “telefonista” che crea il primo contatto con l’anziano e il truffatore vero e proprio). Queste bande usano auto a noleggio, comunicano con schede telefoniche intestate a prestanome e mettono in atto numerosi accorgimenti per risultare credibili. Sono pendolari, colpiscono in serie in poche ore e su più città vicine, e poi in giornata rientrano nel loro territorio, in gran parte dei casi il Sud Italia. Insomma, non chiamateli piccoli delinquenti.

E’ il quadro che traccia il comandante provinciale dei Carabinieri Luca Politi, fornendo il bilancio del primo anno di attività focalizzata nello specifico su questo odioso reato, che spesso viene perpetrato nei confronti di persone molto anziane, sole, aperte di cuore, con le difese più “basse” e che, spesso, non aspettano altro che persone con cui scambiare quattro chiacchiere in modo cordiale (come spesso si presentano i malfattori). Questo malviventi sono sicuramente consapevoli che il nostro sistema giudiziario considera una “bazzecola” la truffa e che, anche colti sul fatto, quasi non rischiano l’arresto. Per questo, anche per supplire alle carenze del legislatore, le più recenti indagini cercano di qualificare questi raggiri in reati più pesanti quali l’estorsione o addirittura l’associazione a delinquere.

Nel territorio di Forlì-Cesena in un anno sono state censite 28 truffe ad anziani e 50 tentativi non andati a segno. Ci sono poi tanti altri episodi che - allontanato il malvivente dallo stesso anziano che non ha “abboccato” - non vengono denunciati. I carabinieri, nella loro opera di prevenzione, avvertono gli anziani che è bene segnalare al 112 ogni episodio, anche sventato, per impedire che lo stesso malvivente vada poi a colpire poco lontano, come probabilmente poi farà.

Prevenire le truffe ad anziani (Foto A.Salieri)

I TIPI DI TRUFFE – I “modus operandi” sono ricorrenti e quindi conoscendoli li si possono facilmente evitare: i malviventi si presentano nelle case o fuori, dopo aver pedinato un anziano, uscito da una banca o un ufficio postale, sostenendo di dover controllare le banconote appena consegnate, per vedere se sono false. Un’altra tecnica frequente è quella di spacciarsi per funzionari dell’Inps, o addetti di Enel, Telecom, società del gas, fingendo un’emergenza, per intrufolarsi nelle case e ripulirle. Mentre il falso tecnico tiene occupato il proprietario di casa, entrano i complici dalla porta magari lasciata aperta. I truffatori sono arrivati perfino ad aprire un cassaforte col flessibile mentre i “colleghi” parlavano cordialmente con la vittima. Un altro classico è poi la truffa dello specchietto: fingere un danneggiamento causato dalla circolazione stradale e pretendere subito dei soldi come risarcimento.

Più odiose, infine, sono le truffe di chi si presenta a casa come carabiniere o poliziotto, contando sulla preoccupazione che nelle persone perbene suscita la vista della divisa e raccontando frottole del tipo che il figlio ha appena causato un incidente ed è detenuto in caserma e che bisogna pagare una cauzione per la sua liberazione (in Italia non esiste il rilascio per cauzione, come invece avviene in altri ordinamenti). Altri, invece, dopo aver colto delle informazioni casualmente, si presentano come amici dei figli, chiamandoli col loro vero nome per essere credibili. Nelle ultime settimane, purtroppo, c’è stato anche un caso di finti tecnici che si sono presentati per fare verifiche statiche sull’edificio dopo il terremoto.

LA PREVENZIONE – Per sensibilizzare gli anziani, i carabinieri nel 2015 hanno effettuato 40 incontri con la popolazione, diventati 128 nel 2016, in circoli, parrocchie, sale comunali. Nelle serate vengono distribuiti volantini e opuscoli informativi.

LA REPRESSIONE – L’operato del Nucleo Investigativo dei carabinieri, al comando degli ufficiali Gianluigi Cirtoli e Amedeo Consales, ha permesso di concludere 4 arresti e 13 denunce su tutto il territorio provinciale su questi episodi. “Abbiamo individuato una struttura modulare – spiega il comandante provinciale Luca Politi – in cui ognuno ha un incarico: chi fornisce le macchine e il supporto logistico (rubate o prese a noleggio), chi avvia la truffa spesso con una chiamata al telefono (il “telefonista”), l’autista, e l’operativo che bussa alla porta dell’anziano per carpirne la buona fede e farsi aprire”.

I CONSIGLI – Questi i semplici accorgimenti che si possono prendere, secondo quanto indica l’Arma: non aprire mai la porta a sconosciuti, anche se si presentano come carabinieri o poliziotti. Un consiglio utile e a zero costo è quello di attivare il servizio “Chi è” del proprio operatore telefonico, così da individuare nell’immediatezza il numero chiamante. Conclude Politi: “E nel dubbio, chiamare sempre il 112, che sicuramente non si disturba mai e ogni segnalazione è degna di nota”.
 

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