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Cronaca

Truffe online, due forlivesi cadono nel tranello dei finti interessati e i soldi svaniscono nel nulla

La Polizia sta svolgendo indagini per risalire ai truffatori, formalizzando l’ipotesi di reato di Truffa aggravata, per ora a carico di ignoti

Sempre più spesso negli uffici della Questura di Forlì vengono raccolte segnalazioni da parte di persone che lamentano truffe online nell’ambito di compravendita di oggetti. Ormai il fenomeno è piuttosto ricorrente, e al malcapitato di turno non resta che sporgere denuncia. Gli ultimi due casi in ordine di tempo hanno visto come vittime un 66enne ed un 53enne, residenti in città e comprensorio, che si sono rivolti all’Ufficio Denunce di Corso Garibaldi.

Il 66enne ha denunciato che dopo avere messo in vendita un macchinario per trattamenti al viso al prezzo di 550 euro, ha ricevuto l’interessamento di un acquirente dichiaratosi residente in Francia, col quale ha iniziato la trattativa attraverso la chat di WhatsApp, sulla quale ha ottenuto, a garanzia della “serietà”, le fotografie dei documenti di identità del suo interlocutore. Il venditore quindi ha inoltrato i dati necessari per ricevere il bonifico bancario dell’importo concordato.

Poco dopo, sulla sua mail, ha ricevuto da un sito che simulava la provenienza da una banca estera, una sorta di "Rapporto di Ispezione dell'Operazione di Bonifico Bancario n. ….." con richiesta di garanzia e contestuale promessa di restituzione, consistente nel versamento di 299 euro come tassa per l'effettuazione del bonifico. Il beneficiario ha inividuato individuato in un soggetto del Burkina Faso, al quale il denaro andava inviato mediante versamento in tabaccherie o agenzie di invio denaro "Money Gram" o "Western Union". La vittima ha proceduto al versamento, per poi ricontattare l'acquirente tramite WhatsApp per rendergli noto dell'operazione, ricevendo assicurazione del rapido buon fine della transazione, comprensiva del prezzo del bene e della somma versata “a garanzia”.

L'indomani è giunta una seconda mail, sempre dall’indirizzo pseudo-bancario precedente, con richiesta di ulteriore versamento di denaro (580 euro) a titolo di ulteriore garanzia e per ragioni di cambio valuta. Ingenuamente, la vittima ha effettuato anche questo pagamento, a favore di altro soggetto del Burkina Faso, poi ha incontrato al soggetto la foto della ricevuta di versamento, ricevendo ancora una volta ampie assicurazioni sul rapido buon fine di tutta l’operazione. Poco dopo giungeva altra mail, falsamente riconducibile al "Ministère de l'Economie et des Finances" della Repubblica del Burkina Faso, in cui avrebbe ricevuto "entro 30 minuti massimi" sul suo conto corrente la somma di 1460 euro.

Poi, l'acquirente l'ha ricontattato, presentando una nuova richiesta di denaro (900 euro), cui però la vittima non ha dato seguito, avendo a quel punto capito che si stava trattando di una truffa. Da quel momento il sedicente acquirente ha iniziato a spedire minacce di denuncia alle autorità con l’accusa di interruzione della compravendita, anche fingendo di essere spalleggiato da un appartenente alle forze dell’ordine italiane, di cui mandava foto dei documenti con accanto una placca metallica e una tessera dell'Associazione Nazionale degli appartenenti a quel corpo, per rafforzare l’insistente pretesa dell’ulteriore versamento. Da qui, la presentazione agli Uffici della Questura per sporgere denuncia.

La seconda truffa

Il 53enne aveva invece messo in vendita un mobiletto ed un fornetto alla cifra di 110 euro. E' stato contattato telefonicamente da un uomo di circa mezz’età, senza particolare accento, che si diceva interessato all’acquisto. L’uomo, dopo avere chiesto se il venditore fosse in possesso di una carta bancomat, a risposta affermativa lo ha inviatato a recarsi in uno sportello Atm dove, a suo dire, seguendo le sue istruzioni, avrebbe ricevuto le indicazioni affinché potesse incassare la somma pattuita. Seguendo le indicazioni che man mano riceveva telefonicamente, senza rendersi conto, la vittima ha effettuato il versamento a favore dell’interlocutore di 1.500 euro. Dopodiché, l’acquirente ha fatto perdere traccia di sé, staccando il telefono per rendersi irraggiungibile. La Polizia sta svolgendo indagini per risalire ai truffatori, formalizzando l’ipotesi di reato di Truffa aggravata, per ora a carico di ignoti. 

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